Grammy 2024: le donne (anche queer) assolute protagoniste

Da Miley Cyrus a Billie Eilish, dichiaratamente bisessuali come l'emergente Victoria Monét. La star Taylor Swift guida la corazzata femminile

di MARIANNA GRAZI -
5 febbraio 2024
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I Grammy Awards 2024, come ogni anno, sono un appuntamento imperdibile sia dal punto di vista musicale, ovviamente, sia come palcoscenico dove la diversità non solo è sfoggiata, ma molto spesso è anche premiata. E no, non stiamo parlando dei look, anche se alcuni artisti avevano ben poco da invidiare a quello che generalmente si vede al Met Gala. Se una donna, Taylor Swift, ha vinto per la quarta volta il premio di miglior album facendo la storia dei Grammy (artisti del calibro di Stevie Wonder, Paul Simon e Frank Sinatra si erano fermati a tre) e un'altra (Celine Dion) a suo modo ha caratterizzato la serata col suo ritorno sul palco dopo mesi di assenza per la malattia rivelata nel 2022, il palco di Los Angeles quest'anno è stato calcato in generale da artiste straordinarie. Donne di successo, donne che alla rivalità spesso preferiscono l'alleanza e la sorellanza, come Taylor Swift e Lana Del Rey ad esempio, inseparabili per tutta la serata, Lizzo e Sza, Olivia Rodrigo e Billie Eilish e così via. Basta scorrere le foto della cerimonia per rendersi conto che la corazzata femminile di musiciste, cantanti e artiste è più affiata che mai. E al suo interno trovano spazio, legittimazione e sostegno tante donne queer, molte delle quali sono state premiate.
 
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Dai nomi famosi, come Miley Cyrus, Billie Eilish o Brandi Carlile, a qualcuno che invece risulterà meno noto al pubblico italiano, come Brandy Clark e le Boygenius. Donne che, anche attraverso la loro arte, portano avanti una battaglia importante per i diritti di tutt*, compresi quelli della comunità Lgbtq+ di cui sono fiere rappresentanti.

Barbie vince ai Grammy (ma è esclusa dagli Oscar)

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Billie Eilish e Finneas O’Connell premiati per "What Was I Made For?"

Riallacciandosi alla polemica di qualche settimana fa, quando sono state annunciate le nomination agli Oscar 2024, si torna a parlare di "Barbie", che trionfa ai Grammy grazie a Billie Eilish e Finneas O’Connell, premiati per la miglior canzone dell'anno What Was I Made For?, mentre rimane la grande esclusa dagli Academy Awards.   Nel suo discorso di ringraziamento, la cantante, protagonista di recente di un coming out sul magazine Variety, ha nominato la regista e la protagonista del film, Grega Gerwig e Margot Robbie, escluse a sorpresa – o scandalosamente – dalle candidature nella categoria regia e miglior attrice protagonista.

La prima volta di Miley Cyrus

Dopo essere diventato un tormentone, Flowers di Miley Cyrus è stato anche premiato come miglior registrazione dell'anno ai Grammy Awards 2024. Per la compositrice 32enne, dichiaratamente bisessuale già ai tempi da attrice su Disney Channel, si tratta di una prima volta assoluta, coronata anche dal riconoscimento per la miglior performance solista pop.
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Miley Cyrus ha ricevuto i suoi primi Grammy come miglior registrazione e per la miglior performance da solista pop per la sua "Flowers"

Cyrus, che si è presentata sul red carpet californiano un abito a dir poco audace (che si è fatto sicuramente notare), nel suo discorso ha detto scherzando (ma non troppo): "Grazie. Però non cambierà niente. La mia vita era favolosa anche ieri. Non pensiate che non sia importante, ma grazie, buona serata!".

Chi sono le Boygenius

Nascono come soliste, Julian Baker, Phoebe Bridgers e Lucy Dacus, ma insieme formano una superband che nel 2024 ha conquistato tre Grammy alla prima nomination. Le Boygenius, oltre al brano Not Strong Enough (migliore performance rock e miglior canzone rock) sono infatti autrici di The Record – che celebra l’amicizia queer, alla base della storia stessa del loro gruppo – che ha vinto come miglior album di musica alternativa.
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Le Boygenius

Prima della nascita ufficiale della band, infatti, sia Bridgers che Dacus avevano aperto (separatamente) alcuni concerti di Baker. Col passare del tempo, però, le tre si sono avvicinate molto sia professionalmente che privatamente, oltre a venire spesso comparate l'un l'altra dai media. Prova dell'efficacia di questo strettissimo legame è appunto il successo di The Record, capaci di arrivare in vetta della classifica britannica e di raggiungere la posizione 4 nella Billboard 200, non proprio un'impresa da tutt*.

L'artista emergente (che trionfa finalmente per i suoi meriti)

Importantissima, infine, anche la vittoria come miglior artista emergente di Victoria Monét, 34enne nata in Georgia da madre afroamericana e padre francese. Il suo primo disco, in realtà risale al 2014, poi ha composto canzoni per famos* rapper e cantanti, duettando anche con Ariana Grande (sua grande amica) e lavorando soprattutto dietro le quinte della scena musicale. Ieri sera ha ottenuto per la prima volta un riconoscimento tutto suo, assolutamente meritato, dopo essere tornata a produrre da solista. Anche lei bisessuale, era già passata alla storia al momento della candidatura, come donna nera queer con più nomination nella storia dei Grammy.
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Victoria Monét

"Pensavo che conformarsi mi avrebbe fatto andare oltre […] Quindi la musica è stata un parco giochi per la sessualità – aveva detto Monét in una recente intervista a Variety –. E alcune cose che non esprimo nemmeno a parole vengono fuori nella musica, perché è nel mio spirito e nella mia anima farlo". Le sue dichiarazioni, aveva spiegato, facevano infatti riferimento proprio alle tantissime artiste queer come lei che in passato avevano scelto, a differenza sua, di nascondere il proprio orientamento sessuale per paura di discriminazioni.