
Alfonso Signorini
Chi è che non ha mai visto il Grande Fratello? In una società in cui i media sono in costante evoluzione e la televisione muta costantemente, il Gf si fa strada attraverso gli schermi italiani da oltre un decennio e mezzo. La diciassettesima edizione, in onda in prima serata su canale 5 due volte alla settimana, registra ancora ascolti importanti, e nel tempo ha dato vita ad un vero e proprio pubblico di appassionati cui, come spesso capita, è finita per contrapporsi un’altrettanta platea di detrattori.
È stato il primo di una lunga serie di reality show basati sul racconto di quello che accade, ma il tratto distintivo del Grande fratello è il fatto che i protagonisti sono persone comuni che sviluppano dinamiche di vita quotidiana più o meno riscontrabili da chiunque”.
Differenze di gusto e preferenze d’intrattenimento che non dovrebbero trasformarsi in un giudizio di merito o di valore. “È un intrattenimento leggero, milioni di persone tornano a casa la sera stanche dalla giornata di lavoro senza niente da fare, sono sole e senza interessi culturali – ha detto il professore dell’Università di Siena -. Il Grande Fratello e in generale reality show forniscono trame, storie, come quando si leggevano i romanzi popolari, o si guardavano le telenovela. Il trash, che è intrattenimento popolare, esiste da quando esistono i media, da sempre”.
Il fenomeno Grande Fratello
Siamo andati a fondo del fenomeno con il professor Tiziano Bonini Baldini, professore di Sociologia della comunicazione all'Università di Siena. “Se quindici anni fa il Gf rappresentava una novità nel panorama editoriale anche in termini di linguaggi televisivi, oggi è un format abbastanza assodato, adottato in diversi paesi del mondo – ha spiegato Baldini -. Ha fatto scuola nella televisione italiana, è diventato un linguaggio tradizionale, che potremmo ascrivere al genere trash, come ad esempio i programmi di Maria de Filippi.
Tiziano Bonini Baldini, docente dell'Università di Siena
Quando la novità diventa storia, la traiettoria del reality show
Un format che se oggi è replicato e riproposto in un'infinità di varianti, a partire proprio dalla versione Vip del Gf fino ad arrivare all’Isola dei famosi, portava alla sua prima uscita l’idea del tutto nuova di osservare le interazioni di alcuni sconosciuti costretti alla convivenza. “Nella prima versione diretta da Daria Bignardi il Grande Fratello era un esperimento sociale interessante, nel tempo è diventato un format televisivo altamente prevedibile – ha detto Baldini -. Gli autori hanno cominciato a scegliere accuratamente le persone che partecipano per immaginare le possibili linee narrative, cercando sempre di sviluppare o favorire linee tipiche, che si ripetono di stagione in stagione: chi si innamora, chi litiga, cose della vita quotidiana”. Scelte che sembrerebbero pagare, l’ultima puntata del reality show condotto da Alfonso Signorini con Cesara Buonamici è stata visto da oltre 2.653.000 spettatori, aggiudicandosi il 19.6% di share, ma che risentono comunque dell’anzianità del format. “Il Gf ormai è diventato un classico del palinsesto televisivo italiano, ma se andiamo a guardare i dati di ascolto sono quelli della Tv generalista, siamo quindi lontani dai numeri delle prime stagioni, quando era una grande novità – ha spiegato Baldini -. Ha un livello di share importante, ma non sono più i 5-6 milioni di spettatori di anni fa”.
Appassionati e detrattori, le due facce del pubblico
“Tutti abbiamo visto almeno una puntata del Grande fratello – ha detto Baldini -. Dai dati di ascolto possiamo dire che certamente il pubblico del Gf è diverso da quello di Rai3, ma è il pubblico delle partite di calcio e di tutta la Tv, un pubblico che guarda canale 5, rai 1, ed è abituato a guardare la tv generalista, che dà molto ormai ha virato verso il trash. Si tratta sicuramente un pubblico più anziano della media, che in questi 15 anni è invecchiato insieme al programma stesso e rappresenta una minoranza, seppur importante, degli spettatori televisivi”. Una minoranza cui tende a contrapporsi un’altra minoranza, che ci tiene a prendere le distanze dai reality show e, talvolta, persino da coloro che guardano certi programmi. “Sono generi che spesso sono stati criticati e stigmatizzati dai giornali d’élite e dagli intellettuali ma, pur cambiando forma, rispondono sempre alle esigenze di una parte importante della popolazione, che non ha capitale sociale e culturale per dedicarsi ad altro – ha spiegato Baldini -. Chi critica chi guarda il Grande Fratello lo fa praticando una forma di elitismo culturale che dipende dal fatto, ad esempio, che vogliamo far valere di più il fatto di aver studiato e in questo modo distinguerci socialmente da chi ha studiato meno”.