C'mon Tigre: "Con la musica creiamo un Habitat dove tutti trovano posto"

Il nuovo album del collettivo dalle influenze internazionali è un nuovo progetto nel segno della sperimentazione e dell'attenzione all'attualità

di LISA GIORNI -
26 novembre 2023
Ph_margherita_caprilli_Habitat_1

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Con quasi 10 anni di carriera alle spalle e tre dischi ampiamente apprezzati dalla critica specializzata, i C’mon Tigre non passano certo inosservati e, quasi a rivendicare quel nome che portano, ogni passo in avanti, ogni 'zampata' felina, lascia il segno.

Il nuovo album dei C’mon Tigre

Tanto che il loro nuovo disco, “Habitat”, uscito venerdì 24 novembre, segna un attesissimo ritorno sulla scena musicale: il progetto del duo italiano – dal respiro però internazionale – si compone di nove tracce, in cui musica e arti visive si influenzano costantemente, in una sperimentazione tutta da scoprire. Il nuovo capitolo discografico sfida l’appartenenza a un genere di riferimento specifico, perché unisce in sé influenze provenienti da ogni angolo del pianeta, aggiungendo al jazz africano e ai sound elettronici tipici dei precedenti lavori nuove sonorità figlie della musica sudamericana.
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I C'mon Tigre presentano "Habitat" il loro quarto album

"Il panorama che emerge è quello di un ecosistema variopinto e articolato, un luogo in cui diverse forme di vita, sia animali che vegetali, prosperano e convivono", ci raccontano i C'mon Tigre, che abbiamo raggiunto per fare quattro chiacchere proprio su "Habitat".

L'ispirazione internazionale

Si tratta di un ritorno in musica, è il vostro quarto album: dove avete preso l'ispirazione per questo nuovo progetto? "Consideriamo il nostro percorso artistico come un cammino. Ogni disco è stato caratterizzato da influenze e colori che abbiamo captato da persone che abbiamo incontrato durante le nostre esperienze dell'ultimo anno. Questo nuovo album, il quarto, esce a distanza relativamente ravvicinata rispetto al penultimo, cosa inusuale per noi, e prende ispirazione da quelli che sono i nostri ascolti, le nostre influenze allargandosi a livello di condizionamento al Sud America, in particolare alla musica brasiliana. In quest'ultimo progetto le melodie del Brasile accompagnano il nostro modo di approcciarci alla musica caratterizzata da tratti africani ed elettronici". Avete definito il vostro ultimo progetto musicale "cosmopolita", "globale". Perché? "C'mon Tigre nasce come collettivo artistico, tutta la nostra produzione si basa sulla collaborazione con altri artisti, sia nel campo musicale che nell'arte visiva.
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Il collettivo musicale (Ph_margherita_caprilli)

Possiamo definire il nostro ultimo album 'cosmopolita' perché si è allargato all'Europa, all'America e quindi è assolutamente un progetto aperto che fa della  condivisione il nostro carburante. Più ingredienti ci sono, più sono differenti, più troviamo che la cosa sia stimolante e interessante".

Un "Habitat" da ascoltare ma anche da preservare

Nelle vostre canzoni prendete ispirazione dall'attualità, da quanto accade all'ambiente per il cambiamento climatico, come sembrerebbe richiamare anche il titolo dell'album? "Nelle nostre canzoni facciamo sicuramente riferimento all'attualità perché la nostra musica e tutta la produzione del nostro album sono figlie del periodo storico che attraversiamo. Nei temi dei brani, nel nostro immaginario si fa riferimento anche al cambiamento climatico, non esplicitamente, però alcune canzoni parlano della capacità di poter convivere nell'ambiente che ci circonda. Il titolo stesso 'Habitat' si riferisce a quest'idea di un mondo in cui si riesca a creare un equilibrio tra diverse forme di vita. Ci siamo immaginati questo spazio di benessere dove poter vivere meglio". Per il vostro collettivo artistico la musica ha il potere di unire, di connettere le diversità? "Si crediamo che siano dei valori importanti soprattutto per noi, come raccontavo prima, C'mon Tigre è un progetto che si fonda proprio su questi. Anche fisicamente c'è la possibilità di abbattere le distanze con la musica, di collaborare, di avere un linguaggio universale, qualcosa che unisce, viaggiando per canali inusuali.
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Sperimentazione musicale e attenzione all'attualità e alle influenze sonore globali nei testi sono gli ingredienti alla base del nuovo progetto (Ph_margherita_caprilli)

La musica riesce a creare un filo di connessione tra le persone, tra culture diverse. Questo disco ha delle influenze di musica brasiliana, ma andando a guardare nella storia c'è anche un legame con la musica africana che è stata importata in Sud America. Se si aumenta la potenza della lente ci si accorge che questi legami ci sono, la musica unisce punti e distanze. Nei due singoli di lancio: "The Botanist" e "Teen Age Kingdom" si affrontano i temi della crescita personale e della scoperta di sé. C'è bisogno di parlarne anche tramite l'arte, nel vostro caso la musica? "Si, sono temi che sono stati affrontati da parte nostra in maniera molto discreta. Queste tematiche invitano a prendersi cura della propria mente, di tutto quello che ci circonda. Pensiamo che sia un buon messaggio, che possa viaggiare attraverso la musica, ed essere sottolineato e colorato con il ritmo, con la melodia. Una frase o una parola ben cantata è sicuramente un mezzo potente".