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Home » Spettacolo » José Carreras, la voce del mito: “Troppo vecchio per il palco? Il talento non ha età“

José Carreras, la voce del mito: “Troppo vecchio per il palco? Il talento non ha età“

Il grande tenore spagnolo, che compirà 76 anni il 5 dicembre prossimo, ha incantato il pubblico all'Isola d'Elba: "È bene continuare ad andare dietro ai propri sogni"

Letizia Cini
23 Luglio 2022
Compirà 76 anni il 5 dicembre il tenore José Carreras, nella foto diretto da David Giménez a Portoferraio

Compirà 76 anni il 5 dicembre il tenore José Carreras, nella foto diretto da David Giménez a Portoferraio

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Sgrana leggermente gli occhi, José Carreras. Questa domanda il tenore spagnolo, che compirà 76 anni il 5 dicembre prossimo, forse non se l’aspettava.

In un’epoca di rottamatori, che vede la giovinezza come valore assoluto, si è mai sentito vittima di ageismo, maestro?
“L’età? Ma cosa significa… Il talento è senza tempo“ sorride lui, acclamato protagonista dell’evento clou dell’ottava edizione del Magnetic Opera Festival 2022, che ha fatto registrare il tutto esaurito il 18 luglio scorso nella storica cornice dell’area archeologica della Linguella, a Portoferraio (Isola d’Elba, Livorno).

José Carreras con il soprano croato-sloveno Martina Zadro a Portoferraio: alla guida dell’Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane, David Giménez
José Carreras con il soprano croato-sloveno Martina Zadro a Portoferraio: alla guida dell’Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane, David Giménez

Occasione, il gala concerto della kermesse che si concluderà martedì 26 luglio con La Bohème di Giacomo Puccini, e che l’altra sera ha visto sul palco, applauditissimo, il tenore conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, affiancato dal soprano croato-sloveno Martina Zadro. Alla guida dell’Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane, David Giménez: classe 1964 e nipote di José Carreras, il maestro Giménez ha diretto molti concerti dell’iconico parente, incluso quello all’aperto del 1998 a Barcellona, a cui hanno partecipato 50mila persone in occasione del decimo anniversario della Fondazione Leucemia Internazionale, voluta da José Carreras, che contro la patologia ha lottato in prima persona.

La malattia

“Mi sentii male durante le riprese della Bohéme di Comencini (correva l’anno 1988, ndr) – le sue parole – . Leucemia, i medici dissero che avevo una probabilità su 10 di cavarmela. Mi aggrappai a quell’unica con tutte le forze. Mi hanno guarito i medici, l’affetto dei miei cari, di tante persone sconosciute. E la musica. Non mi ha mai lasciato“.

I tre tenori: da sinistra verso destra, Placido Domingo; Jose Carreras e Luciano Pavarotti nel 1999 a Vienna
I tre tenori: da sinistra verso destra, Placido Domingo; Jose Carreras e Luciano Pavarotti nel 1999 a Vienna

Con Placido Domingo e Luciano Pavarotti, Carreras ha dato vita ai Tre tenori, formazione nata in occasione del concerto alle antiche Terme di Caracalla a Roma, tenutosi alla vigilia della finale della Coppa del Mondo Italia ’90, il 7 luglio 1990, con Zubin Mehta. A distanza di 25 anni da quello spettacolo memorabile, il cantante lirico è tornato sul prestigioso palco romano il 19 luglio del 2015, ospite d’onore di Caracalla for Unicef’, concerto di beneficenza inserito nel cartellone estivo del Teatro dell’Opera di Roma.

La prima volta all’Isola d’Elba

Per la prima volta sull’isola toscana, José Carreras si è detto “emozionato e felice” di aver affrontato questa tappa in Italia, prima di partire alla volta della Spagna, atteso al Festival Castell de Peralada il 3 agosto, mentre l’11 novembre il grande tenore, che continua a esibirsi in tutto il mondo, canterà a Singapore e il 24 e 26 novembre in Kuwait.

L’intervista

Maestro, non si ferma mai?
“È la musica che chiama. Inoltre i tenori sono rara avis, di questi tempi“.

Non ha ancora individuato un degno erede?
“Non direi. Questo mestiere richiede una serie di elementi: talento, disciplina, vocazione, credere in quello che stai facendo. Ci sono giovani bravi e preparati, ma non ho incontrato il vero fenomeno“.

Il tenore spagnolo José Carreras nel 2005
Il tenore spagnolo José Carreras nel 2005

Qual è stato e quale continua ad essere il segreto per coltivare la sua voce in tutti questi anni e con un repertorio così ampio?
“Sono due le cose: una è la fortuna. Poi la determinazione, che ti porta a fare sacrifici quando è necessario“

A quale direttore è più affezionato?
“Herbert von Karajan, un genio della direzione orchestrale. Ma molti, anche qui in Italia, come Abbado, Muti…“.

Un ricordo di Montserrat Caballé?
“Solo una cosa: nessuno al mondo ha cantato come lei! Ci sono state altre professioniste dotatissime e dalla grande personalità, come Maria Callas, ma la perfezione del canto di Montserrat Caballé è assolutamente inarrivabile“.

Un sogno ancora da realizzare?
“È bene continuare, anche a 75 anni, ad andare dietro ai propri sogni. Salire sul palcoscenico ed avere la possibilità di trasmettere con la voce le emozioni e i sentimenti che uno ha, è già di per sé questo un sogno che si realizza“.

Che musica le piace ascoltare, maestro?
“Ho sempre avuto l’impressione che ci sia una musica per ogni momento: non sento solo lirica, sinfonica o classica, amo ogni tipo di musica che abbia una certa qualità, ovviamente. Esiste solo un cantante che ascolto ogni giorno: Giuseppe Di Stefano, perché le emozioni che mi trasmette la sua voce sono quelle che io, modestamente, vorrei dare a chi mi ascolta“.

Carreras e l’amore con Katia

Katia Ricciarelli (76 anni) e José Carreras (75) a Milano nel 1977
Katia Ricciarelli (76 anni) e José Carreras (75) a Milano nel 1977

Recentemente Katia Ricciarelli, all’anagrafe Catiuscia Maria Stella Ricciarelli, che ha vissuto un’importante storia con il maestro José Carreras, ha raccontato a Piero Degli Antoni un aneddoto che riguarda l’iconico collega, che solo collega non è stato: “È stato il primo dei miei grandi amori – ha recentemente ricordato il soprano al giornalista di Qn, Quotidiano Nazionale – . Spesso bisticciavamo, quasi sempre per gelosia. I tenori sono molto seguiti e amati dalle fan. Lo riempivano di bigliettini. Mi ricordo che una volta ne trovai uno su cui c’era scritto ‘Omait’, cioè ‘Ti amo’ al contrario. Erano cavolate del genere. Una volta gli diedi anche una bella sberla, davanti all’ambasciata italiana in Inghilterra. Ma anche lui era geloso. Eravamo insieme a cantare a Ravenna, avevamo litigato e io me ne sono andata. Quando sono tornata, ho trovato tutti i miei abiti tagliuzzati“.

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  • Il grande fiume italiano sta scomparendo, anzi evaporando. Ed è sulla secca al Pian del Re, nel territorio di Crissolo (Cuneo), che va in scena la protesta delle sirene morte alla fonte del Po. Un gruppo di attiviste di Extinction Rebellion hanno indossato le vesti della creatura mitologica, con lunghe code blu e azzurre, colore delle acque ormai ricordo, e si sono sdraiate intorno alla sorgente del fiume. 

“L’obiettivo è richiamare l’attenzione sulla gravissima siccità che l’Italia intera sta vivendo e, più in generale, sulle conseguenze tangibili che la crisi climatica sta causando anche nei territori piemontesi.”

Le sirene ambientaliste erano già comparse lo scorso febbraio sulle secche del Po all’altezza dei Murazzi di Torino.

“A distanza di mesi il deficit idrico è ulteriormente peggiorato, tanto da far convocare uno stato di allerta nazionale. La piccola secca torinese, che gli attivisti denunciavano già a febbraio, oggi si è allargata notevolmente ed è ormai invasa dalle alghe, che stanno proliferando fuori controllo in tutto il tratto cittadino del fiume.”

Se da Nord a Sud Italia gli effetti delle alte temperature e dell’afa non danno tregua ai cittadini, arriva anche la risposta degli esperti: a oggi il 2022 è l’anno più caldo di sempre.  Una situazione drammatica, in cui a riemergere dalle acque, anzi dalla mancanza di oro blu, non sono solo alghe e residui bellici, ma anche figure mitologiche che lanciano l’allarme sul disastro imminente. E le voci delle sirene, si sa, non preannunciano mai buone nuove.

Di Marianna Grazi ✍

#lucenews #lucelanazione #extinctionrebellion #sirene #deltadelpo
  • Luoghi romantici e dove trovarli. Nel mondo esistono tanti posti che, per il loro suggestivo panorama, sono ideali per baciarsi. ✨

Senza andare troppo lontano, anche in Italia ci sono luoghi incantevoli che sembrano usciti da un libro di fiabe. La lista è lunga e da pochi giorni comprende anche il Belvedere del Sognatore di Anacapri, piccolo comune situato sull’isola di Capri, una piazzola romantica che affaccia sul mare di Punta Carena alla base del rosso faro che di notte indica la rotta ai naviganti. Qui, l’amministrazione comunale ha istituito l’obbligo di baciarsi. A dirlo è un cartello stradale blu, con la scritta “Zona romantica, obbligatorio baciarsi” e il disegno di due che lo fanno. 

In Italia, oltre ad Anacapri, ci sono altri posti romantici dove campeggiano i cartelli “Kiss Please“. Uno di questi cartelli si trova in Cilento, precisamente a Trentinara, sul belvedere del paese. Le due sagome che si baciano si pensa siano Saul e Isabella, i protagonisti di una leggenda del posto. Si narra, infatti, che i due amanti si gettarono dalla terrazza insieme, racchiusi in un abbraccio senza fine, e promettendosi amore per l’eternità.

A Tortoreto, in provincia di Teramo, i cartelli sono ben quattro e poi, ancora, un altro cartello con “obbligo” di bacio si trova a Sirmione, lungo la passeggiata sul Lago di Garda. 

#lucenews #lucelanazione #kissplease #anacapri #italy🇮🇹
  • I disturbi mentali, nonostante siano sempre più diffusi nella società odierna, ancora oggi non ricevono l’attenzione che meritano sia dall’opinione pubblica, sia dagli ambienti familiari e lavorativi: spesso capita che si accusi il malato di “pigrizia” o di “irresponsabilità”. 

Essi non si manifestano all’esterno come una malattia fisica, e per questo vengono presi meno sul serio, percepiti come meno reali.

Il disturbo mentale è per antonomasia una malattia invisibile, sì, ma non per questo è immaginaria. Serve fare attenzione, serve una lezione di umanità. Serve cura, soprattutto nelle parole.

#lucenews #lucelanazione #disturmimentali #mentalheath #metaldesorder
  • Se esistesse il premio come miglior bagnina del mese sicuramente lo avrebbe vinto lei. Natalia Lucas, 18 anni, ha fatto nascere un bambino all’interno della piscina YMCA, in Colorado. La mamma del piccolo si stava infatti godendo una giornata di relax quando è entrata in travaglio.

Infatti quando Tessa Rider e suo marito, Matthew Jones, sono andati in piscina, sapevano della possibilità dell’arrivo del figlio, visto le settimane di ritardo. La mamma di 29 anni ha affermato che una delle uniche cose che l’ha aiutata a sopportare il dolore mentre aspettava il parto era lo stare in acqua. “Sapevamo che il bambino sarebbe arrivato. Semplicemente non sapevamo se sarebbe stata una settimana, due settimane o oggi”, ha dichiarato qualche giorno fa Tessa. Le sue acque, però, si sono rotte proprio mentre è entrata in piscina. Suo marito ha preso immediatamente il telefono per chiedere aiuto.

Ed è proprio qui che è intervenuta Natalie. Mentre usava un walkie-talkie per informare i dipendenti della situazione, gridando ad altri nuotatori di chiamare i servizi di emergenza, ha afferrato un kit di pronto soccorso e degli asciugamani e si è precipitata ad aiutare la coppia. “Sono rimasta calma e non sono andata fuori di testa, perché è quello che devi fare in questo lavoro. Non puoi davvero esitare o aspettare che arrivi qualcun altro. Tu sei il bagnino, sei il salvagente per tutti ” ha dichiarato la giovane eroina. Natalie ha sorretto la testa della madre incinta mentre il padre ha aiutato il piccolo Toby a venire al mondo.

Oltre a congratularsi con la coppia felice, l’YMCA del Colorado settentrionale ha condiviso un messaggio speciale a Natalie sui social media, osservando che fare nascere “un bambino durante il suo turno domenicale” era “qualcosa di sicuramente diverso dal lavoro che deve svolgere quotidianamente. Natalia è andata oltre se stessa rispondendo con compassione, premura e grinta”. 

Ma non è finita qui. Il neonato della coppia, il figlio Toby, è stato dotato di un abbonamento a vita per entrare in piscina e chissà se in futuro seguirà le orme della sua eroina.

#lucenews #storiedieroine #eroine #natalielucas #colorado #ymca
Sgrana leggermente gli occhi, José Carreras. Questa domanda il tenore spagnolo, che compirà 76 anni il 5 dicembre prossimo, forse non se l’aspettava. In un’epoca di rottamatori, che vede la giovinezza come valore assoluto, si è mai sentito vittima di ageismo, maestro? “L’età? Ma cosa significa... Il talento è senza tempo“ sorride lui, acclamato protagonista dell’evento clou dell’ottava edizione del Magnetic Opera Festival 2022, che ha fatto registrare il tutto esaurito il 18 luglio scorso nella storica cornice dell’area archeologica della Linguella, a Portoferraio (Isola d’Elba, Livorno).
José Carreras con il soprano croato-sloveno Martina Zadro a Portoferraio: alla guida dell’Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane, David Giménez
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La malattia

“Mi sentii male durante le riprese della Bohéme di Comencini (correva l'anno 1988, ndr) - le sue parole - . Leucemia, i medici dissero che avevo una probabilità su 10 di cavarmela. Mi aggrappai a quell’unica con tutte le forze. Mi hanno guarito i medici, l’affetto dei miei cari, di tante persone sconosciute. E la musica. Non mi ha mai lasciato“.
I tre tenori: da sinistra verso destra, Placido Domingo; Jose Carreras e Luciano Pavarotti nel 1999 a Vienna
I tre tenori: da sinistra verso destra, Placido Domingo; Jose Carreras e Luciano Pavarotti nel 1999 a Vienna
Con Placido Domingo e Luciano Pavarotti, Carreras ha dato vita ai Tre tenori, formazione nata in occasione del concerto alle antiche Terme di Caracalla a Roma, tenutosi alla vigilia della finale della Coppa del Mondo Italia ’90, il 7 luglio 1990, con Zubin Mehta. A distanza di 25 anni da quello spettacolo memorabile, il cantante lirico è tornato sul prestigioso palco romano il 19 luglio del 2015, ospite d’onore di Caracalla for Unicef’, concerto di beneficenza inserito nel cartellone estivo del Teatro dell’Opera di Roma.

La prima volta all'Isola d'Elba

Per la prima volta sull’isola toscana, José Carreras si è detto "emozionato e felice" di aver affrontato questa tappa in Italia, prima di partire alla volta della Spagna, atteso al Festival Castell de Peralada il 3 agosto, mentre l’11 novembre il grande tenore, che continua a esibirsi in tutto il mondo, canterà a Singapore e il 24 e 26 novembre in Kuwait.

L'intervista

Maestro, non si ferma mai? “È la musica che chiama. Inoltre i tenori sono rara avis, di questi tempi“. Non ha ancora individuato un degno erede? “Non direi. Questo mestiere richiede una serie di elementi: talento, disciplina, vocazione, credere in quello che stai facendo. Ci sono giovani bravi e preparati, ma non ho incontrato il vero fenomeno“.
Il tenore spagnolo José Carreras nel 2005
Il tenore spagnolo José Carreras nel 2005
Qual è stato e quale continua ad essere il segreto per coltivare la sua voce in tutti questi anni e con un repertorio così ampio? “Sono due le cose: una è la fortuna. Poi la determinazione, che ti porta a fare sacrifici quando è necessario“ A quale direttore è più affezionato? “Herbert von Karajan, un genio della direzione orchestrale. Ma molti, anche qui in Italia, come Abbado, Muti...“. Un ricordo di Montserrat Caballé? “Solo una cosa: nessuno al mondo ha cantato come lei! Ci sono state altre professioniste dotatissime e dalla grande personalità, come Maria Callas, ma la perfezione del canto di Montserrat Caballé è assolutamente inarrivabile“. Un sogno ancora da realizzare? “È bene continuare, anche a 75 anni, ad andare dietro ai propri sogni. Salire sul palcoscenico ed avere la possibilità di trasmettere con la voce le emozioni e i sentimenti che uno ha, è già di per sé questo un sogno che si realizza“. Che musica le piace ascoltare, maestro? “Ho sempre avuto l’impressione che ci sia una musica per ogni momento: non sento solo lirica, sinfonica o classica, amo ogni tipo di musica che abbia una certa qualità, ovviamente. Esiste solo un cantante che ascolto ogni giorno: Giuseppe Di Stefano, perché le emozioni che mi trasmette la sua voce sono quelle che io, modestamente, vorrei dare a chi mi ascolta“.

Carreras e l'amore con Katia

Katia Ricciarelli (76 anni) e José Carreras (75) a Milano nel 1977
Katia Ricciarelli (76 anni) e José Carreras (75) a Milano nel 1977
Recentemente Katia Ricciarelli, all’anagrafe Catiuscia Maria Stella Ricciarelli, che ha vissuto un’importante storia con il maestro José Carreras, ha raccontato a Piero Degli Antoni un aneddoto che riguarda l'iconico collega, che solo collega non è stato: “È stato il primo dei miei grandi amori - ha recentemente ricordato il soprano al giornalista di Qn, Quotidiano Nazionale - . Spesso bisticciavamo, quasi sempre per gelosia. I tenori sono molto seguiti e amati dalle fan. Lo riempivano di bigliettini. Mi ricordo che una volta ne trovai uno su cui c’era scritto 'Omait', cioè 'Ti amo' al contrario. Erano cavolate del genere. Una volta gli diedi anche una bella sberla, davanti all’ambasciata italiana in Inghilterra. Ma anche lui era geloso. Eravamo insieme a cantare a Ravenna, avevamo litigato e io me ne sono andata. Quando sono tornata, ho trovato tutti i miei abiti tagliuzzati“.
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