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Home » Spettacolo » La moda non ha età: a 71 anni Sarah Grant debutta in passerella alla fashion week australiana

La moda non ha età: a 71 anni Sarah Grant debutta in passerella alla fashion week australiana

La modella ha debuttato a 16 anni in una sfilata per Pierre Cardin, poi ha calcato le maggiori passerelle per marchi come Valentino e Karl Lagerfeld. "Ho visto cambiare completamente i canoni della moda"

Marianna Grazi
7 Giugno 2021
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I 70 anni sono i nuovi 50? Perché no. Sarah Grant, modella di 71 anni, non ha dubbi. Così ha indossato un costume da bagno nero, scarpe abbinate e camicia floreale per fare il suo debutto sulla  passerella della fashion week australiana.

“È fantastico per le donne più anziane vedere una persona più matura che indossa un outfit, perché così possono immaginarlo su di loro” ha raccontato la Grant al Guardian. “Indossare un costume da bagno non è stato un problema per me, perché i 70 sono i nuovi 50. Siamo tutti più sani e viviamo più a lungo ai giorni d’oggi – ha aggiunto la modella – Abbiamo un solo corpo, non possiamo che esserne orgogliosi. Si tratta di potenziare te stessa e gli altri, qualunque sia la tua forma, dimensione o età. Ed è un bene per gli affari perché i baby boomer sono una delle fasce demografiche più grandi quando si tratta di acquistare moda”.

Sarah, nuova al cospetto del numeroso pubblico del Carriageworks di Sydney, è invece una veterana della moda internazionale. La sua prima apparizione in passerella è stata per Pierre Cardin, in Nuova Zelanda, ad appena 16 anni. “Mi sono intrufolato per assistere a una prova generale e ha deciso che mi voleva nel suo spettacolo – ricorda – Ero molto più alta delle altre ragazze, quindi hanno dovuto togliermi l’imbottitura di giornale dalle scarpe”. Poi Valentino, Karl Lagerfeld e Zandra Rhodes sono stati alcuni tra i più noti marchi per cui ha sfilato a Parigi, Milano e Londra prima di tornare in Australia, dove è apparsa sulla copertina di Playboy con una chitarra elettrica negli anni ’70. “Indossavo pantaloni neri e una giacca di pelle nera. Mi hanno detto ‘puoi toglierti i pantaloni?’. Ho detto di sì, ma ti costerà un extra per gamba. E hanno pagato”. Ma a Helmut Newton che le chiese di posare nuda su una moto ha rifiutato.
Il rapporto con il suo corpo non è sempre stato così consapevole: “Quando ho compiuto 30 anni sono andata fuori di testa. Ma poi ho capito che era il caso di rilassarsi, perché non puoi fermare il tempo. Oggi più che mai ho gioia nella mia vita. Avrei troppa paura a fare un lifting“.

A 55 anni di distanza dal suo esordio la modella ha visto cambiare drasticamente l’industria della moda. Negli anni ’60, racconta, “eravamo tutte taglie regolari – una taglia 10 o 12 (46 italiana e 42 europea, ndr) – quindi non c’era la pressione di essere magre”. Poi con il trascorrere degli anni anche i canoni di bellezza sono cambiati: “Quando è arrivato il look super skinny è stato davvero tragico per il business e molte ragazze hanno finito per avere problemi a causa di questo”. E conclude con una riflessione sulla contemporaneità: “Oggi se non hai un grande seguito su Instagram, nessuno ti guarderà. È un peccato che le persone siano così legate ai social media, ma il lato positivo è che le modelle possono usarli per avere la propria agenzia e la propria voce“.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
I 70 anni sono i nuovi 50? Perché no. Sarah Grant, modella di 71 anni, non ha dubbi. Così ha indossato un costume da bagno nero, scarpe abbinate e camicia floreale per fare il suo debutto sulla  passerella della fashion week australiana. "È fantastico per le donne più anziane vedere una persona più matura che indossa un outfit, perché così possono immaginarlo su di loro" ha raccontato la Grant al Guardian. "Indossare un costume da bagno non è stato un problema per me, perché i 70 sono i nuovi 50. Siamo tutti più sani e viviamo più a lungo ai giorni d’oggi - ha aggiunto la modella - Abbiamo un solo corpo, non possiamo che esserne orgogliosi. Si tratta di potenziare te stessa e gli altri, qualunque sia la tua forma, dimensione o età. Ed è un bene per gli affari perché i baby boomer sono una delle fasce demografiche più grandi quando si tratta di acquistare moda". Sarah, nuova al cospetto del numeroso pubblico del Carriageworks di Sydney, è invece una veterana della moda internazionale. La sua prima apparizione in passerella è stata per Pierre Cardin, in Nuova Zelanda, ad appena 16 anni. "Mi sono intrufolato per assistere a una prova generale e ha deciso che mi voleva nel suo spettacolo - ricorda - Ero molto più alta delle altre ragazze, quindi hanno dovuto togliermi l’imbottitura di giornale dalle scarpe". Poi Valentino, Karl Lagerfeld e Zandra Rhodes sono stati alcuni tra i più noti marchi per cui ha sfilato a Parigi, Milano e Londra prima di tornare in Australia, dove è apparsa sulla copertina di Playboy con una chitarra elettrica negli anni '70. "Indossavo pantaloni neri e una giacca di pelle nera. Mi hanno detto ‘puoi toglierti i pantaloni?’. Ho detto di sì, ma ti costerà un extra per gamba. E hanno pagato". Ma a Helmut Newton che le chiese di posare nuda su una moto ha rifiutato. Il rapporto con il suo corpo non è sempre stato così consapevole: "Quando ho compiuto 30 anni sono andata fuori di testa. Ma poi ho capito che era il caso di rilassarsi, perché non puoi fermare il tempo. Oggi più che mai ho gioia nella mia vita. Avrei troppa paura a fare un lifting". A 55 anni di distanza dal suo esordio la modella ha visto cambiare drasticamente l'industria della moda. Negli anni '60, racconta, "eravamo tutte taglie regolari - una taglia 10 o 12 (46 italiana e 42 europea, ndr) - quindi non c'era la pressione di essere magre". Poi con il trascorrere degli anni anche i canoni di bellezza sono cambiati: "Quando è arrivato il look super skinny è stato davvero tragico per il business e molte ragazze hanno finito per avere problemi a causa di questo". E conclude con una riflessione sulla contemporaneità: "Oggi se non hai un grande seguito su Instagram, nessuno ti guarderà. È un peccato che le persone siano così legate ai social media, ma il lato positivo è che le modelle possono usarli per avere la propria agenzia e la propria voce".
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