Laboratorio Gabrielli, il teatro per persone con e senza disabilità
A Roma, in 28 anni di attività, il progetto ha coinvolto circa 300mila studenti. Roberto Gandini: "È una comunità coesa che aiuta a superare le paure"
Uno spettacolo del laboratorio Gabrielli (Foto di: A. Lepera)
Sconfiggere le paure mano nella mano. Insieme sul palcoscenico, dove le distanze si annullano e le diversità diventano ricchezza. È il potere del teatro che diventa rifugio, casa, famiglia. "Riesce a far sentire normali i ragazzi e le ragazze che non vengono considerati 'normali'. Sul palco siamo tutti uguali ciascuno con la propria disabilità, chi più evidente chi meno" spiega a Luce! l'attore romano Gabriele Ortenzi, 35 anni. Il Laboratorio Integrato Piero Gabrielli, con sede in via di San Michele nel cuore di Trastevere, segue una pratica concreta di integrazione, inclusione e partecipazione di ragazzi con e senza disabilità. In 28 anni di attività ha coinvolto oltre 200mila studenti, di cui 89.857 con varie forme di disabilità, diventando un punto di riferimento a Roma.
Dai "Progetti pilota", che hanno previsto il saggio finale sul palco del Teatro di Roma, ai laboratori decentrati nelle scuole, fino ai workshop sperimentali e agli spettacoli della PiccolaCompagnia, formata da giovani attori al cinquanta per cento disabili, ai quali viene data una grande opportunità di lavoro, di inserimento nel tessuto sociale e di autonomia.
"Il Gabrielli mi ha cambiato la vita"
"Ho iniziato l'esperienza al Laboratorio Gabrielli grazie alla mia insegnante di sostegno. Fu lei a propormi di tentare quella via". Gabriele Ortenzi, a molti anni di distanza, ripercorre con emozione quel momento che è stato un punto di svolta nella sua vita. Da semplice passione, infatti, è diventata una professione per Gabriele che oggi fa parte della Piccola Compagnia del Gabrielli.
Uno spettacolo del Laboratorio Gabrielli di Trastevere (Foto di: A. Lepera)
Che per lui e gli altri partecipanti rappresenta "Una comunità che ti sostiene e ti aiuta a superare qualsiasi paura". Senso del gruppo, amicizia, accettazione: sono questi i valori alla base di questa esperienza di vita. "Siamo ragazzi che vogliono essere ascoltati, amati. Per noi non è banale", prosegue il 35enne.
"Si fa con quello che c'è, è un'esperienza di vita"
"Il teatro si fa con quello che c'è e non con quello che ci dovrebbe essere". È questa l'idea alla base del progetto teatrale romano, che ci racconta Roberto Gandini, anima del progetto, regista e drammaturgo. "È una vera e propria esperienza di vita, che predilige la valorizzazione dei punti di forza delle persone con e senza disabilità, attraverso un lavoro corale, per il raggiungimento di un risultato comune. In situazioni di sofferenza il teatro è quella medicina che, antropologicamente parlando, può sanare le ferite e i dolori".
Laboratorio Gabrielli, un esempio di inclusione a Roma
"Mi ha aiutato a superare paure e insicurezze"
A Melissa Cahigan, 22 anni, dal 2015 nel progetto del Gabrielli, il Laboratorio ha dato "la possibilità di conoscere nuove persone e diverse diverse tra loro con le quali ho potuto creare un legame forte e profondo. Un vero e proprio gruppo di amici che mi ha aiutato a superare le mie paure e insicurezze. In questo modo, sono riuscita a fortificare la mia autostima e mi ha dato il coraggio di mettermi in gioco nella vita di tutti i giorni e di comunicare con gli altri".
Chi era Piero Gabrielli
Piero Gabrielli, a cui è dedicato il Laboratorio integrato di Roma, nacque nella Capitale nel 1924. Fu principalmente un imprenditore nel campo della ristorazione. Cresciuto nel locale "Le grotte del Piccione", di cui era titolare il padre, ne fu l’animatore negli anni ‘50 e 60, costruendosi cosi un'esperienza di impresario musicale e teatrale. Le sue agiate possibilità economiche gli permisero comunque di coltivare i propri interessi per l’arte nelle sue diverse forme, dal teatro alla musica e alla letteratura in particolare, e di finanziare iniziative di utilità sociale e non solo. La sua generosità e la sua disponibilità gli valsero da molti l’appellativo di “San Bernardo”; ebbe infatti, una forte disposizione verso gli altri, ma soprattutto una bontà d’animo ed una carica emotiva sempre orientata al sentimento dell’amicizia e dello stare insieme. Quando ebbe a che fare, a livello familiare, con la disabilità, l’Osteria Margutta (da lui fondata) diventò ben presto uno spazio per iniziative di impegno sociale.
Lo staff e i partecipanti al Laboratorio Gabrielli
Presero così vita l’associazione "Mille bambini a Via Margutta", a cui aderirono artigiani, pittori, galleristi, antiquari e commercianti di zona, che, incoraggiati da lui, nel 1975 si riunirono in un Comitato promotore per lo studio e il sostegno delle diverse forme di disabilità. Ma Piero Gabrielli fu anche tra i fondatori della FOREP, fondazione nata nel 1989 da un équipe di medici e da un gruppo di persone interessate ai problemi scientifici e assistenziali dei pazienti con epilessia. Nel 1980 strappò a Luigi Squarzina, allora direttore artistico del Teatro di Roma, la promessa, di un "laboratorio teatrale integrato per ragazzi con e senza problemi di comunicazione". Il Laboratorio che dal 1995 porta il suo nome, è tuttora attivo e produttivo grazie alla collaborazione e l’impegno di professionisti e specialisti e al coinvolgimento di Roma Capitale, Teatro di Roma e Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio. Gabrielli si spense il 15 dicembre 1994.