Lo spettacolo
Oggi le battaglie, le voci, le vicende di tutte le persone che contribuirono a questa unificazione sono noti, ma dietro ai tanti politici o combattenti immortalati nei libri di scuola, ci sono centinai di figure rimaste troppo spesso nell'ombra. Che ora tornano in qualche modo a vivere grazie a "Maestre - canto le donne, l’Italia e altre storie", lo spettacolo di e con Giovanna Scardoni e la regia di Stefano Scherini. Si tratta di una produzione Mitmacher, in collaborazione con MAT - Movimenti Artistici Trasversali, che andrà in scena lunedì 18 Dicembre alle ore 20.45, al teatro Camploy di Verona, all’interno della rassegna Altro Teatro/City (Info e prenotazioni: [email protected]). "Maestre" racconta la nascita della straordinaria epopea delle insegnanti italiane, di come abbiano alfabetizzato il nostro Paese e dato così inizio alla prima vera emancipazione femminile d’Italia.Le Maestre
Nonostante il titolo al plurale in scena c'è una sola attrice, che attraversa, vive e riunisce in sé la storia delle docenti più conosciute, quelle che hanno avuto il coraggio e i mezzi per opporsi e migliorare il proprio mestiere; ma anche tante donne sconosciute, che per potersi guadagnare l'indipendenza e per aiutare le famiglie in povertà, erano costrette a vivere condizioni disumane sia dal punto di vista fisico che morale.
Di loro parla la giornalista e scrittrice Matilde Serao nell’articolo “Come muoiono le maestre”, e anche Ada Negri ne “Le Solitarie”. Maestre scrittrici dunque, e poi impegnate in politica, laiche e cattoliche, maestre che hanno senz’altro iniziato coraggiosamente un percorso di emancipazione, di libertà personale, collettiva, economica, culturale ma anche legale. Tra loro le dieci insegnanti di Senigallia che nel 1906, spronate da Maria Montessori, hanno chiesto a gran voce il diritto di voto. In una società in continuo cambiamento, ancora soggetta a pregiudizi di genere ben radicati (molti dei quali ancora oggi presenti, quindi...), lo spettacolo racconta questa nuova classe di lavoratrici (nel 1901 erano 62.643!), di cui si sa troppo poco e a cui tutte e tutti dobbiamo molto.La compagnia
Mitmacher, nome della compagnia che porta in scena lo spettacolo, è un neologismo tedesco che viene dall'unione di due parole, Mit – macher, e significa fare con, fare assieme. L’Associazione Culturale Mitmacher, che ha sede in Verona, realizza e diffonde spettacoli dal vivo. Ha collaborato e prodotto con Il Piccolo Teatro di Milano, la compagnia Lombardi-Tiezzi di Firenze, il Teatro del Carretto e MAT di Lucca.