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Oscar 2024, il “cessate il fuoco” sul palco e Oppenheimer si schiera per la pace

Da Mark Ruffalo a Billie Eilish con la spilla “Artis4Ceasefire”, dai discorsi di Jonathan Glazer e Cilliam Murphy con la statuetta alla mano, alle vittorie di pellicole emblematiche come: “Oppenheimer”, “La zona di interesse”, “20 Days in Mariupol” e “War is over”

di GIOVANNI BOGANI -
11 marzo 2024
TOPSHOT-US-ENTERTAINMENT-FILM-AWARD-OSCARS-PRESS ROOM

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Alla cerimonia degli Oscar, conclusasi questa notte alle 3:30 ora italiana, non molti hanno parlato del mondo là fuori. Il mondo che, fuori dal Dolby Theatre, usa i droni non per fare riprese aeree ma per colpire obiettivi militari e civili. Il mondo in cui due guerre straziano popolazioni intere, e mettono in pericolo gli equilibri del pianeta. Erano in tanti, però, a portare sul tuxedo un segnale inequivocabile.

Ce l’aveva Billie Eilish, premiata con l’Oscar per la canzone “What Was I Made For?”. Ce l’aveva, visibilissima, Mark Ruffalo. E con loro molti altri. È la spilla Artist4Ceasefire, indossata dagli artisti che invocano il cessate il fuoco a Gaza. Ce l’aveva anche l’attore egiziano/americano Rami Youssef, nel cast di “Povere creature!”, il quale ha parlato proprio di questo nelle interviste sul red carpet: “Chiediamo un immediato e permanente cessate il fuoco a Gaza”, ha detto.

USA ACADEMY AWARDS 2024
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La disumanizzazione ieri e oggi

Ha parlato della guerra a Gaza nel suo discorso Jonathan Glazer, il regista de “La zona di interesse”, premiato come miglior film internazionale. “Il nostro film mostra dove conduce, nella sua forma peggiore, la disumanizzazione che ha segnato il nostro passato e il nostro presente. In questo momento, siamo qui come uomini che rifiutano che la loro ebraicità e l’Olocausto siano dirottati, che rifiutano un’occupazione che ha portato alla guerra per tante persone innocenti, che siano le vittime dell’attacco del 7 ottobre o dell’attacco in corso a Gaza. Tutte vittime di questa disumanizzazione. Come possiamo resistere?”.

Oppenheimer per la pace

E la pace la ha nominata anche Cilliam Murphy, vincitore della statuetta come miglior attore, per la sua interpretazione in “Oppenheimer”: “Abbiamo fatto un film sull’uomo che ha creato la bomba atomica e, nel bene e nel male, viviamo nel mondo di Oppenheimer. Così, io vorrei davvero dedicare questo premio a tutti i costruttori di pace, ovunque”.

L’abbraccio all’Ucraina

Il discorso di Mstyslav Chernov dopo aver ricevuto l'Oscar
Il discorso di Mstyslav Chernov dopo aver ricevuto l'Oscar

Oltre alla tragedia in corso a Gaza, c’è la guerra in Ucraina. E c’è un film premiato con l’Oscar che la racconta: è il documentario “20 Days in Mariupol” di Mstyslav Cernov. In uno dei più potenti discorsi della cerimonia, Cernov ha detto: “Vorrei che non ci fossero stati i motivi che mi hanno portato a fare questo film. Vorrei scambiare questo Oscar per un mondo in cui la Russia non avesse mai attaccato l’Ucraina e non avesse mai occupato le nostre città”, ha detto tenendo la statuetta in mano.

“Vorrei che la Russia non avesse ucciso decine di migliaia di miei concittadini ucraini. Vorrei che avessero liberato tutti gli ostaggi, tutti i soldati che stanno proteggendo la nostra terra, tutti i civili che sono ora nelle loro prigioni. Ma non posso cambiare la storia, non posso cambiare quello che è stato”. Ha concluso: “Ma tutti assieme possiamo fare in modo che questa storia non venga seppellita, e che le persone di Mariupol che hanno dato la vita non vengano mai dimenticate”.

Infine, non è un caso che l’Oscar per il miglior corto di animazione l’abbia vinto “War Is Over”, ispirato dalla canzone di John Lennon e Yoko Ono, inno all’utopia della pace datato 1971. E che ad alzare la statuetta ci fosse anche Sean Ono Lennon, il figlio dei due pacifisti più famosi del globo.