X Factor, Morgan: dal genio alla sregolatezza in un giro di do

Lo scontro a colpi bassi con Fedez, suo ormai ex collega di X Factor, è solo l'ultimo di una lunga serie di episodi "alla Morgan"

di RICCARDO JANNELLO -
23 novembre 2023
In fondo ha (sempre) ragione Fiorello: “Se chiami Morgan in tv e gli fai fare il Morgan poi non ti devi lamentare se fa il Morgan. Se vuoi qualcos’altro non devi chiamare lui”. E Morgan che fa il Morgan è sempre di più un personaggio ingombrante, divisivo, genio e sregolatezza (purtroppo più spesso la seconda), incapacità di reggere il confronto con gli altri per manifesta presunta superiorità. Che Marco Castoldi, ex Argento, sappia di musica più di Federico Lucia è pacifico, che Fedez sappia più di marketing è altrettanto chiaro. E le due cose allo stesso tavolo rischiano davvero di scontrarsi se nessuno dei due è disposto a riconoscere i pregi dell’altro. Dalla lite furiosa fra i due artisti, a tratti imbarazzante per i livelli raggiunti (vedi Morgan che punzecchia il rapper sulla sua salute mentale) che è scaturita dopo l’esclusione dell’ex leader dei Bluvertigo da X Factor si sentirà parlare ancora fra Tapiri e Whatsapp e il rischio è di arrivare in tribunale cosa che a Morgan non conviene. 
 
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Il botta e risposta

L’ultima questione sollevata dal rapper è che Morgan trattasse male le dipendenti di Sky in passato e ci sarebbero anche delle registrazioni, ma l‘azienda smentisce video spioni. Che i due musicisti milanesi non si fossero mai sopportati si sa e quindi non si capisce come sia stato formato il cast dei giudici sapendo che prima o poi qualcosa di grave sarebbe scoppiato. Se poi ci sia direttamente Fedez dietro l’esclusione di Morgan lo pensa soprattutto Castoldi anche se il signor Ferragni non fa nulla, nei fatti e nelle parole, per smentirlo. Di certo, i due stanno usando le cosiddette “armi sporche”, quelle che sono condannate da qualsiasi convenzione internazionale: da una parte Fedez e quel richiamo a violenze, di non si sa quale genere, che a detta sua sarebbero state perpetrate dietro le quinte dall’ex Bluvertigo; dall'altra Morgan che, per zittirlo, si accanisce sui problemi di salute mentale di cui il rapper non ha mai fatto mistero.

Un re Mida al contrario

Comunque il busillis è: Morgan ha completamente buttato via la sua allure di possibile genio della musica? E’ obnubilato a tal punto da far diventare letame tutto ciò che tocca? In questo senso lo crede un giornalista molto graffiante e informato come Andrea Scanzi che ha definito il polistrumentista e cantante “sul viale del tracollo” parafrasando un noto film hollywoodiano. Certo è che più sponsor altolocati Morgan si trova – l’ad Rai Roberto Sergio, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e soprattutto il sottosegretario Vittorio Sgarbi al quale, sempre parole di Scanzi, “fa il cicisbeo” - più cade in basso, una caduta che si teme irreversibile. Ma è qualche anno, da quando gli è stata pignorata la casa per i mancati pagamenti degli alimenti alla figlia, che Morgan ne azzecca poche e soprattutto cade sul suo narcisismo. Il Festival di Sanremo è dirimente: nel 2010 fu cassato per una sua dichiarazione sull’uso di droga; e di nuovo a Sanremo è stato squalificato quando cantò un testo diverso da quello scritto con Bugo accusando in pratica il suo duettante di essere scarso; e sempre a Sanremo c’è ricaduto nonostante Amadeus lo avesse ripreso come membro della giuria per selezionare i Giovani e ha di nuovo calpestato ogni logica facendosi cacciare.
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Morgan sul palco di Sanremo nel 2020 (ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

Senza calcare troppo la mano sulla vicenda ignobile di Selinunte, quando attaccò tutti e accusò il pubblico a suon di parolacce e insulti omofobi e Sgarbi tentò disperatamente di giustificarlo, è per un programma che doveva riproiettarlo verso il successo che ci è pianto il cuore e abbiamo perso, a mio parere, l’ultimo pirata della nostra musica, l’ultimo Buscaglione, Gaetano, Luttazzi.

La scommessa, persa, di "StraMorgan"

Si tratta di “StraMorgan”, quattro puntate consecutive programmate in seconda serata su Rai2 dal 10 al 13 aprile scorsi, nelle quali Castoldi avrebbe potuto fare molto bene alla musica italiana, pur con quel suo fare da divulgatore irrequieto e ossessivo (il contrario del grande Stefano Bollani) ma assolutamente preparato come pochi e dove, a mio parere, ha invece bucato completamente. Non lo diciamo per i bassi ascolti – tre puntate poco sopra il 3% e una al 6,5%, ma si sa che l’Auditel è un cagnaccio incomprensibile -, ma per come Morgan ha buttato via le sue lezioni di musica straparlando in modo esagitato – ripeto: tanto di cappello all’intenditore e al musicista – e volendo interpretare in prima persona brani che ormai la sua voce non regge più, invitando ogni volta ospiti celebri che erano completamente a loro disagio. I ricordi di Modugno, Bindi, Battiato e Battisti (paragonato a David Bowie e non si è capito perché) sono così rimasti a metà nonostante gli sforzi di Pino Strabioli che tentava disperatamente di far tornare alla ragione il suo conduttore finendo per sembrare anche lui – solitamente bravissimo, educato, raffinato e affascinante – un pesce fuor d’acqua. Concludendo: Morgan è bollito? Il timore è che a soli 51 anni da compiere il 23 dicembre lo sia. A meno che non faccia un bagno di umiltà (ma sembra difficile), regoli la propria vita fuori controllo (per riconquistare almeno una voce decente) e non dia retta a chi lo adula pronto a cacciarlo dal piedistallo al nuovo inciampo. Sennò ci troveremo di fronte a un Piero Ciampi del Ventunesimo secolo: genio unico, ma soprattutto sregolatezza e autolesionismo.