"Accetto il giudizio esterno su quello che dico, ma su come lo dico non mi tocca e non mi deve toccare – continua il 28enne toscano, vittima, lo scorso anno, di un'aggressione ingiustificata durante un match di Serie B da parte dell'attaccante dell'Empoli Patrick Cutrone, che durante la partita con Cagliari, dalla panchina, lo aveva insultato proprio per le balbuzie. Dopo le polemiche e le scuse, la questione si era sgonfiata. Mentre la battaglia di Cragno va avanti con coraggio ma soprattutto con al voglia di diventare un punto di riferimento per chi, come lui, ne soffre e per tanto tempo è stato condizionato dal giudizio degli altri. Perché sbagliare, avere difficoltà, è umano: "Meglio trovare le parole giuste che non trovarle. Questo non significa evitare di migliorare, ma se nel percorso inciampo, pazienza. Sono questo: parlo, balbetto, vado in diretta tv e faccio le interviste balbettando", prosegue il portiere. A cui spesso "Capita che, una volta rientrato negli spogliatoi, trovi qualche messaggio su Instagram: 'Ciao, ti ho visto, ma come fai? Io soffro del tuo stesso problema e mi vergogno nell’approcciare alle persone'. Ne patiscono, come me, oppure sono i genitori di quei ragazzi che hanno la mia stessa caratteristica. Mi dicono 'grazie' perché mi vedono sereno e prendono coraggio".