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Home » Sport » Danielle Frédrérique Madam, campionessa di lancio del peso diventa cittadina italiana

Danielle Frédrérique Madam, campionessa di lancio del peso diventa cittadina italiana

L'altela di origni camerunensi fu attaccata sui social quando affermò: "Fossi stata un calciatore come Suarez non avrei avuto difficoltà ad avere un passaperto"

Piero Ceccatelli
30 Aprile 2021
/ph PaviaPress pavia - Danielle Frederique Madam, 23 anni, atleta della Bracco Atletica Milano al campo Coni di pavia diventa cittadina italiana dopo gli attacchi razzisti  sui social e nel bar in cui lavora  con il sindaco fracassi fabrizio - foto torres *** Local Caption *** 2021:04:30 13:19:28
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/ph PaviaPress pavia - Danielle Frederique Madam, 23 anni, atleta della Bracco Atletica Milano al campo Coni di pavia diventa cittadina italiana dopo gli attacchi razzisti sui social e nel bar in cui lavora con il sindaco fracassi fabrizio - foto torres *** Local Caption *** 2021:04:30 13:19:28 2021:04:30 13:19:28

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Ha coronato il suo sogno. Danielle Frédérique Madam, 23 anni, di origini camerunensi, campionessa di atletica nella specialità del lancio del peso, è cittadina italiana. La cerimonia si è svolta a Palazzo Mezzabarba, sede del Comune di Pavia, davanti al sindaco Mario Fabrizio Fracassi che si era preso a cuore il suo caso dopo che Danielle, nello scorso autunno, era stata oggetto di attacchi e insulti razzisti.

Tutto era nato dopo che l’atleta si era sfogata sui social in seguito alla notizia dell’indagine aperta a Perugia per il falso esame di italiano di Luis Suarez: “Se fossi un calciatore come Suarez – aveva dichiarato Danielle – non avrei problemi ad avere un passaporto“. Una dichiarazione che le era costata diversi messaggi di odio e razzismo sui social ed anche un’infelice frase rivoltale da un cliente del bar presso il quale la ragazza lavorava: “Tu non sei italiana, a cosa ti serve diventare italiana? Tu non diventerai mai italiana”.

Danielle Frederique Madam è cittadina italiana. Qui,  col  sindaco di Pavia Fabrizio Fracassi

A distanza di sei mesi da quei tristi episodi, Danielle invece ce l’ha fatta e il primo a essere felice è il sindaco di Pavia, dove la ragazza vive ormai da diversi anni. “Danielle ha giurato ed è ufficialmente cittadina italiana – ha sottolineato Fracassi -. O meglio: lo è anche sui documenti, perché a livello di cultura e sentimenti già lo era. E’  stato un lungo percorso dovuto a una lunga istruttoria, ma ce l’ha fatta. La sfortuna si era messa di traverso: mancavano alcuni documenti, a causa della sua vita non facile, e questo ha ostacolato, almeno fino a oggi, il riconoscimento del suo diritto a essere quello che è: italiana”.

“Oggi un sogno si realizza – ha concluso il sindaco -. Adesso, da buona sportiva, Danielle potrà inseguire il prossimo obiettivo: diventare una militare dell’Arma dei Carabinieri e, magari, vincere un trofeo importante con le insegne dei gruppi sportivi dell’Arma. Glielo auguro, così come lo auguro ai nostri carabinieri e alla nostra Italia, che deve sempre primeggiare, in ogni settore”.

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  • Nino Gennaro cresce in un paese complesso, difficile, famigerato per essere stato il regno del boss Liggio, impegnandosi attivamente in politica; nel 1975 è infatti responsabile dell’organizzazione della prima Festa della Donna, figura tra gli animatori del circolo Placido Rizzotto, presto chiuso e, sempre più emarginato dalla collettività, si trova poi coinvolto direttamente nel caso di una sua amica, percossa dal padre perché lo frequentava e che sporse denuncia contro il genitore, fatto che ebbe grande risonanza sui media. Con lei si trasferì poi a Palermo e qui comincia la sua attività pubblica come scrittore; si tratta di una creatività onnivora, che si confronta in diretta con la cronaca, lasciando però spazio alla definizione di mitologie del corpo e del desiderio, in una dimensione che vuole comunque sempre essere civile, di testimonianza.

Nel 1980 a Palermo si avviano le attività del suo gruppo teatrale “Teatro Madre”, che sceglie una dimensione urbana, andando in scena nei luoghi più diversi e spesso con attori non professionisti (i testi si intitolano “Bocca viziosa”, “La faccia è erotica”, “Il tardo mafioso Impero”), all’inseguimento di un cortocircuito scena/vita. Già il logo della compagnia colpisce l’attenzione: un cuore trafitto da una svastica, che vuole alludere alla pesantezza dei legami familiari, delle tradizioni vissute come gabbia. Le sue attività si inscrivono, quindi, in uno dei periodi più complessi della storia della città siciliana, quando una sequenza di delitti efferati ne sconvolge la quotidianità e Gennaro non è mai venuto meno al suo impegno, fondando nel 1986 il Comitato Cittadino di Informazione e Partecipazione e legandosi al gruppo che gestiva il centro sociale San Saverio, dedicandosi quindi a numerosi progetti sociali fino alla morte per Aids nel 1995.

La sua drammaturgia si alimenta di una poetica del frammento, del remix, con brani che spesso vengono montati in modo diverso rispetto alla loro prima stesura.

Luca Scarlini ✍

#lucenews #lucelanazione #ninogennaro #queer
  • -6 a Sanremo 2023!

Questo Festival ha però un sapore dolceamaro per l
  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

#lucenews #lucelanazione #dirittodivoto #womenrights #1febbraio1945
  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

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Ha coronato il suo sogno. Danielle Frédérique Madam, 23 anni, di origini camerunensi, campionessa di atletica nella specialità del lancio del peso, è cittadina italiana. La cerimonia si è svolta a Palazzo Mezzabarba, sede del Comune di Pavia, davanti al sindaco Mario Fabrizio Fracassi che si era preso a cuore il suo caso dopo che Danielle, nello scorso autunno, era stata oggetto di attacchi e insulti razzisti. Tutto era nato dopo che l’atleta si era sfogata sui social in seguito alla notizia dell’indagine aperta a Perugia per il falso esame di italiano di Luis Suarez: "Se fossi un calciatore come Suarez - aveva dichiarato Danielle - non avrei problemi ad avere un passaporto". Una dichiarazione che le era costata diversi messaggi di odio e razzismo sui social ed anche un’infelice frase rivoltale da un cliente del bar presso il quale la ragazza lavorava: "Tu non sei italiana, a cosa ti serve diventare italiana? Tu non diventerai mai italiana".
Danielle Frederique Madam è cittadina italiana. Qui,  col  sindaco di Pavia Fabrizio Fracassi

A distanza di sei mesi da quei tristi episodi, Danielle invece ce l’ha fatta e il primo a essere felice è il sindaco di Pavia, dove la ragazza vive ormai da diversi anni. "Danielle ha giurato ed è ufficialmente cittadina italiana - ha sottolineato Fracassi -. O meglio: lo è anche sui documenti, perché a livello di cultura e sentimenti già lo era. E'  stato un lungo percorso dovuto a una lunga istruttoria, ma ce l’ha fatta. La sfortuna si era messa di traverso: mancavano alcuni documenti, a causa della sua vita non facile, e questo ha ostacolato, almeno fino a oggi, il riconoscimento del suo diritto a essere quello che è: italiana".

"Oggi un sogno si realizza - ha concluso il sindaco -. Adesso, da buona sportiva, Danielle potrà inseguire il prossimo obiettivo: diventare una militare dell’Arma dei Carabinieri e, magari, vincere un trofeo importante con le insegne dei gruppi sportivi dell’Arma. Glielo auguro, così come lo auguro ai nostri carabinieri e alla nostra Italia, che deve sempre primeggiare, in ogni settore".
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