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Home » Sport » Maxischermi vietati dalle città francesi per i Mondiali di calcio in Qatar: la protesta per i diritti umani

Maxischermi vietati dalle città francesi per i Mondiali di calcio in Qatar: la protesta per i diritti umani

L'iniziativa è partita da Lille, ma è stata subito seguita da tante altre. La federazione calcistica francese spiega che partecipare alla Coppa del Mondo non significa "sostenere gli abusi"

Edoardo Martini
5 Ottobre 2022
Maxischermi in Francia

Maxischermi in Francia

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Proseguono le proteste contro il Qatar, paese ospitante dei prossimi Mondiali che inizieranno a novembre. Proprio per questo in alcune città della Francia, in segno di protesta contro le violazioni dei diritti umani e delle regole ambientali, non verranno installati alcuni maxischermi. Le città in questione sono Lille, Reims e Strasburgo dove non sarà dunque possibile seguire la nazionale in piazza. La decisione è stata presa dalla prima città nel consiglio comunale, seguita dalle altre due.

Pierre Radaban, assessore allo Sport della capitale

Dal trattamento dei lavoratori immigrati ai morti nei cantieri: i motivi principali del boicottaggio

Pierre Radaban, assessore allo Sport della capitale, ha le idee molte chiare sulla vicenda: “Da parte nostra di creare zone di trasmissione delle partite non se ne parla. E per diversi motivi: il primo sono le condizioni in cui è stata organizzata questa Coppa del mondo, sia sotto l’aspetto ambientale sia sociale; il secondo, è la tempistica, il fatto che si svolga nel mese di dicembre”. Per Rabadan, “questo modello di grandi eventi va contro quello che Parigi auspica di organizzare”.

Marsiglia, Bordeaux, Nancy e Reims si sono unite alla lista delle città francesi che rifiuteranno, per ragioni umanitarie ed ecologiche di promuovere gli incontri dei Mondiali di calcio in Qatar, seguendo l’esempio di Strasburgo e Lille. Il sindaco di Marsiglia, Benoit Payan, ha definito la competizione una “catastrofe umana e ambientale”, mentre la sindaca di Lilla, Martine Aubry, ha denunciato “un non senso rispetto ai diritti umani, all’ambiente e allo sport”.

Tra i tanti motivi del boicottaggio, ce ne sono due prioritari: il trattamento dei lavoratori immigrati e il numero di morti nei cantieri per la costruzione degli otto stadi del Mondiale. Se il bilancio ufficiale parla di soli tre morti, l’Organizzazione Mondiale del Lavoro ha registrato in un rapporto il decesso di 50 lavoratori in altrettanti incidenti sul lavoro nel 2020. Altri 500 sono rimasti feriti in modo grave.

Nasser Al-Khelaifi, presidente del fondo sovrano qatariota

“Partecipare al Mondiale non significa sostenere gli abusi”

La federazione calcistica francese, che è stata maggiormente criticata per non aver fatto nulla contro l’assegnazione e per non essersi mai schierata pubblicamente, ha detto di recente che partecipare al Mondiale non significa “sostenere gli abusi”. Ha dichiarato di aver fatto diversi controlli sul rispetto di condizioni di lavoro accettabili nel luogo in cui si allenerà la nazionale francese in Qatar, ma non ha specificato in che modo, e ha detto che in ogni caso i Mondiali hanno portato un progresso “innegabile e positivo” in Qatar.

Altri commentatori sono rimasti molto delusi dalla scelta ma hanno fatto notare che ormai è troppo tardi per schierarsi contro i metodi del Qatar visto che la squadra più nota e ricca del campionato francese, il Paris Saint-Germain, dal 2011 è di proprietà di Nasser Al-Khelaifi, presidente del fondo sovrano qatariota ed è di fatto finanziata dal Qatar.

 

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  • Un anno dopo aver appeso sul ponte della Gran Madre lo striscione con scritto “Siamo un PO nella merda” per denunciare il gravissimo stato di siccità del Po, Extinction Rebellion torna a ribadire che “siamo ancora nella merda”, con un gesto più diretto ed esplicito. 

Una vera e propria montagna di letame è stata infatti scaricata questa mattina al grattacielo della Regione Piemonte, insieme a tanti fiori lasciati sopra. 

Due persone si sono arrampicate sulla tettoia dell’ingresso e i trovano ancora li. Al posto dell’insegna portata via dal vento qualche settimana fa, hanno appeso l’enorme scritta “Dalla regione non nasce niente, dal letame nascono i fiori”, riprendendo una canzone di Fabrizio De André. 

Una chiara denuncia dell
  • Riccardo Monco parte da una location d’eccellenza, Enoteca Pinchiorri di Firenze, uno dei ristoranti italiani più conosciuti al mondo e approda come new entry tra i giudici della sfida Alessandro Borghese Celebrity Chef (su TV8, dal lunedì al venerdì alle 19.10), Monco più che chef, si sente un cuoco.

🗣 Non è una diminutio?

“Assolutamente no, chef in realtà significa capo, in cucina è colui che comanda, come il capo cuoco, appunto, o il capo partita. Ormai lo chef ha assunto i connotati di un personaggio mitologico, proprio in virtù dei tanti show cooking proposti. Un’arma a doppio taglio”.

🗣 In che senso?

“Sono tantissimi i giovani che sognano di indossare una giacca da cuoco, ma fra quello che si vede fare in Tv e la fatica vera che richiede la cucina, c’è una differenza abissale”.

🗣 Vuol dire che avere l’ambizione non sempre corrisponde all’effettiva voglia di fare?

“Un po’ è così. Le nuove generazioni hanno un’idea precisa della qualità della vita, la fatica e gli orari della cucina non vanno bene per tutti”.

🗣 Dall’alto delle sue tre stelle Michelin, cosa consiglia agli aspiranti chef?

L
  • Un assistente di volo speciale ha viaggiato da Londra Heathrow a Los Angeles sorprendendo i passeggeri a bordo.

@lewiscapaldi ha presentato il suo nuovo singolo “Wish You The Best” con uno show ad alta quota, servendo snack e bevande. 

#lucenews #lewiscapaldi #wishyouthebest
  • Utero in affitto e adozioni per gli omosessuali. Sono temi caldissimi. Intanti il Parlamento europeo censura il governo italiano per la recente circolare del ministro Piantedosi che ha bloccato le registrazioni all’anagrafe dei figli di coppie gay, effettuate da alcuni sindaci. 

All’Eurocamera è stato infatti approvato un emendamento al testo della Risoluzione sullo Stato di diritto che condanna la circolare perché porterebbe “alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli”, e invita anche Roma "a revocare immediatamente la decisione”. Un invito che il governo non ha intenzione di seguire, e che è stato criticato dal centrodestra e salutato positivamente dalle opposizioni, unite questa volta sia in Italia che a Bruxelles. 

✍ Ma com’è la legislazione attuale in Italia su questi temi?

L
Proseguono le proteste contro il Qatar, paese ospitante dei prossimi Mondiali che inizieranno a novembre. Proprio per questo in alcune città della Francia, in segno di protesta contro le violazioni dei diritti umani e delle regole ambientali, non verranno installati alcuni maxischermi. Le città in questione sono Lille, Reims e Strasburgo dove non sarà dunque possibile seguire la nazionale in piazza. La decisione è stata presa dalla prima città nel consiglio comunale, seguita dalle altre due.
Pierre Radaban, assessore allo Sport della capitale

Dal trattamento dei lavoratori immigrati ai morti nei cantieri: i motivi principali del boicottaggio

Pierre Radaban, assessore allo Sport della capitale, ha le idee molte chiare sulla vicenda: "Da parte nostra di creare zone di trasmissione delle partite non se ne parla. E per diversi motivi: il primo sono le condizioni in cui è stata organizzata questa Coppa del mondo, sia sotto l'aspetto ambientale sia sociale; il secondo, è la tempistica, il fatto che si svolga nel mese di dicembre". Per Rabadan, "questo modello di grandi eventi va contro quello che Parigi auspica di organizzare". Marsiglia, Bordeaux, Nancy e Reims si sono unite alla lista delle città francesi che rifiuteranno, per ragioni umanitarie ed ecologiche di promuovere gli incontri dei Mondiali di calcio in Qatar, seguendo l'esempio di Strasburgo e Lille. Il sindaco di Marsiglia, Benoit Payan, ha definito la competizione una "catastrofe umana e ambientale", mentre la sindaca di Lilla, Martine Aubry, ha denunciato "un non senso rispetto ai diritti umani, all'ambiente e allo sport". Tra i tanti motivi del boicottaggio, ce ne sono due prioritari: il trattamento dei lavoratori immigrati e il numero di morti nei cantieri per la costruzione degli otto stadi del Mondiale. Se il bilancio ufficiale parla di soli tre morti, l'Organizzazione Mondiale del Lavoro ha registrato in un rapporto il decesso di 50 lavoratori in altrettanti incidenti sul lavoro nel 2020. Altri 500 sono rimasti feriti in modo grave.
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