Alex Bellini, la ricerca di sé ma mai 'nulla di troppo'. "Sta a noi interpretare quello che ci succede"

di RITA BARTOLOMEI -
16 gennaio 2022
AlexBellini

AlexBellini

Alex Bellini, 43 anni, montanaro della Valtellina, sguardo magnetico, tante vite insieme. Green influencer, esploratore, mental coach, come 'regista' la moglie Francesca Urso. Dopo il Sahara di corsa, l’Alaska a piedi, gli Oceani a remi, i fiumi inondati di plastica navigati su una zattera e i ghiacciai attraversati sugli sci, quale sarà la sua prossima sfida? Insomma, come fa Alex a superare se stesso? Sospiro, dall’altra parte della cornetta, per la domanda di rito: impossibile non pensare subito che una persona comune, di solito, imprese come le sue le vede al cinema. “Non ho mai avuto bisogno di confrontarmi con me stesso. Ogni cosa che ho fatto in passato, ma sarà così anche in futuro, nasce da un’esigenza, dalla necessità di colmare uno spazio nel mio cuore”.

Alex Bellini, 43 anni, dalla Valtellina alla scoperta del mondo, è green influencer, esploratore, mental coach

Esploratore di tutti gli abissi

Un accenno di risata al telefono. "L’alternativa era fare terapia... Per me è una ricerca spirituale. Sul portone del tempio di Delfi, nell’antica Grecia, c’erano centinaia di iscrizioni. Una diceva, 'conosci te stesso'. Ma vicino ce n’era un’altra, 'nulla di troppo'. Ho sempre considerato questi due insegnamenti un po’ come i piatti della bilancia”. 

Alex Bellini

Alex Bellini durante una missione fra i ghiacci

Bisogna capire quando è il momento di fermarsi?

“Sì, quello è l’invito. Spingiti pure agli estremi di tutto, del pianeta, del tuo fisico. Ma cerca sempre di mantenerti in una cornice di limite. Nulla di troppo, per me, è sempre stato il biglietto di ritorno a casa”.

Nell'Oceano ha rischiato, da naufrago...

“Era il 2008, mi trovavo a 60 miglia da terra, avevo navigato per trecento giorni in mare aperto. Mi sono trovato a dover fare i conti con una situazione pericolosa che m’imponeva di prendere una decisione in tempi brevissimi: andare avanti o fermarmi, lanciare l’sos e farmi venire a prendere”. 

Alex ha attraversato mari pieni di plastica

In quel momento l’ha 'soccorsa' l’oracolo?

“È così. Un esploratore di mestiere va avanti, resiste, persevera, anche testardamente. Invece ho lasciato spazio a una parte di me un po’ più saggia, morigerata, cauta nell’accettare le sfide. Ho ripensato a quel 'nulla di troppo' e ho capito che dovevo fermarmi. E l’ho fatto. Avevo sfidato la sorte, superato le cose più incredibili, in quei giorni non sempre ero uscito vincitore dal confronto con me stesso”. 

Accettare la sconfitta diventa una ripartenza. Qui parla il mental coach?

“Sì, penso alla mia esperienza con gli atleti. Spesso bravissimi ma non capaci di gestire il fallimento. Noi abbiamo la libertà di decidere come interpretare quello che ci succede nella vita. Lo spiegava bene Viktor Frankl, lo psichiatra sopravvissuto ai campi di concentramento. L’ultima delle libertà umane è quella di decidere il proprio atteggiamento, anche per un solo secondo. Se noi saremo in grado di trasformare un pensiero negativo in un pensiero positivo avremo vinto”.

Alex BelliniDovrebbe essere la massima di questi tempi così faticosi, non crede?

“Ho fissato tre parole chiave per il 2022: gentilezza, coraggio e zero lamenti”. 

Intanto prepara la prossima partenza?

“Il progetto '10 rivers 1 Ocean' non è concluso, stiamo recuperando i fiumi che non ho potuto navigare nel 2020. Sono quelli più inquinati al mondo. Il prossimo sarà il Niger, in Nigeria. Estremamente complicato per la situazione socio politica. Poi, nei prossimi dodici mesi, chiuderò con altri 4 fiumi cinesi e il Mekong, in Laos e Cambogia. E con questo si concluderà il progetto iniziato nel 2019”.

Ha trovato mari di plastica, anche quella monouso fuorilegge dal 14 gennaio

Alex Bellini

Secondo il green influencer la sostenibilità ambientale è influenzata dalla cultura di ogni Paese

“Sicuramente il progetto vuole documentare la crisi ecologica mondiale ma anche mostrare le tante realtà che ci sono nel nostro pianeta”.

Ci spieghi

“Penso al Gange. Quando un europeo arriva lì, si trova a dover fare i conti con un senso della vita molto diverso. Intanto per la promiscuità: vita, morte, animali, esseri umani, bello e brutto. Un viaggiatore si trova in crisi perché non riesce a dare senso a quello che vede. I corpi carbonizzati e gettati nel Gange, dove poi intervengono gli animali... Quindi non esiste giusto o sbagliato, se non quello che viene inventato dalla società, dalla tradizione, dalla tua cultura e dalla famiglia dove vivi. Se questa è la premessa, allora anche la questione ambientale deve passare attraverso questo setaccio".

Alex Bellini

Alex Bellini e la moglie Francesca

Il Green influencer riesce a fare una sintesi?

“Impossibile. Gli indiani che vivono sul Gange, e sono 500 milioni, avranno un’idea di sostenibilità, futuro, sicurezza e pulizia molto diversa da quella di un europeo o di un americano”. 

Intanto si è messo in testa di vivere in una capsula di sopravvivenza agganciata a un iceberg.

Sorride: “Questo è un progetto che custodisco nel cassetto. Anzi, ho tentato di lanciarlo a più riprese. Ho iniziato a lavorarci nel 2012. Con Francesca ci piaceva tracciare una metafora, il genere umano alla deriva sul nostro pianeta e un uomo alla deriva su un piccolo iceberg. Lei si occupa di logistica e sicurezza, per questo è reticente ad attivare la spedizione. Le insidie sono tantissime. Diciamo che non mi piacerebbe essere ricordato come uno che voleva sopravvivere su un iceberg ma come uno che è tornato a casa sano e salvo”.