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MinistroBonetti
Il ministro per le pari opportunità e la famiglia nel governo Draghi, Elena Bonetti, sarebbe, di suo, una tipa mite. Classe 1974, mantovana, due figli, professore associato di analisi matematica all’Università di Milano (per la serie: un lavoro ce l’ha), un percorso tutto dentro gli scout, mondo da cui la prese Matteo Renzi, e la volle ministra, eppure, durante i cdm, non è il tipo che le manda a dire. Durante il braccio di ferro sulla riforma della Giustizia, ha difeso a spada tratta il testo Cartabia e fatto asse con i ministri Giorgetti e Gelmini per difendere, dagli assalti dei 5S, il cuore del testo. L’abbiamo intervistata per Luce!
Ministra Bonetti, l’assegno unico universale che, sotto la sua regia, il governo Draghi ha varato, partirà dal gennaio 2022, ma il percorso è iniziato già dal primo luglio. Che “aiuto” sarà, per le famiglie italiane?
Passiamo a un altro tema su cui lei insiste molto. La parità di genere. Solo belle parole?
“No, oggi la parità di genere è la sfida principale che abbiamo per rendere compiuta la democrazia italiana. Bisogna tutelare i diritti di tutte e di tutti e mettere ciascuno nelle condizioni di costruire in modo paritario il bene comune, con il diritto/dovere di parteciparvi. Si tratta anche di rendere la nostra democrazia efficiente e capace di garantire sviluppo e benessere per tutti. Nel Family Act, insieme all’assegno unico, abbiamo introdotto politiche di investimento nel lavoro femminile e la promozione di condizioni paritarie nelle famiglie. La “Strategia del governo sulla parità di genere” l’abbiamo costruita come un percorso di ascolto con obiettivi chiari: garantirla nel mondo del lavoro, nel reddito, nella parità salariale, nella formazione, nella leadership. Obiettivi specifici, monitorabili, che permetteranno di garantire gli ingenti finanziamenti del Pnrr”.Veniamo alla politica. Lei sul ddl Zan, come Renzi e tutta Iv, ha proposto una mediazione al Pd che la rifiuta. Siete davvero il “cavallo di Troia” della destra per svuotare il ddl?
“No. La nostra mediazione fa sintesi in avanti e mira ad arrivare a dotare il Paese di una legge che condanni l’omofobia, la transfobia, l’abilismo e la misoginia. La proposta di Iv definisce in modo chiaro la legge e pone lo sguardo di condanna sulle motivazioni di chi discrimina anziché categorizzare chi subisce violenze, offese e danni. Su questo il consenso in Parlamento c’è. Se si vuole una legge che davvero serva al Paese, si scrive la legge e su quel testo si cerca il consenso. Se invece si fa di una battaglia per i diritti delle persone una battaglia identitaria e di posizionamento politico, si strumentalizza una legge. Iv non strumentalizza i diritti delle persone, li vuole tutelare e garantire: per questo si batte per avere il miglior testo possibile e il maggior numero di voti perché la legge venga approvata”.![](https://luce.lanazione.it/wp-content/uploads/2021/08/bonetti2-300x200.jpg)
Elena Bonetti. ministra per la famiglia e le pari opportunità e