Main Partner

main partnermain partnermain partner

Partner

main partner

Da Wonder Woman a Solange: le eroine femminili che hanno rivoluzionato la storia del fumetto

di SOFIA FRANCIONI -
18 aprile 2022
fumetto

fumetto

Con fatica le donne si sono conquistate un ruolo da protagoniste anche nel fumetto. La Fondazione Global Thinking Foundation, in tour con l'esposizione itinerante Libere di...VIVERE, è partita dalle loro storie (che vi presentiamo) per educare gli studenti alla prevenzione della violenza e della violenza economica di genere. Perché? "Le eroine sono riuscite a portare in primo piano la questione femminile anche nel fumetto, arrivando a un pubblico di massa", risponde la presidente di Glt Foundation Claudia Segre, "Wonder Woman, Mafalda, Eva Kant, Solange e Valentina sono diventate nostre amiche, sorelle, ci hanno fatto sentire meno sole. Ed è probabile che anche oggi riescano a parlare alle ragazze e ai ragazzi meglio di tanti scrittori, perché la narrativa del racconto si lega alla potenza delle immagini nel fumetto, creando un dialogo tra generazioni efficace e unico". Libere di...VIVERE è partita dalle eroine più veterane, arrivando nel tour 2022 a svelarne di nuove...che vi faremo conoscere in una prossima puntata. Intanto, le prime cinque:

Wonder Woman, la prima supereroina del fumetto

Wonder Woman, anno di apparizione: 1941, artisti: William M. Marston - Harry G. Peters

  Intrepida, saggia, brillante, Wonder Woman, figlia di Ippolita, regina delle Amazzoni, è la prima supereroina del fumetto mondiale. Fa la sua comparsa all’inizio degli anni Quaranta sulle testate della National Allied Publications, la stessa casa editrice di Superman e Batman, che di lì a poco sarebbe diventata DC Comics. La inventa uno psicologo, William M. Marston, che fa presente all’editore l’assenza di personaggi femminili nelle sue produzioni. I primi disegni sono di Harry G. Peters. È il 1942, e il successo è clamoroso. Un numero sempre crescente di donne si identifica in questo nuovo personaggio forte e indipendente, al punto che può essere annoverato fra i primi simboli del femminismo. Nel 1944 Marston si ammala gravemente e, in segreto, viene sostituito da una diciannovenne, Joye Hummel, che lavora alacremente fino al 1947. Prima donna a scrivere per l’eroina, all’epoca non ottiene alcun riconoscimento. Negli anni successivi Wonder Woman supera tutte le crisi editoriali e le crociate puritane americane degli anni Cinquanta. Il personaggio evolve, acquisisce nuovi poteri, diventa protagonista di adattamenti cinematografici e televisivi (l’interpretazione forse più famosa è quella di Linda Carter, nella serie 1975-79), si lascia alle spalle le lotte contro i nazisti ma continuerà a difendere senza tregua la vita, la libertà e la pace dell’umanità, grazie, oltre che ai superpoteri e all’abilità di guerriera, a quella che, per molti, è la sua principale qualità: la capacità tattica, cognitiva e strategica.

Eva Kant: non solo la compagna di Diabolik

Eva Kant, anno di apparizione: 1963artisti: Angela e Luciana Giussani

Donna bellissima e sofisticata, Eva Kant fa la sua prima apparizione nel fumetto Diabolik, creato l’anno precedente dalle sorelle Angela e Luciana Giussani, il 3 marzo 1963. Il suo cognome – omaggio al filosofo Immanuel Kant, oggetto di studio della giovane Angela – è quello di un aristocratico, di cui è figlia illegittima. Lady Kant si innamora del famoso genio criminale, lo aiuta e lo accompagna nei suoi furti e omicidi e, più che semplice fidanzata, finisce per rappresentare l’alter ego sensuale del Re del Terrore. Nelle prime storie Eva riveste un ruolo decisamente subalterno a Diabolik. Spesso arriva a disperarsi dell’esser scivolata in una vita angosciosa a cui, per amore, non può sottrarsi. In un albo Diabolik, a causa della disobbedienza della compagna, giunge quasi al punto di ucciderla. Per fortuna ci ripensa perché, col tempo, le relazioni di coppia e di “lavoro” si stabilizzano sempre di più su un rapporto di perfetta parità – una novità assoluta rispetto alla quasi totalità delle partnership che compaiono in altri fumetti. E se è vero che Eva Kant diventa la controparte ideale di Diabolik, mutuando da lui molti caratteri fondamentali, lo stesso vale per lui, che assorbe dalla donna alcuni lati della sua personalità. In tempi recenti Eva si è affrancata dal ruolo di comprimaria (si è guadagnata un logo e una testata), diventando testimone di campagne sociali in difesa delle donne e contemporaneamente icona nel mondo della pubblicità, della moda e del cinema.

Mafalda: femminile, acuta, irriverente

Mafalda, anno di apparizione: 1964, artista: Joaquín Lavado in arte Quino

La piccola Mafalda è la protagonista dell’omonima striscia a fumetti creata dall’argentino Joaquín Lavado, in arte Quino, pubblicata fra il 1964 e il 1973, e diventata popolarissima in Sudamerica e in tutto il mondo. Lo sguardo sull’umanità di Mafalda è, nello stesso tempo, femminile, acuto, irriverente. Mafalda scardina le ipocrisie di un mondo piccolo-borghese che si nega a vedere la realtà, nascondendo la testa sotto la sabbia. Intelligente e pestifera, Mafalda tempesta, con le sue domande su pace, guerra e società, adulti benestanti e benpensanti che non possono o non vogliono rispondere. Il risultato è, invariabilmente, cinico, caustico, irresistibile. Mafalda non si integra, non accetta compromessi, e il suo umorismo non risparmia nessuno. Fu guardata con sospetto dalla sinistra peronista che l’accusava di non essere abbastanza politicizzata, e ovviamente messa all’indice dalla destra golpista di Videla, che costrinse Quino ad abbandonare l’Argentina per salvare la pelle – come altri fumettisti argentini, primo fra tutti, Héctor Oesterheld, autore de L’Eternauta). Insieme a Mafalda c’è il suo gruppo di amici, bambini come lei, che rappresenta il riflesso – innocente, ironico, spietato – del pianeta degli adulti in tutte le sue aberranti sfaccettature. Le strisce di Quino sono state tradotte in dozzine di lingue, e alla sua protagonista sono dedicate una statua in una piazza di Buenos Aires e una targa commemorativa sull’edificio dove viveva l’autore quando ideò il personaggio.

Valentina rompe tutti gli schemi

Valentina, anno di apparizione: 1965, artista: Guido Crepax

Personaggio femminile assolutamente anomalo e rivoluzionario, immaginato e disegnato da Guido Crepax a metà degli Anni Sessanta, Valentina irrompe sulla scena del fumetto internazionale come una novità assoluta nella storia della letteratura disegnata, oltre che come una vera e propria opera d’arte. Esordisce nel 1965, sulle pagine della rivista Linus, da personaggio secondario in una serie fantascientifica – è la fidanzata del protagonista, Philip Rembrandt, alias Neutron, un critico d’arte col potere di rallentare il tempo – ma prestissimo si conquista la scena e un ruolo di protagonista assoluta, affascinando torme di lettori tanto in Italia quanto in Francia, Argentina e Giappone. La sua spregiudicatezza, la sua indipendenza, la sua autonomia, il suo look ispirato all’attrice americana degli anni Venti Louise Brooks, rompono ogni precedente archetipo femminile nel fumetto internazionale e la trasformano presto in un nuovo modello femminile di riferimento. Alle caratteristiche tipiche dello stile di Crepax, in cui il realismo si mescola con la dimensione onirica e lisergica, si aggiungono tocchi di erotismo sfumato e feticismo elegante, e una grande attenzione all’inconscio della protagonista e alla sua biografia. In effetti Valentina, ed è questa una delle trovate più straordinarie dell’autore, vive un’esistenza reale: ha un vero lavoro col quale si guadagna da vivere, la fotografa, una carta d’identità, un preciso domicilio milanese; nasce il 25 dicembre 1942, invecchia (sebbene un po’ più lentamente del normale), ed esce di scena, nel 1995.

Solange, la combattente

Solange, anno di apparizione: 1983, artista: Cinzia Ghigliano

Avventura, ideali e sacrificio sono invece le cifre della vita di Solange, donna apolide, intraprendente e coraggiosa, le cui storie piene di colpi di scena e riferimenti storici si dipanano fra incessanti viaggi in tutto il mondo, a cavallo fra Ottocento e Novecento, in piena Belle Époque. Le sue tavole, nate negli anni Ottanta dalla penna di Cinzia Ghigliano, una delle poche autrici di fumetti in Italia, in collaborazione col marito, lo scrittore Marco Tomatis, appaiono sulla rivista Corto Maltese, poi su Comic Art e altre testate, infine vengono raccolte in volumi che conquistano il mercato internazionale. Solange incarna i problemi e le contraddizioni di una donna di colore, bellissima, che sceglie un’esistenza indipendente e si vota alla difesa degli ideali contro sistemi inflessibili e nemici spietati. Cresciuta dalla nonna, amica di combattenti anarchici e utopisti russi, Solange lascia San Pietroburgo alla volta dell’Europa e delle Americhe. A Panama lavora per Madame, anziana nobildonna francese che sogna di costruire una società perfetta. In seguito inizia una nuova vita in Venezuela ma, alla vigilia della Prima guerra mondiale, torna in Europa. Lo scoppio del conflitto la coglie sulle Alpi italiane, dove affronterà nuovi rischi e sarà testimone degli orrori più selvaggi. Tre anni dopo, nel tentativo di lasciarsi alle spalle queste esperienze sconvolgenti, si reca in Irlanda. Ma lo spettro della guerra aleggia ancora, Solange viene coinvolta nel movimento per l’indipendenza irlandese, e l’avventura continua. Queste eroine (insieme ad altre tre!) saranno in tour insieme a Libere di...VIVERE in tante città italiane. Prossima meta? Firenze dal 28 al 30 aprile. La partecipazione alle tappe dell'esposizione itinerante è gratuita: basta iscriversi al sito www.liberedivivere.com ed essere dotati di super green pass.