Festival Gaber: Motta incanta Camaiore con il ricordo del Signor G. Il video racconto della prima serata di spettacolo

di MARIANNA GRAZI -
16 luglio 2021
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Motta con Lorenzo Luporini

Si è svolto ieri sera il primo degli appuntamenti di Camaiore del Festival Gaber, uno dei più importanti eventi culturali e di spettacolo della scena nazionale che ha lo scopo di diffondere e mantenere viva la figura e l’opera di Giorgio Gaber, anche e soprattutto fra il pubblico più giovane. Ospite della serata sul palco di Piazza San Bernardino il cantautore e polistrumentista Motta, protagonista di un intenso e profondo incontro-spettacolo moderato da Lorenzo Luporini, nipote del Signor G, da anni impegnato nell'opera di divulgazione dell’eredità culturale e artistica lasciata dal nonno. Aperta dal capolavoro di Giorgio Gaber "C’è solo la strada", la serata ha visto il cantante, originario di Pisa, ripercorrere le tappe fondamentali della sua carriera: da "La fine dei vent’anni", album d’esordio da solista, a "Vivere o morire", disco del 2018, passando per la partecipazione al Festival di Sanremo nel 2019 con il brano "Dov’è l’Italia", fino ad arrivare all’ultimo album del cantautore, "Semplice", pubblicato lo scorso aprile. Un dialogo aperto e profondo, impreziosito dai contributi video d'archivio di Giorgio Gaber, in cui Motta non ha mancato di ricordare il Signor G e l’importanza che la sua figura ha avuto e continua ad avere sulle generazioni di cantautori del panorama nazionale. E proprio sul finale Motta, oltre ad aver eseguito alcuni suoi brani di repertorio, tra cui "La nostra ultima canzone", si è congedato con un omaggio al cantautore, portando sul palco il toccante capolavoro del 1994 "Quando sarò capace d’amare".

Il video racconto della prima serata

L'artista

Nato a Pisa 34 anni fa, Francesco Motta, noto semplicemente con il cognome, inizia la carriera musicale fondando nel 2006, insieme ad alcuni amici, il gruppo Criminal Jokers per il quale si occupa dei testi ed è cantante e batterista. Nel 2010 arriva l'album di esordio "This Was Supposed to Be the Future", prodotto dal frontman degli Zen Circus, Andrea Appino, due anni dopo il primo lavoro in italiano, "Bestie" e . Versatile polistrumentista, nel frattempo Motta si esibisce nei concerti di grandi protagonisti del panorama musicale italiano, come ì Nada e gli stessi Zen Circus. Dopo il trasferimento a Roma nel 2013  e l'inizio degli studi in Composizione per film, inizia a sperimentare quest'arte componendo le colonne sonore di diversi film e documentari. Tre anni dopo esce per l'etichetta Woodworm "La fine dei vent'anni", il suo primo album da solista, di cui compone testi, musiche ed arrangiamenti. Per il trentenne rappresenta la consacrazione: il disco infatti vince la Targa Tenco 2016 nella categoria "Opera prima" e in autunno si aggiudica anche il premio PIMI Speciale del MEI come artista indipendente italiano. Nel giugno dello stesso anno, nel frattempo, ha firmato in esclusiva un accordo discografico ed editoriale con Sugar, l’etichetta di Caterina Caselli. Lo stesso anno si aggiudica il premio PIMI Speciale del MEI come artista indipendente italiano. Con la casa di produzione pubblicherà nel 2018 il secondo lavoro da solista, "Vivere o Morire", anticipato dai singoli di successo "Ed è quasi come essere felice" e "La nostra ultima canzone". Anche questo album si aggiudica il prestigioso riconoscimento della Targa Tenco come miglior disco dell’anno. Nel 2019 Motta partecipa alla 69esima edizione del Festival di Sanremo, con il brano inedito "Dov’è l’Italia", spiegando di aver deciso di salire sul palco dell'Ariston per l'esigenza di presentare a un pubblico nazionale il brano, che per lui ha un significato molto importante. Lo stesso anno si cimenta nella cover di "Verranno a chiederti del nostro amore" per il disco-tributo a Fabrizio de André "Faber Nostrum". "E finisco per amarti" è il suo ultimo singolo, uscito ad aprile 2021.