![Hussein Hussein](https://luce.lanazione.it/image-service/version/c:MThmMjE5OWYtNDlkZi00:Mzc0MGI1/hussein.webp?f=16%3A9&q=1&w=1560)
Hussein
Una foto può fare la differenza. Lo abbiamo imparato con Mustafa, il bambino siriano nato senza arti e salvato dall'Italia. Da una fotografia può nascere una nuova vita, si può voltare pagina. E così anche la vita di Hussein, il bambino siriano che legge un libro sopra un cassonetto della spazzatura in Libano, sembra essere arrivata a un punto di svolta.
Hussein ha 10 anni, è un profugo siriano rifugiato in Libano. Ha dovuto abbandonare il suo Paese, la sua casa, i suoi amici a causa della guerra, e insieme alla famiglia si è ritrovato da un giorno all'altro in un altro Paese, il Libano. Un posto a lui sconosciuto, dove non conosceva nessuno e dove non aveva amici. Per aiutare la famiglia ad andare avanti, Hussein è costretto a rovistare tra i rifiuti in cerca di qualcosa di utile o di poter rivendere. Plastica, rottami, qualsiasi cosa. Un giorno Hussein entra in una viuzza di Beirut e trova un cassonetto della spazzatura. Ci entra dentro e inizia a cercare. Trova qualcosa di insolito nell'immondizia. Un libro. Sorpreso, Hussein inizia a leggerlo. Seduto sopra al cassonetto. Le pagine del libro lo catturano immediatamente. Hussein è rapito da quel libro. Gli occhi sono incollati al testo, il collo è talmente ricurvo sul libro che Hussein è costretto ad appoggiare il mento sul petto per sostenere il peso della testa. Passano i minuti e Hussein continua a leggere. Innamorato di quel libro. Tutto il resto scompare. Non importa se è seduto sopra un cassonetto della spazzatura.
Un uomo, uscito da lavoro, passa per quella viuzza e vede quella scena. È l'ingegnere Rodrigues Mghames che, colpito da quella immagine, decide di scattare a Hussein una foto che condivide subito sui social. Mai avrebbe immaginato che con quello scatto sarebbe riuscito a cambiare la vita del piccolo lettore. Ma non si limita solo a fotografarlo. L'ingegnere si avvicina al bambino, gli chiede che cosa sta facendo. Capisce che è un profugo costretto a rovistare nell'immondizia per sopravvivere. E che tra la spazzatura aveva trovato quel libro che lo aveva appassionato molto. L'ingegnere invita il bambino a salire nella sua auto di lusso, una Maserati. Lo accompagna nel suo ufficio dove il piccolo di 10 anni gli racconta la sua storia. Nel frattempo, la foto diventa virale sui social e tutti iniziano a parlare di Hussein e del suo libro.
La fotografia arriva fino all'Xposure International Photography Festival, un festival della fotografia che si tiene ogni anno all'Expo Centre Sharjah negli Emirati Arabi Uniti. Gli organizzatori del Festival contattano l'ingegnere Rodrigues Mghames e lo invitano a partecipare all'evento. Mercoledì 9 febbraio l'ingegnere prende un aereo diretto negli Emirati Arabi Uniti e arriva al Festival. Qui durante la cerimonia di apertura del Festiva arriva la sorpresa: l'Xposure, in collaborazione con l'organizzazione umanitaria The Big Heart Foundation annuncia all'ingegnere che avrebbe pagato l'istruzione di Hussein fino al liceo. E inoltre il Festival decide di premiare Rodrigues Mghames per aver condiviso la storia del bambino siriano con il mondo.
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Hussein, il profugo siriano di 10 anni che legge un libro sopra un cassonetto della spazzatura a Beirut (Foto di Rodrigues Mghames)
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Hussein nella macchina dell'ingegnere libanese Rodrigues Mghames
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Hussein nell'ufficio di Rodrigues Mghames
"Evidenziando la sofferenza e le ingiustizie di questo mondo, la fotografia di Rodrigues Mghames ci offre una visione delle diverse condizioni delle persone. Xposure, sostenendo gli studi di Hussein, vuole che la sua foto diventi un messaggio rivolto a tutto il mondo. Un messaggio affinché la fotografia, oltre al suo ruolo di osservazione e documentazione della realtà, diventi uno strumento per cambiarla in meglio e un mezzo per cercare soluzioni ai problemi evidenziati dai fotografi", ha dichiarato così Tariq Saeed Allay, il direttore generale dello Sharjah Government Media Bureau, il comitato che ogni anno organizza il Festival della fotografia.Visualizza questo post su Instagram
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Munzir e Mustafa, la foto-simbolo "Hardship of Life" / Credit Mehmet Aslan