Aborto, quando gli ostacoli sul percorso spingono alla clandestinità

Il 28 settembre è la Giornata internazionale dell'aborto sicuro: nel 2020 sono state più di 10mila le interruzioni di gravidanza clandestine. Il diritto all'aborto non è accessibile a tutte

di GIORGIA BORGIOLI -
28 settembre 2023
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Ogni anno, gli aborti nel mondo sono circa 73 milioni. Di questi, il 45% (quindi quasi la metà) sono effettuati in modo non sicuro. Per quanto riguarda l’Italia, secondo le stime dell’Istat in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, le interruzioni di gravidanza contate solo nel 2020 sono state 66.413, mentre gli aborti clandestini ammonterebbero tra i 10.000 e i 13.000 casi all’anno.

L'aborto è un diritto ostacolato

Prima ancora di parlare di metodi sicuri di interruzione di gravidanza, è necessario però fare un passo indietro, visto che per una donna nel nostro Paese abortire sembra essere ancora oggi cosa più che complessa. Secondo i dati del nuovo rapporto Aborto farmacologico in Italia: tra ritardi, opposizioni e linee guida internazionali della rete internazionale Medici del Mondo, in Italia il 36,2% del personale non medico è obiettore di coscienza, oltre al 44,6 per cento degli anestesisti e il 64,6 per cento dei ginecologi.
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Una delle tante manifestazioni per il diritto all'aborto

In alcune strutture sanitarie sono perfino presenti solo medici obiettori. In Italia infatti, dopo le nuove linee emanate nel 2020 dall’allora Ministro Roberto Speranza, l’aborto farmacologico basato sulla somministrazione della RU486, la pillola abortiva, è possibile nei consultori soltanto in due regioni: il Lazio e l’Emilia Romagna. Eppure, la legge 194 che garantisce alla donna il diritto di ricorrere alla IVG (interruzione volontaria di gravidanza) in una struttura pubblica (ospedale o poliambulatorio convenzionato con la Regione di appartenenza) nei primi 90 giorni di gestazione risale al 1978, ovvero ben 45 anni fa.

Dopo 45 anni la legge 194 è ancora messa in discussione

Siamo davanti a qualcosa che, nell’arco di quasi mezzo secolo, dovrebbe esser già questione consolidata e inconfutabile: eppure, così non è. Nel 2011, il Women's Global Network for Reproductive Rights (WGNRR, Rete mondiale delle donne per i diritti riproduttivi) stabilì il 28 settembre come Giornata Internazionale dell’aborto sicuro e, l’anno seguente, l'International Campaign for Women's Right to Safe adottò la giornata come una delle sue attività focali, così che nei due anni successivi furono organizzate circa 100 azioni in circa 65 Paesi di tutto il mondo. Dodici anni dopo, il 28 settembre 2023, in Italia è stato presentato nella sala stampa della Camera dei deputati un documento volto a chiedere che l’Italia recepisca le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità in materia di aborto, affinché vengano tutelati i diritti e la salute delle donne e delle persone incinte.
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L'aborto farmacologico basato sulla somministrazione della RU486, la pillola abortiva, è possibile nei consultori soltanto in due regioni: il Lazio e l’Emilia Romagna

L'appello: le associazioni chiedono maggiori garanzie

L’appello, realizzato dall’unione di associazioni impegnate da sempre sul tema dei diritti sessuali e riproduttivi e sui diritti LGBTQ+, ha presentato la richiesta di recepire entro il 2023 le nuove Abortion care guidelines dell’Oms, un documento che raccoglie oltre 50 raccomandazioni riguardanti la pratica clinica, l’erogazione dei servizi sanitari e gli interventi legali e politici per sostenere un’assistenza abortiva di qualità. L’edizione più recente del documento risale infatti al 2022; per questo motivo, nella Giornata del 28 settembre, Giornata internazionale dell’aborto sicuro, libero e gratuito, le organizzazioni firmatarie hanno sollecitato l’Oms all’aggiornamento delle linee guida, nonché il Parlamento alla verifica del suo esito positivo e dell’effettiva applicazione.

In Italia manca una giusta informazione, le richieste

Ad oggi, l’Italia non dispone di un sistema di diffusione di dati e informazioni relativi alla fornitura di servizi per l’interruzione di gravidanza che siano facilmente accessibili e disponibili. Rendere disponibili tali dati in formato aperto, creare un sito internet dedicato ai servizi per IVG e contraccezione in più lingue e un numero verde per le richieste di IVG che risponda almeno 12 ore al giorno, sono solo alcune delle richieste sulle quali si è discusso durante la presentazione nella sala stampa della Camera dei deputati.

Il manuale su come superare gli ostacoli

Lo stesso giorno è stata inoltre definita la campagna #IVGsenzaMA. L’iniziativa, che proseguirà per tutto il mese di ottobre, arriverà al suo culmine nella giornata del 26 ottobre 2023, quando sarà pubblicato il manuale “La tua scelta zero ostacoli. Guida pratica al tuo aborto libero e informato”, contenente le soluzioni concrete ai problemi e agli ostacoli che si incontrano quotidianamente sul percorso di IVG. La guida, basata sul racconto di storie reali raccolte durante gruppi di auto-mutuo-aiuto, è stata realizzata grazie al lavoro di una fitta rete informale di associazioni e di attiviste, giuriste, ginecologhe e antropologhe che ne fanno parte. L’aborto è un diritto inalienabile di ogni individuo, così come lo è l’opportunità di interrompere una gravidanza nel modo più sicuro e protetto possibile.