L’Afghanistan rischia un’epidemia di poliomielite: l’avvertimento dei funzionari sanitari arriva dopo la sospensione, decisa dai Talebani, della campagna di vaccinazione in corso nel sud del Paese. Le motivazioni, secondo quanto riportato dal Guardian, sono legate alla sicurezza, ma anche alle restrizioni imposte alle donne.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha confermato la presenza di 18 nuovi casi di infezione da polio nel Paese quest'anno: si tratta di un aumento significativo rispetto ai 6 casi riportati nel 2023 e i numeri potrebbero essere anche più alti, dal momento che molti casi potrebbero non essere stati ancora segnalati.
La poliomielite è una malattia virale altamente infettiva, che può causare paralisi e morte, in particolare se contratta da neonati e bambini piccoli. L'Afghanistan e il Pakistan sono gli unici due Paesi al mondo in cui il virus della polio è endemico.
Sembra che il governo voglia spostare la somministrazione dei vaccini nelle moschee locali, dove le famiglie dovrebbero portare i figli a ricevere le dosi. “Questa è una pessima notizia –spiega la fonte – perché l'eradicazione abbia successo: dobbiamo coprire più del 95% dei bambini con due dosi di vaccino, ma senza le campagne porta a porta, non saremo in grado di raggiungere questo obiettivo”.
Uno dei motivi del divieto pare sia la sicurezza: i leader talebani “temono che le campagne possano rivelare la loro posizione a nemici stranieri”, ha detto il funzionario. Tuttavia, un’operatrice sanitaria locale di Kandahar, nel sud del Paese, ha dichiarato che il ruolo delle donne nel sistema sanitario è un altro motivo che ha spinto il governo afghano a sospendere al campagna: “Le donne nella regione meridionale devono affrontare restrizioni da parte delle autorità locali per partecipare al programma, in particolare nelle aree rurali”.
“Le donne sono state fondamentali per il successo delle campagne porta a porta e per sensibilizzare le madri e le famiglie sui vaccini, poiché, in una società profondamente conservatrice, gli uomini non sarebbero ammessi in quegli spazi”, spiega il funzionario sanitario.
Dei 18 casi segnalati quest'anno, 11 sono a proprio nella regione meridionale di Kandahar: “Nel resto dell'Afghanistan, non ci sono problemi con le operatrici della polio e nelle aree in cui ci sono operatrici, non ci sono casi di polio”, ha aggiunto l’uomo.
Farhanaz, una giovane ex operatrice di 23 anni, ha raccontato di aver collaborato con la campagna di vaccinazione locale fin dall’adolescenza, ma di essere stata costretta a dimettersi poco dopo che i Talebani hanno preso il potere sulla regione, nel 2021. “Ero pronta a viaggiare nelle regioni più remote, se necessario, per somministrare i vaccini. Ma quando mi sono trovata di fronte alle restrizioni, ho avuto il cuore spezzato”, ha detto Farhanaz. “Il nostro lavoro era fondamentale ed efficace. Impedire a noi donne di fare il nostro lavoro danneggerà il Paese e i nostri figli soffriranno senza colpa”, ha concluso.