
Uccisa a fucilate l'orsa Amarena in Abruzzo
Sembrano lontani i tempi in cui, in piena pandemia da Covid e con le città deserte, circolavano video di animali selvatici a passeggio per le vie solitamente antropizzate e trafficate, con tanto di commento "La natura si riprende i suoi spazi". Era un lampo di ammissione e consapevolezza del nostro essere ospiti, dato evidentemente da quel momento storico particolare. La triste storia dell'orsa Amarena, uccisa a fucilate in Abruzzo, ci conferma che la realtà non è così edulcorata: che l'apparente felicità dell'essere umano di fronte alla natura che si riprende i suoi spazi, finisce nello stesso momento in cui quegli stessi spazi sono già occupati da lui o li vuole occupare. Laddove, poi, la convivenza non lo convince, a quel punto si dimentica di essere ospite e vuole esserne padrone. Vince la regola del più forte e spesso e volentieri, per strumenti a disposizione, è l'uomo ad avere la meglio.
"È un crimine orribile, ripugnante, sconvolgente - così l'onorevole (Fi) Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell'Ambiente e dell'Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali - Viene da pensare che la diffusa intolleranza verso la fauna selvatica e verso i grandi carnivori in particolare, alimentata ad arte, abbia creato un clima di persecuzione, favorevole a queste forme delinquenziali di difesa fai-da-te o di sfacciato bracconaggio". Da parte sua, il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha detto che "la notizia dell'uccisione a colpi di fucile dell'orsa rappresenta un atto gravissimo nei confronti dell'intera Regione che lascia dolore e rabbia per un gesto incomprensibile". "In tutti questi anni - sottolinea Marsilio - le comunità fuori e dentro ai parchi hanno sempre dimostrato di saper convivere con gli orsi senza mai interferire con le loro abitudini. Mai un orso ha rappresentato in Abruzzo un qualunque pericolo per l'uomo, neanche quando si è trovato a frequentare i centri abitati. L'atto violento compiuto nei confronti del plantigrado non ha alcuna giustificazione". E poi aggiunge che è "pronto a costituire la Regione come parte civile contro questo delinquente per tutelare l'immagine e l'onorabilità della nostra gente. Invito le comunità locali e tutti i turisti a continuare ad osservare tutte le norme prescritte affinché gli animali presenti sul territorio possano vivere indisturbati nel loro habitat".
Il triste destino di Amarena
L'orsa è stata uccisa ieri sera a fucilate da un uomo alla periferia di San Benedetto dei Marsi (Aq), fuori dal Parco e dall'Area Contigua. A comunicarlo è stato lo stesso Parco sul suo profilo Facebook.
"L’episodio è un fatto gravissimo, che arreca un danno enorme alla popolazione che conta una sessantina di esemplari, colpendo una delle femmine più prolifiche della storia del Parco - si legge nel post - Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio visto che, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area Contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo".
Una conferma della, fino a ieri, pacifica convivenza era arrivata solo pochi giorni fa. Quando la sera del 26 agosto, sempre a San Sebastiano dei Marsi, l'orsa era sbucata da un vicolo nella piazza del paese, di fronte agli occhi di abitanti e turisti per nulla impauriti. Anzi. Quasi tutti filmavano con gioia la scena, emozionandosi all'arrivo dei due cuccioli.
Poche sere dopo la gioia ha lasciato spazio alla tristezza.
Le indagini
L'uomo che ha sparato è stato immediatamente identificato dai Guardiaparco e poi sottoposto ai rilievi dei Carabinieri. "Ho sparato per paura ma non volevo uccidere - avrebbe dichiarato ai carabinieri - l'ho trovata dentro la mia proprietà è stato un atto impulsivo, istintivo". Un istinto, un impulso, ovvero qualcosa di naturale e animalesco, che quindi è privo di ragione, caratteristica invece peculiare dell'essere umano. Cosa sia avvenuto poco prima del colpo esploso, in quel perimetro evidentemente troppo piccolo per due, lo chiarirà l'attività investigativa. La Procura di Avezzano ha intanto aperto un fascicolo nei confronti del 56enne, per il reato 544bis del codice penale, ossia chiunque procuri per crudeltà o senza necessità la morte di animali. L'uomo rischia dai 4 mesi ai 2 anni di reclusione.Le reazioni
Il fatto, come era prevedibile, ha suscitato sgomento sui social dove, come purtroppo spesso accade, ha fatto presto a degenerare in minacce e insulti. In tantissimi hanno preso le distanze dal gesto compiuto da mano umana. Associazioni e politici hanno espresso all'unisono la propria rabbia. Molto più forti e molte di più le voci arrivate dal centrosinistra, che in alcuni casi non è mancato dal puntare il dito nei confronti del governo. "Ecco le conseguenze drammatiche di questo governo che ha dato il via alla caccia libera come fossimo nel far west, consentendo di uccidere animali selvatici anche in aree urbane e protette - ha scritto la deputata di Alleanza Verdi e Sinistra Eleonora Evi, co-portavoce di Europa Verde - Questo governo è il responsabile morale di azioni gravissime come questa. Tutto questo deve essere fermato".
Michela Brambilla (Facebook)