Amarena è morta per mano dell'uomo: "Vittima dell'odio fomentato dalla politica"

Il triste destino dell'orsa, uccisa a fucilate, ha scatenato tante reazioni e riaperto il dibattito sul bracconaggio: "Pene insufficienti, è un delitto"

di TERESA SCARCELLA -
1 settembre 2023
Uccisa a fucilate l'orsa Amarena in Abruzzo

Uccisa a fucilate l'orsa Amarena in Abruzzo

Sembrano lontani i tempi in cui, in piena pandemia da Covid e con le città deserte, circolavano video di animali selvatici a passeggio per le vie solitamente antropizzate e trafficate, con tanto di commento "La natura si riprende i suoi spazi". Era un lampo di ammissione e consapevolezza del nostro essere ospiti, dato evidentemente da quel momento storico particolare. La triste storia dell'orsa Amarena, uccisa a fucilate in Abruzzo, ci conferma che la realtà non è così edulcorata: che l'apparente felicità dell'essere umano di fronte alla natura che si riprende i suoi spazi, finisce nello stesso momento in cui quegli stessi spazi sono già occupati da lui o li vuole occupare. Laddove, poi, la convivenza non lo convince, a quel punto si dimentica di essere ospite e vuole esserne padrone. Vince la regola del più forte e spesso e volentieri, per strumenti a disposizione, è l'uomo ad avere la meglio.

Il triste destino di Amarena

L'orsa è stata uccisa ieri sera a fucilate da un uomo alla periferia di San Benedetto dei Marsi (Aq), fuori dal Parco e dall'Area Contigua. A comunicarlo è stato lo stesso Parco sul suo profilo Facebook.
"L’episodio è un fatto gravissimo, che arreca un danno enorme alla popolazione che conta una sessantina di esemplari, colpendo una delle femmine più prolifiche della storia del Parco - si legge nel post - Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio visto che, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area Contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo".
Una conferma della, fino a ieri, pacifica convivenza era arrivata solo pochi giorni fa. Quando la sera del 26 agosto, sempre a San Sebastiano dei Marsi, l'orsa era sbucata da un vicolo nella piazza del paese, di fronte agli occhi di abitanti e turisti per nulla impauriti. Anzi. Quasi tutti filmavano con gioia la scena, emozionandosi all'arrivo dei due cuccioli.
Poche sere dopo la gioia ha lasciato spazio alla tristezza.

Le indagini

L'uomo che ha sparato è stato immediatamente identificato dai Guardiaparco e poi sottoposto ai rilievi dei Carabinieri. "Ho sparato per paura ma non volevo uccidere - avrebbe dichiarato ai carabinieri - l'ho trovata dentro la mia proprietà è stato un atto impulsivo, istintivo". Un istinto, un impulso, ovvero qualcosa di naturale e animalesco, che quindi è privo di ragione, caratteristica invece peculiare dell'essere umano. Cosa sia avvenuto poco prima del colpo esploso, in quel perimetro evidentemente troppo piccolo per due, lo chiarirà l'attività investigativa. La Procura di Avezzano ha intanto aperto un fascicolo nei confronti del 56enne, per il reato 544bis del codice penale, ossia chiunque procuri per crudeltà o senza necessità la morte di animali. L'uomo rischia dai 4 mesi ai 2 anni di reclusione.

Le reazioni

Il fatto, come era prevedibile, ha suscitato sgomento sui social dove, come purtroppo spesso accade, ha fatto presto a degenerare in minacce e insulti. In tantissimi hanno preso le distanze dal gesto compiuto da mano umana. Associazioni e politici hanno espresso all'unisono la propria rabbia. Molto più forti e molte di più le voci arrivate dal centrosinistra, che in alcuni casi non è mancato dal puntare il dito nei confronti del governo. "Ecco le conseguenze drammatiche di questo governo che ha dato il via alla caccia libera come fossimo nel far west, consentendo di uccidere animali selvatici anche in aree urbane e protette - ha scritto la deputata di Alleanza Verdi e Sinistra Eleonora Evi, co-portavoce di Europa Verde - Questo governo è il responsabile morale di azioni gravissime come questa. Tutto questo deve essere fermato".
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Michela Brambilla (Facebook)

"È un crimine orribile, ripugnante, sconvolgente - così l'onorevole (Fi) Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell'Ambiente e dell'Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali - Viene da pensare che la diffusa intolleranza verso la fauna selvatica e verso i grandi carnivori in particolare, alimentata ad arte, abbia creato un clima di persecuzione, favorevole a queste forme delinquenziali di difesa fai-da-te o di sfacciato bracconaggio". Da parte sua, il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha detto che "la notizia dell'uccisione a colpi di fucile dell'orsa rappresenta un atto gravissimo nei confronti dell'intera Regione che lascia dolore e rabbia per un gesto incomprensibile". "In tutti questi anni - sottolinea Marsilio - le comunità fuori e dentro ai parchi hanno sempre dimostrato di saper convivere con gli orsi senza mai interferire con le loro abitudini. Mai un orso ha rappresentato in Abruzzo un qualunque pericolo per l'uomo, neanche quando si è trovato a frequentare i centri abitati. L'atto violento compiuto nei confronti del plantigrado non ha alcuna giustificazione". E poi aggiunge che è "pronto a costituire la Regione come parte civile contro questo delinquente per tutelare l'immagine e l'onorabilità della nostra gente. Invito le comunità locali e tutti i turisti a continuare ad osservare tutte le norme prescritte affinché gli animali presenti sul territorio possano vivere indisturbati nel loro habitat".

La rabbia delle associazioni: "Il bracconaggio è un delitto"

"Una notizia terribile e un evento che rischiano di vanificare gli sforzi per la conservazione dell'orso bruno marsicano, il plantigrado più raro d'Europa - commenta il Wwf - La notizia dell'uccisione di Amarena, orsa diventata suo malgrado prima star dei social e oggi simbolo della violenza insensata con cui qualcuno si rapporta alla natura, rappresenta un duro colpo per le speranze di sopravvivenza dell'orso in Appennino". "Oggi ad essere uccisa da un colpo di fucile e dall'ignoranza è una delle femmine di orso più prolifiche della storia recente della residua popolazione di orso marsicano - si legge nel comunicato stampa - Un'orsa confidente, ma del tutto pacifica, Amarena era entrata nell'immaginario collettivo ed era divenuta orgoglio di una terra che ha nell'orso un simbolo della sua natura e della ricchezza del suo territorio". "Nel nostro Paese, purtroppo, le leggi non sono idonee a punire in maniera adeguata i responsabili di gesti tanto efferati, e anche quelle esistenti non vengono quasi mai applicate rigorosamente. E' tempo di adeguare l'efficacia del sistema sanzionatorio e di investire sulla vigilanza del territorio in funzione preventiva e repressiva". "Un fatto gravissimo e triste, segno del livello raggiunto in Italia dal bracconaggio, con atti continui, diffusi su tutto il territorio e solitamente impuniti, nell'indifferenza dello Stato - dichiara la Lipu-BirdLife Italia - Ciò che è più grave, è la totale assenza di risposta dello Stato, che pur a fronte degli innumerevoli illeciti non ha preso alcuna iniziativa concreta, facendo anche fallire il Piano nazionale contro il bracconaggio sugli uccelli" "Stagione di odio e di paura ingiustificata contro i grandi carnivori, fomentata da certa politica, che attraversa incredibilmente il Paese da nord a sud - dichiara l'Enpa - Occorre rendere adeguata ai tempi la norma sul bracconaggio: le pene per i bracconieri sono insufficienti. Deve diventare un delitto e prevedere sicuramente il carcere". "Amarena è l'ennesima vittima non solo della pericolosità sociale d'individui cui pure si concede il porto d'armi, ma anche del clima d'odio nei confronti dei grandi carnivori fomentato in Italia da alcuni esponenti politici - osserva l'Oipa che ha dichiarato di volersi costituire parte civile nel processo - Questa tragedia è una delle conseguenze della 'caccia alle streghe' che alcune amministrazioni locali stanno aprendo in Italia nei confronti di orsi e lupi colpevoli solo di fare gli orsi e i lupi".

L'amarezza del Parco Nazionale

"Abbiamo detto e ridetto che siamo modello, l'Abruzzo è modello"... Non siamo modello di niente. Davanti agli omicidi che sentiamo al telegiornale, l'uccisione di un'orsa è sempre niente a confronto, ma non è così - afferma all'Ansa il direttore del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise Luciano Sammarone - L'orsa era entrata in una recinzione. Per il resto non sappiamo nulla della dinamica dei fatti". "I giudizi vanno rimandati a dopo. Fino a quando non conosciamo come sono andate le cose non emettiamo giudizi, ognuno dovrebbe tenersi il proprio anziché fare il processo su Facebook. Comunque, io ho difficoltà a credere che si sia trattato di difesa. L'orsa Amarena non ha mai attaccato nessuno. Ma anche io non giudico e non mi esprimo fino a quando le indagini riveleranno che cosa è accaduto".

I precedenti

Dal 2010 ad oggi sono stati uccisi quindici orsi nel centro Italia, di cui 3 nel territorio dei parchi del centro Abruzzo. Gli esemplari sono stati uccisi principalmente da bocconi avvelenati, malattie trasmesse dal bestiame allevato, bracconaggio e da altre cause ancora sconosciute. La morte di Amarena è invece nota: è stata uccisa a fucilate. Stessa sorte toccò il 12 settembre 2014 ad un altro orso bruno marsicano, sempre in Abruzzo. Il responsabile è stato condannato nel 2021 dalla Corte di Cassazione al pagamento delle statuzioni civili. Il destino di mamma Amarena si incrocia con quello di uno dei suoi cuccioli, Juan Carrito, diventato famoso sui social, investito e ucciso a gennaio scorso.