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Home » Attualità » Vira, la bambina ucraina con la scritta sulla schiena, sta bene ed è in Francia con la mamma

Vira, la bambina ucraina con la scritta sulla schiena, sta bene ed è in Francia con la mamma

Dopo la foto della piccola con disegnati sul corpo il suo nome e il numero di telefono dei genitori, adesso la madre Sasha Makoviy ha condiviso una nuova foto: la piccola con un vestitino rosa gioca con un mazzo di fiori nella casa messa a disposizione da una famiglia francese. La madre: "Grazie a tutti per l'aiuto, ora siamo al sicuro"

Remy Morandi
6 Aprile 2022
Vira, la bambina ucraina con la scritta sulla schiena, sta bene: è in Francia con la mamma

Vira, la bambina ucraina con la scritta sulla schiena, sta bene: è in Francia con la mamma

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La foto della bambina ucraina con la scritta sulla schiena ha sconvolto un po’ tutti. Ma per fortuna c’è una buona notizia: la piccola Vira Makoviy, poco più di due anni, sta bene. Lo ha fatto sapere la mamma, Sasha Makoviy, con un post su Instagram, nel quale ha scritto che lei e la bambina si trovano al sicuro in Francia, ospitati da una famiglia che ha aperto le porte della propria casa per accogliere la famiglia Makoviy. Ieri, dopo aver riportato la storia della bambina con scritti sulla schiena il suo nome e il numero di telefono dei genitori, noi di Luce! abbiamo provato a contattare la mamma della piccola per farci raccontare meglio la vicenda. Sasha ci ha inizialmente risposto ai messaggi che le abbiamo inviato con un semplice “Hi” (“Ciao”), poi però non ci ha fatto sapere più nulla. Il motivo? Lo ha spiegato lei stessa con un post su Instagram: “Nelle ultime 24 ore il mio profilo Instagram è stato inondato di messaggi da persone che volevano offrirci il loro aiuto e che volevano sapere se e io e Vira fossimo al sicuro”. “Sono sopraffatta da tutte le attenzioni che ho ricevuto in questi ultimi giorni, proverò a rispondere a tutti”, ha fatto sapere Sasha. Alla mamma di Vira rispondiamo qui, sottolineando che a noi di Luce! basta sapere che lei e la piccola Vira stiano bene. Così è, e ne siamo felici.

Vira Makoviy, la bambina ucraina con la scritta sulla schiena, sta bene e si trova in Francia con la mamma (Foto tratta dal profilo Instagram della madre, Sasha Makoviy)

La piccola Vira sta bene e si trova in Francia con la mamma Sasha. Su Instagram la madre ha scritto un post per fare sapere le condizioni di salute della sua bambina e per ringraziare tutti coloro che le hanno offerto aiuto e supporto, dopo aver visto la foto della piccola con ‘tatuati’ sulla schiena il suo nome, la sua data di nascita e il numero di telefono di mamma e papà. “Piango dalla commozione“, ha premesso sui social la mamma. “Voglio far sapere a tutti che io e Vira siamo al sicuro. Siamo riusciti ad attraversare il confine – scrive Sasha su Instagram – e ora ci troviamo nel sud della Francia“. Sono stati dei “volontari” ad aver offerto il proprio aiuto e ad aver aperto le porte di casa a Vira e Sasha. “Ci hanno invitato qui e hanno offerto un alloggio”, ha scritto ancora su Instagram la mamma.

Nella nuova foto pubblicata da Sasha Makoviy, si vede la piccola Vira con un vestitino e le scarpette rosa giocare con un mazzo di fiori. Sono lontane le immagini della guerra in Ucraina dalla quale Sasha e Vira sono riuscite a scappare. È lontano, ma non troppo, il ricordo di quelle scritte sulla schiena della bambina di 2 anni che la madre le ha disegnato “nel caso in cui ci fosse successo qualcosa”, aveva fatto sapere Sasha.

Vira, la bambina di 2 anni, con i dati personali disegnati sulla schiena dalla mamma Sasha (Foto tratta dal profilo Instagram della madre, Sasha Makoviy)

Quel vestitino rosa che adesso indossa Vira “ce lo ha regalato la premurosa famiglia francese”, che ha ospitato le due profughe ucraine. Lo ha fatto sapere la mamma, che ha voluto nel post su Instagram “ringraziare i volontari francesi e tutti coloro che ci hanno aiutato e sostenuto mentre stavamo fuggendo dalla guerra“. “Sono un po’ sopraffatta da tutte le attenzioni che ho ricevuto in questi giorni, ma alla fine proverò a rispondere a tutti”, ha concluso su Instagram Sasha Makoviy.

La storia di Vira, la bambina ucraina con la scritta sulla schiena

Sabato 2 aprile Sasha Makoviy, una donna che abitava a Kiev, ha condiviso sui social la foto e la storia della sua bambina, di poco più di 2 anni. Nello scatto pubblicato su Instagram si vede Vira giocare con dei pennarelli colorati su un foglio di carta. Sulla sua schiena la mamma ha scritto il suo nome e il suo cognome, Vira Makoviy, la sua data di nascita, 10 novembre 2019, e infine i numeri di telefono di mamma e papà.

Sasha ha scritto i dati di Vira anche su un biglietto (Foto tratta dal profilo Instagram di Sasha Makoviy)

“Ho scritto sulla schiena di Vira – ha spiegato la mamma – nel caso in cui ci fosse successo qualcosa e nel caso in cui l’avessero ritrovata come sopravvissuta”. Nel panico la madre lo scorso 24 febbraio, ovvero il giorno in cui è iniziata l’invasione russa in Ucraina, ha scritto anche un biglietto con i dati personali della piccola. Sasha aveva fatto sapere che “ancora non riesco a togliermi di tasca questo biglietto strapazzato”, per paura che da un momento all’altro potesse succedere qualcosa a lei o alla piccola Vira. Speriamo che adesso Sasha, al sicuro con la sua piccola in Francia, sia riuscita a togliersi quel pezzetto di carta dalle tasche. Certamente la piccola Vira non ha più quelle scritte sulla schiena, coperta adesso da un tenero vestitino rosa. Quella foto però Sasha non la dimenticherà.

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
La foto della bambina ucraina con la scritta sulla schiena ha sconvolto un po' tutti. Ma per fortuna c'è una buona notizia: la piccola Vira Makoviy, poco più di due anni, sta bene. Lo ha fatto sapere la mamma, Sasha Makoviy, con un post su Instagram, nel quale ha scritto che lei e la bambina si trovano al sicuro in Francia, ospitati da una famiglia che ha aperto le porte della propria casa per accogliere la famiglia Makoviy. Ieri, dopo aver riportato la storia della bambina con scritti sulla schiena il suo nome e il numero di telefono dei genitori, noi di Luce! abbiamo provato a contattare la mamma della piccola per farci raccontare meglio la vicenda. Sasha ci ha inizialmente risposto ai messaggi che le abbiamo inviato con un semplice "Hi" ("Ciao"), poi però non ci ha fatto sapere più nulla. Il motivo? Lo ha spiegato lei stessa con un post su Instagram: "Nelle ultime 24 ore il mio profilo Instagram è stato inondato di messaggi da persone che volevano offrirci il loro aiuto e che volevano sapere se e io e Vira fossimo al sicuro". "Sono sopraffatta da tutte le attenzioni che ho ricevuto in questi ultimi giorni, proverò a rispondere a tutti", ha fatto sapere Sasha. Alla mamma di Vira rispondiamo qui, sottolineando che a noi di Luce! basta sapere che lei e la piccola Vira stiano bene. Così è, e ne siamo felici.
Vira Makoviy, la bambina ucraina con la scritta sulla schiena, sta bene e si trova in Francia con la mamma (Foto tratta dal profilo Instagram della madre, Sasha Makoviy)
La piccola Vira sta bene e si trova in Francia con la mamma Sasha. Su Instagram la madre ha scritto un post per fare sapere le condizioni di salute della sua bambina e per ringraziare tutti coloro che le hanno offerto aiuto e supporto, dopo aver visto la foto della piccola con 'tatuati' sulla schiena il suo nome, la sua data di nascita e il numero di telefono di mamma e papà. "Piango dalla commozione", ha premesso sui social la mamma. "Voglio far sapere a tutti che io e Vira siamo al sicuro. Siamo riusciti ad attraversare il confine - scrive Sasha su Instagram - e ora ci troviamo nel sud della Francia". Sono stati dei "volontari" ad aver offerto il proprio aiuto e ad aver aperto le porte di casa a Vira e Sasha. "Ci hanno invitato qui e hanno offerto un alloggio", ha scritto ancora su Instagram la mamma. Nella nuova foto pubblicata da Sasha Makoviy, si vede la piccola Vira con un vestitino e le scarpette rosa giocare con un mazzo di fiori. Sono lontane le immagini della guerra in Ucraina dalla quale Sasha e Vira sono riuscite a scappare. È lontano, ma non troppo, il ricordo di quelle scritte sulla schiena della bambina di 2 anni che la madre le ha disegnato "nel caso in cui ci fosse successo qualcosa", aveva fatto sapere Sasha.
Vira, la bambina di 2 anni, con i dati personali disegnati sulla schiena dalla mamma Sasha (Foto tratta dal profilo Instagram della madre, Sasha Makoviy)
Quel vestitino rosa che adesso indossa Vira "ce lo ha regalato la premurosa famiglia francese", che ha ospitato le due profughe ucraine. Lo ha fatto sapere la mamma, che ha voluto nel post su Instagram "ringraziare i volontari francesi e tutti coloro che ci hanno aiutato e sostenuto mentre stavamo fuggendo dalla guerra". "Sono un po' sopraffatta da tutte le attenzioni che ho ricevuto in questi giorni, ma alla fine proverò a rispondere a tutti", ha concluso su Instagram Sasha Makoviy.

La storia di Vira, la bambina ucraina con la scritta sulla schiena

Sabato 2 aprile Sasha Makoviy, una donna che abitava a Kiev, ha condiviso sui social la foto e la storia della sua bambina, di poco più di 2 anni. Nello scatto pubblicato su Instagram si vede Vira giocare con dei pennarelli colorati su un foglio di carta. Sulla sua schiena la mamma ha scritto il suo nome e il suo cognome, Vira Makoviy, la sua data di nascita, 10 novembre 2019, e infine i numeri di telefono di mamma e papà.
Sasha ha scritto i dati di Vira anche su un biglietto (Foto tratta dal profilo Instagram di Sasha Makoviy)
"Ho scritto sulla schiena di Vira - ha spiegato la mamma - nel caso in cui ci fosse successo qualcosa e nel caso in cui l'avessero ritrovata come sopravvissuta". Nel panico la madre lo scorso 24 febbraio, ovvero il giorno in cui è iniziata l'invasione russa in Ucraina, ha scritto anche un biglietto con i dati personali della piccola. Sasha aveva fatto sapere che "ancora non riesco a togliermi di tasca questo biglietto strapazzato", per paura che da un momento all'altro potesse succedere qualcosa a lei o alla piccola Vira. Speriamo che adesso Sasha, al sicuro con la sua piccola in Francia, sia riuscita a togliersi quel pezzetto di carta dalle tasche. Certamente la piccola Vira non ha più quelle scritte sulla schiena, coperta adesso da un tenero vestitino rosa. Quella foto però Sasha non la dimenticherà.
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