Bendagnez, la community Instagram che racconta i difetti visivi dei bambini

Per preservare lo sviluppo delle vie visive, Elisa Raimondi ed Enrica Ferrazzi hanno ideato un progetto: ogni giorno le mamme dei più piccoli devono mettere una benda sull'occhio che vede bene per costringere l'altro, quello pigro, a lavorare. Ma le insidie sono sempre dietro l'angolo

di EDOARDO MARTINI -
2 maggio 2024
Disabilità visive

Disabilità visive

Sono in grado di raccontare le emozioni e i nostri stati d'animo, ci permettono di entrare in comunicazione con l'altro senza bisogno delle parole, ma sono anche l'organo sensoriale più importante. Ecco perché curare gli occhi è sempre più fondamentale. E per farlo Elisa Raimondi ed Enrica Ferrazzi,  figlia e madre, hanno ideato un progetto e una community Instagram chiamata 'Bendagnez' proprio per preservare lo sviluppo delle vie visive. 

In cosa consiste la terapia 

Ma in cosa consiste questa 'Bendagnez'? Ogni giorno le mamme dei bambini devono, per anni, mettere una bendina sull'occhio che vede bene, per costringere l'altro, quello pigro, a lavorare. Un procedimento semplice che però nasconde dietro di sé molte insidie ​​come l'opposizione del figlio a portare la benda sull'occhio per tutto il giorno e come qualche burla ricevuta dal compagno di classe.

"Non è facile questa terapia - spiegano le autrici del progetto e della comunità - che si usa nei casi di ambliopia, strabismo, cataratta congenita e altre problematiche visive né per i bambini, né per i genitori che di frequente incontrano la resistenza del proprio figlio ad accettare di trascorrere gran parte della giornata con una benda sull'occhio. A ciò si aggiunge talvolta la paura di essere presi in giro da amici e compagni, o anche solo di essere oggetto di interesse non richiesto mentre si è al parco o al supermercato".

Copertina canzone 'Bendagnez'
Copertina canzone 'Bendagnez'

L'inno che racchiude l'essenza del bendaggio 

La community dei "Bambini con gli occhi colorati", inoltre ha anche un suo inno: "Siamo i Bendagnez, colora, colora, colora, così l'occhietto lavora, lavora, lavora e con il tempo migliora, migliora, migliora", recita il ritornello. 

"Una musica orecchiabile, con poche parole che però racchiudono l'essenza del bendaggio: tenere i bambini impegnati in attività, come il colorare, durante l'occlusione così da fare lavorare l'occhio pigro favorendo il miglioramento delle funzioni visive", prosegue Enrica, che insieme alla figlia ha dato vita all'associazione Progetto Elisa, conosciuta sui social come @occhideibimbi e @ibendagnez per raccontare ciò che in passato hanno vissuto in prima persona affrontando l'ambliopia di Elisa, oggi 27enne.

La canzone e il simpatico cartone animato 

L'ultima parola è infine spettata alla figlia che oltre a fare i vari ringraziamenti ha ricordato il disagio che lei stessa ha vissuto da piccola dovendo indossare la benda per una diagnosi tardiva di ambliopia: "Ringraziamo di cuore tutti i professionisti che in questi ultimi mesi hanno lavorato per poter realizzare il sogno di questa canzone. Quando Lele (Emanuele Mapelli), il papà musicista di una piccola Bendagnez, ci ha proposto lo scorso anno di scrivere testo e musica per una canzone da usare come inno per questi bambini, siamo rimasti entusiaste. Le nostre più rosee aspettative sono state di gran lunga superate grazie all'offerta di collaborazione venuta da Greta Mancini e Carlo Rossetti, rispettivamente voce e patron di Coccole Sonore, canale web con oltre 2 milioni di iscritti dedicati ai bambini e alle loro famiglie, per scoprire cantando il mondo che li circonda".

Ma le belle sorprese non finiscono qui perché da qualche giorno su tutte le piattaforme, oltre che a "La canzone dei Bendagnez", è disponibile anche un simpatico cartone animato per la gioia dei tanti bambini con gli occhi colorati. Un modo per non farli sentire soli ma uniti più che mai.