Joe Biden concede la grazia ai veterani omosessuali condannati dai tribunali militari. Il presidente Usa afferma così di voler “Riparare a un torto storico”, ovvero quello che per almeno 60 anni ha reso ‘colpevoli’ i soldati in base a una legge militare che vietava il sesso gay.
La proclamazione della grazia, secondo quanto riporta un funzionario, interesserà circa 2.000 persone: questo 'perdono istituzionale' consentirà loro di richiedere un certificato di grazia che li aiuterà a ricevere i benefici trattenuti.
“Nonostante il loro coraggio e il loro grande sacrificio, migliaia di membri del servizio LGBTQI+ sono stati costretti a lasciare le forze armate a causa del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere. Alcuni di questi americani patriottici sono stati sottoposti alla corte marziale e hanno portato il peso di questa grande ingiustizia per decenni”, ha dichiarato Biden in un comunicato.
Cosa diceva la Legge militare
La decisione riguarda in particolare l'articolo 125 del Codice di giustizia militare, risalente al 1951 e superato poi dalle pronunce del Congresso nel 2013. Nello specifico questo articolo prevedeva che la cosiddetta “sodomia tra adulti consenzienti” fosse un reato punibile dalla corte marziale.
Oltre all’importanza simbolica di questa iniziativa, chiunque ottenga la clemenza avrà la possibilità – non automatica ma attraverso apposite richieste – di modificare i propri documenti militari, il che potrebbe a sua volta renderlo idoneo a ricevere benefici che gli erano stati precedentemente negati.
Per ottenere la modifica dei precedenti penali ai sensi della grazia, infatti, gli ex soldati dovranno compilare una domanda online, che verrà inoltrata al loro Dipartimento di servizio militare di riferimento. I servizi si rivolgeranno quindi alla Corte marziale, analizzando il verbale di servizio dell'individuo, e stabiliranno se è idoneo al perdono; tale determinazione verrà quindi inviata al procuratore generale, che agirà tramite l'avvocato per il perdono del Dipartimento di Giustizia, ha spiegato un funzionario statunitense.
La politica del "Don't Ask, Don't Tell”
Gli Stati Uniti hanno impedito al personale omosessuale di prestare servizio nell'esercito fino al 1994, quando è entrata in vigore la politica denominata “Don't Ask, Don't Tell”. Questa politica impediva ai membri del servizio di essere interrogati sul loro orientamento sessuale, ma imponeva comunque al personale gay, lesbico e bisessuale di rimanere nascosto per evitare di essere licenziato dalle forze armate, fino alla sua abrogazione nel 2011.
A settembre 2023, il Dipartimento della Difesa ha annunciato che avrebbe condotto una revisione per identificare i veterani che hanno ricevuto un congedo diverso da quello d'onore - che può influenzare l'accesso ai benefici e danneggiare le prospettive di impiego - a causa del loro orientamento sessuale, in modo che i loro documenti possano essere corretti se meritevoli.