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Biotestamento, tanti giovani si informano “Vogliono capire cosa è meglio per sé stessi e per i propri cari”

Dal 2021 è attivo un ambulatorio nell’ospedale Santa Maria Annunziata a Firenze. Sempre più persone si rivolgono agli specialisti per avere maggiori risposte sulle disposizioni anticipate di trattamento e sui piani condivisi di cura

di MATTIA LUPINI -
13 marzo 2024
Biotestamento, Dat e Pcc (foto di repertorio)

Biotestamento, Dat e Pcc (foto di repertorio)

Un luogo di pensiero e riflessione per aiutare il cittadino nelle scelte di fine vita. Sono questi i punti cardine da cui l’ambulatorio per il biotestamento dell’ospedale Santa Maria Annunziata a Firenze porta avanti il proprio operato, attivo da maggio 2021 e presieduto dal direttore Pietro Dattolo insieme all’anestesista Gabriele Gori, la nefrologa Giuseppina Simone, lo psicologo Alessandro Toccafondi e la palliativista Michela Nesi.

Il progetto pilota dell’Asl Toscana Centro ha condotto 162 colloqui sulle disposizioni anticipate di trattamento (Dat) e 72 piani condivisi di cura (Pcc) che coinvolgono i pazienti affetti da malattie croniche invalidanti (come da legge n. 219 del 2017).

"Molti dei partecipanti si presentano alla ricerca di informazioni - afferma Gori -, facendo affidamento alla comunicazione per sciogliere i propri dubbi e perplessità in merito all’argomento. Tra il diniego al pronto intervento e l’accanimento terapeutico c’è un mare: nel complesso significato dell’interruzione delle cure, parlare di morte rimane fondamentale per garantire indicazioni corrette e adeguate”.

Tanti giovani sono curiosi

Ogni cittadino ha a disposizione un’ora di colloquio, prolungabile attraverso nuovi appuntamenti per garantire il tempo necessario ad assimilare la mole di informazioni. Il dialogo e il confronto divengono così gli strumenti primari per una buona educazione.

Il tema delicato non spaventa i giovani. In molti si sono presentati avidi di sapere, alcuni di essi spinti dalla voglia di affrontare traumi precedenti ed esperienze personali: “Venuti a conoscenza del servizio, questi ragazzi si presentano per parlare del proprio passato - aggiunge Toccafondi -, cercando di capire cosa sia meglio per sé stessi e portare un messaggio a chi hanno intorno”.

È un tema che tocca da vicino gli stessi sanitari, accorsi all’ambulatorio come spinti dalla consapevolezza di fugacità del tempo maturata durante gli anni di esperienza. Alle Dat si affiancano i meno conosciuti Pcc. La consapevolezza del percorso clinico adeguato, secondo Simone, diviene centrale: "L’ambulatorio ha iniziato con il coinvolgimento dei pazienti dializzati, allo scopo di aiutarli nelle scelte future insieme a sviluppare una competenza dello stato di salute da parte dell’interessato. I pazienti cronici, e con loro le rispettive famiglie, sono spesso confusi e necessitano di maggiore supporto”.

Quali prospettive future? La standardizzazione della procedura aziendale e il passaggio al sistema prenotazione CUP dello scorso autunno hanno portato l’ambulatorio verso nuovi orizzonti. La volontà è quella di ampliare il servizio attraverso il coinvolgimento degli altri presidi ospedalieri, i cui professionisti hanno già condiviso ore di training on the job al Santa Maria Annunziata.

Previsto per il 27 marzo un incontro aperto al pubblico alla sede dell’Ordine dei Medici di Firenze, con il team disponibile alle curiosità della popolazione.