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Bulimia, la mamma di Anna: “E’ un calvario infinito. Qualcuno verifichi se i metodi sono giusti”

La giovane è diventata bulimica a 15 anni. “Due ricoveri e sei anni di cure, ma ancora purtroppo non ne siamo fuori”

di ILARIA ULIVELLI -
13 aprile 2024

Firenze, 13 aprile 2024 – Ha 22 anni, Anna. Non ha ancora smesso di combattere con il mostro tentacolare della bulimia. Ne aveva 15 quando l’incubo è iniziato. Poi è diventata anoressica, arrivando a pesare 34 chili. Ora di nuovo la bulimia.

Quando ha scoperto che sua figlia soffriva di un disturbo del comportamento alimentare?

"Vorrei fare una premessa: anche se potrebbe non essere stata l’unica causa, potrebbe avere avuto un’influenza. Mia figlia, quando aveva appena compiuto 12 anni e faceva la seconda media, all’uscita di scuola è stata seguita da un uomo".

Che cos’è successo?

"E’ arrivato fino al portone di casa. Noi dopo la portammo subito dalla psicologa, non è più voluta uscire da sola per due anni. Ma nella psicoterapia non è mai emerso niente di eclatante".

Invece poi...

"Ha cominciato a comportarsi in modo molto rabbioso, in casa. Io sentivo che c’era qualcosa che non andava. Si era concentrata molto su sé stessa, sulla cura estetica. Frugavo ovunque, alla fine ho trovato cibo nascosto nell’armadio".

E quindi?

"Non avevo idea di cosa fosse un disturbo alimentare né di cosa fare. Lei mangiava e vomitava: era bulimica. Compensava".

Che cosa avete fatto?

"Non avendo idea dei percorsi, ci siamo rivolti a una psichiatra psicoterapeuta. Lei ha cominciato una psicoterapia. Poi abbiamo conosciuto l’associazione Conversando e abbiamo capito che il disturbo doveva essere gestito da un’équipe multidisciplinare. Anna non era migliorata, ma notevolmente peggiorata. Passava dieci ore a casa a mangiare e vomitare. Quindi abbiamo cambiato percorso, nonostante la psichiatra dicesse che dovevamo avere pazienza".

A chi vi siete rivolti?

"Anna è stata inserita in un percorso specifico, che sei anni fa esisteva solo a Empoli, ora c’è anche all’Iot Palagi di Firenze".

Cosa è successo?

"Anna ha cominciato ad andare frequentemente a Empoli per gli incontri con psichiatra, psicoterapeuta e nutrizionista. Fino a che, purtroppo, nel 2019, con una situazione insostenibile a casa per i suoi accessi di rabbia, ci hanno consigliato il ricovero".

Lei che cosa faceva?

"Era alla ricerca costante cibo, noi arrivavamo e non ce n’era più. Scassava tutti i mobili. Se la prendeva con l’altro figlio. Tra l’altro vomitando di continuo era a rischio infarto".

Ha avuto bisogno del ricovero?

"E’ quello che ci hanno consigliato. E’ entrata a Villa dei Pini. E’ rimasta tre mesi nella struttura assistenziale dove noi potevamo vederla solo il sabato e la domenica. Ma non ha funzionato".

Uscita dal ricovero ha avuto una ricaduta?

"A Villa dei Pini ha imparato anche tutto quello che non sapeva sull’anoressia ed è diventata anoressica. E’ arrivata a pesare 34 chili".

Un altro ricovero?

"Mancavano tre mesi ai suoi 18 anni e mi disse che non voleva più andare al liceo, nell’anno della maturità. A quel punto la minacciai, dicendole che non aveva più una vita. Ho chiamato il 118 e l’hanno portata al Meyer a Villa Ulivella. Non c’era posto l’hanno messa in day hospital. Per tre mesi non mi ha parlato. Piano piano con l’aiuto di una psichiatra si è ripresa: lei è riuscita a farla tornare a scuola. Si è diplomata con una splendida maturità. Sembrava che le cose avessero finalmente preso la piega giusta. Ma di queste malattie non si conosce mai l’esito. Sono forme di dipendenza fortissime".

Ora come va ?

"E’ sempre bulimica con alti e bassi. Combatte con la tristezza, la mancanza di autostima, di desideri, di raggiungere obiettivi. Ha fermato il percorso di studi, ne ha tentati altri e poi lasciati. Ora lavora ma...".

Cosa le è mancato dal servizio pubblico?

"Fondamentalmente che si guardi al risultato. Che si occupino di sapere quanti guariscono, anche per capire se i metodi sono giusti".