Campidoglio, ipotesi lezioni sul mondo Lgbtq+ a scuola. La polemica dei Pro Vita

Nella nuova Mappa della città educante di Roma Capitale, tra le proposte didattiche anche quella sulla comunità. Il centrodestra insorge

di MARIANNA GRAZI -
19 ottobre 2023
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Svolta in Campidoglio: la comunità Lgbtq+, i diritti, le istanze di ieri e di oggi, le battaglie e la storia entrano a scuola con lezioni dedicate. E immancabile scoppia la polemica tra le associazioni conservatrici. Ma facciamo un passo indietro, andiamo con ordine.

Portare il tema Lgbtq+ a scuola

Nella nuova Mappa della città educante 2023-2024 di Roma Capitale, o meglio la bozza di testo che in realtà dovrebbe rimanere riservata fino alla sua approvazione e alla presentazione ufficiale del Dipartimento capitolino scuola, viene spiegata l’offerta formativa da portare negli istituti scolastici della città.
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Laboratori e lezioni, due volte al mese al massimo, per alunni/e e le loro famiglie, per scoprire il variegato mondo Lgbtq+

È qui che, in un carnet di 190 proposte didattiche sui temi più disparati, dalla sostenibilità ambientale  all'importanza della memoria dell'Olocausto, ma anche questioni urgenti come il contrasto alla violenza di genere, si inserisce anche la questione Lgbtq+, un universo multiforme e in continua evoluzione, di cui si parla sempre più spesso.

Il progetto per scuole medie e superiori

Purtroppo spesso anche senza conoscerlo davvero, senza comprendere che si parla di migliaia di persone, di famiglie, di genitori e bambini. Da qui la proposta di iniziare ad affrontare questo argomento proprio nel luogo più indicato per farlo, per creare una cultura, per far conoscere: la scuola. In particolare il progetto numero 2 (ricordiamo, di 190 totali) della Mappa, intitolato "Ti presento Andrea – Viaggio nella comunità Lgbtqia+" e promosso dal dipartimento Pari opportunità, è dedicato ai ragazzi delle scuole medie e superiori, degli istituti tecnici e anche alle "famiglie di alunni/e partecipanti".

La proposta è stata avanzata tra i 190 progetti didattici per gli istituti scolatici di Roma Capitale

Nello specifico si tratta di una serie di incontri mensili (una o due lezioni/laboratorio di tre ore ciascuna) in cui sarebbero coinvolte massimo di dieci classi alla volta, all'interno delle scuole oppure nelle sedi di associazioni legate a questo mondo. Interessate quindi "Famiglie Arcobaleno, Genderlens, Rete Genitori Rainbow, Gaynet Roma, Plus Roma, Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli e Gay Center", oltre che Croce rossa e Aics, si legge nella bozza, già diffusa da alcuni istituti scolastici.

"Non è previsto consenso dei genitori né altro punto di vista"

Un progetto, ricordiamo, ancora in bozza, ma che ha già sollevato più di una perplessità. O meglio, le polemiche delle associazioni pro-vita, che hanno fatto scoppiare il caso insorgendo al grido: "Non è previsto consenso informato da parte delle famiglie" né "un punto di vista diverso". Come se la 'normalità' eteronormata non fosse già un enorme fattore di confronto costante con cui i membri della comunità arcobaleno si trovano a che fare in ogni singolo ambito. Critiche avanzate però, non sono solo le associazioni ma anche esponenti dei partiti di centrodestra di Roma e del Lazio. La consigliera comunale di Fratelli d’Italia Francesca Barbato sostiene che "una cosa è educare a tolleranza e rispetto, altro è inoculare nei bambini, anche piccoli, la convinzione che la sessualità e l’affettività siano qualcosa di fluido, da cambiare o modificare all’occorrenza".   "Lascia perplessi il comportamento del Campidoglio – rincara Maria Chiara Iannarelli, sempre di FdI ma in Consiglio Regione – che invita i bambini di tutte le scuole a visite didattiche nelle sedi delle associazioni Lgbt senza specificare i contenuti di questi corsi e sorvolando sul diritto dei genitori di essere informati". Il discorso è sempre quello, torna a palesarsi lo spettro - nato all'epoca del Ddl Zan e di quella che venne definita 'ideologia gender' - del cosiddetto indottrinamento dei bambini, dei nostri figli e figlie, su temi come l'omosessualità, le persone transgender, l'identità di genere e così via. Il tema è scottante, tutto ciò che circonda il mondo Lgbtq+ fa discutere sempre e comunque, soprattutto in questo momento storico, in cui l'ideologia conservatrice al governo sta respingendo qualsiasi iniziativa per allargare tutele e diritti anche a chi non rientra nei canoni 'tradizionali' di famiglia o di coppia.

La polemica dei Pro Vita

In questi giorni, inoltre, l'attacco dei Pro Vita non si limita la proposta didattica "Ti presento Andrea", ma si rivolge, sempre supportato dalle opposizioni, in particolare dalla Lega, anche alle identità alias nelle scuole. Lunedì, in una nota, Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus ha infatti dichiarato: "Apprendiamo che il Municipio XI di Roma ha convocato" per il 17 ottobre "una riunione della Commissione Politiche Educative e Scolastiche per spiegare come elaborare e approvare la Carriera Alias nelle scuole". In più lo avrebbe fatto invitando "solo alcune scuole del territorio (il Liceo Keplero, l'ISS di via dei Papareschi e il Liceo Montale) che ci risulta non abbiano approvato la Carriera Alias".
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I Pro Vita e Famiglia contro la proposta del Campidoglio di Roma

"Cosa significa tutto ciò? – si chiede Coghe –. Forse che il Municipio intende fare pressioni politiche e ideologiche sulle scuole per far approvare la Carriera Alias? Si tratta forse di un 'richiamo all'ordine' per gli Istituti che ancora non si sono allineati ai progetti gender? Se così fosse è un grave atto di ingerenza". Si appella quindi al Governo e al ministero dell'Istruzione "per fermare questa deriva, perché ogni giorno sempre di più le scuole italiane stanno diventano un vero e proprio far west ideologico, vengono usate come terreno di rivendicazioni politiche e di propaganda Lgbtqia+, il tutto sulla pelle dei nostri figli". E i figli e figlie delle coppie omogenitoriali, le ragazze e i ragazzi trans, intersex, bisex, non binari? Chi dovrebbe tutelare il loro bene? Chi dovrebbe proteggerli/e? Chi dovrebbe battersi per le loro necessità, le loro richieste, le loro stesse vite?