![Back view of high school students raising hands on a class. Back view of high school students raising hands on a class.](https://luce.lanazione.it/image-service/version/c:OWYwODRmYWEtMjA0MC00:NWMwY2M3/back-view-of-high-school-students-raising-hands-on-a-class.webp?f=16%3A9&q=1&w=1560)
Back view of high school students raising hands on a class.
Carriera alias a scuola, da oggi si può. Almeno all’istituto professionale Sassetti Peruzzi di Firenze che prima dell’avvio dell’uovo anno scolastico ha introdotto la possibilità, per gli alunni che abbiano avviato un programma di transizione di genere e per le loro famiglie, di iscriversi utilizzando un nome diverso da quello anagrafico. La novità, annunciata attraverso il giornale scolastico on line della scuola superiore, arriva dopo l'ok votato dal consiglio di istituto, con il beneplacito del preside Osvaldo Di Cuffa.
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La decisione però, pur trovando ampio consenso tra studenti, personale scolastico e famiglie, ha suscitato le critiche della politica, in particolare della Lega, a sua volta attaccata dal consigliere regionale del Pd Iacopo Melio.
"L’iniziativa promossa dal preside dell’Istituto Sassetti Peruzzi Osvaldo Di Cuffa di consentire, su richiesta degli alunni, di cambiare il loro nome anagrafico e di conseguenza modificare i documenti ufficiali interni all’istituto, è dannosa e illegale", sostiene Emanuele Cocollini, consigliere comunale del Carroccio e vicepresidente dell'assemblea di Palazzo Vecchio. "Per di più il diritto di ottenere il cambiamento di tutti i documenti, si può ottenere soltanto se l’identità anagrafica coincide con l’identità presente, vissuta e percepita da una persona, ovvero solo in seguito all’intervento di riconversione del sesso. Per questo – conclude Cocollini – quanto deciso dal Preside e dal Consiglio d’Istituto è gravissimo, perché viola la legge".
Una presa di posizione a cui si è fermamente opposto Melio: "Non si smentisce la Lega nell’attaccare l’Istituto superiore Sassetti Peruzzi, al quale va il mio massimo sostegno per aver preso una posizione che, nel 2021, dovrebbe essere vista come naturale e non certo scomoda o inusuale –scrive il consigliere regionale del Pd in una nota – La creazione di 'alias' sui documenti per le persone transgender è un qualcosa che, da tempo, si inizia a vedere per poter accedere a più servizi. Un aiuto non solo sociale ma anche psicologico, dal momento che convivere per troppo tempo con il proprio nome di nascita può rappresentare una vera e propria violenza per chi sta affrontando un percorso di transizione".