Catalogna, le donne in topless possono entrare in piscina

Il governo locale ha rinnovato ai comuni l'invito, come stabilito in una legge del 2020, alla non discriminazione per etnia, colore della pelle ma anche abbigliamento e aspetto fisico

di MARIANNA GRAZI -
28 giugno 2023
Ragazze in topless in piscina

Ragazze in topless in piscina

Il governo della Catalogna consente alle donne di fare il bagno in topless nelle piscine pubbliche. Una direttiva dell'esecutivo locale ha infatti informato le autorità dei municipi che devono vietare ogni forma di discriminazione, perché le bagnanti abbiano gli stessi diritti degli uomini. Iniziativa che segue quella dello scorso anno in Germania.

La legge sull'uguaglianza

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I manifesti contro la discriminazione del Dipartimento per l'uguaglianza catalano ripresi dal movimento femminista Mugrons Llures (Instagram)

La possibilità di mettersi in topless, in realtà, è stata sancita da una legge catalana sull'uguaglianza del 2020, in cui si vieta ai comuni di discriminare le persone sulla base dell’etnia, del colore della pelle, delle eventuali disabilità ma anche, tra le altre cose, dell’aspetto fisico o dell’abbigliamento. Molti impianti pubblici, in questi tre anni, hanno però impedito alle ragazze e alle donne di indossare soltanto gli slip del costume, introducendo ordinanze municipali, in contraddizione con la legge regionale, che le obbligavano a coprire il seno. Ogni estate erano decine le denunce da parte degli attivisti e delle femministe di Mugrons Lliures (gruppo per i diritti civili impegnato nella lotta alla discriminazione di genere).
 
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"Si tratta di una questione di parità di genere: gli uomini potevano [mettersi in topless] e le donne no", ha dichiarato Mariona Trabal, portavoce del gruppo. "Non sappiamo perché ci abbiano messo così tanto, ma siamo molto contente", ha aggiunto, a proposito della lettera inviata dal governo ai municipi.

La lettera del governo catalano

In una nota del Dipartimento per l'uguaglianza e il femminismo dell'esecutivo locale si legge che impedire alle donne di stare nelle piscine pubbliche a torso nudo "esclude una parte della popolazione dall’accesso a determinati servizi e viola la libera scelta di ogni persona riguardo al proprio corpo". Ma "costituisce una discriminazione" anche vietare loro di allattare al seno o "l’uso di costumi da bagno più lunghi", come il burkini musulmano, aggiungono i funzionari. L'utilizzo di questo tipo di abbigliamento integrale, che lascia scoperti solo mani e piedi oltre al volto, è molto dibattuto anche oltreconfine, in Francia, dove nel 2022 si è accesa un'aspra polemica sul tema, tra i favorevoli e i contrari, andando così ad accentuare una questione - quella della laicità dello Stato e di come questa si concretizza nella società civile - già particolarmente critica.
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Vietare alle donne di accedere a torso nudo in piscina è una discriminazione, secondo la legge sull'uguaglianza catalana

Un portavoce del Dipartimento catalano per l'uguaglianza e il femminismo ha dichiarato ai media spagnoli che la lettera è semplicemente "un promemoria", ma che è obbligatorio per i comuni rispettarla. Il governo regionale, guidato dalla sinistra repubblicana catalana filo-indipendentista (ERC), può in teoria multare fino a 500.000 euro qualsiasi municipio scoperto a violare la norma. La questione del topless, comunque, ha acceso il dibattito anche lontano dalle piscine spagnole. Sabato scorso, gli organizzatori di un Pride nella città meridionale di Murcia hanno coperto il busto della cantante Rocío Saiz con una bandiera Lgbtq+ dopo che era salita sul palco a seno scoperto. Dopo la sua esibizione, Saiz ha dichiarato di essere stata interrogata dalla polizia locale.