‘Coloured is Better’, una rana multicolor per vendere inclusività

La sfida riuscita dell’artista comasco Mr. Savethewall e del pubblicitario Aldo Biasi che hanno trasformato il claim di uno spot in opera d’arte vendendo un valore e non un prodotto. Prossimo obiettivo inventare una campagna per un oggetto inesistente rendendolo talmente desiderabile da indurre il mondo produttivo a realizzarlo

di MARION GUGLIELMETTI
10 marzo 2025
Pierpaolo Perretta, in arte Mr Savethewall, e Aldo Biasi. A sinsitra il ranocchio 'Colured is better'

Pierpaolo Perretta, in arte Mr Savethewall, e Aldo Biasi. A sinsitra il ranocchio 'Colured is better'

Milano, 10 marzo 2025 – Può una rana vendere inclusività? Qual è il confine tra pubblicità e arte? Può un’immagine realizzata per vendere un prodotto diventare altro superando le motivazioni che l’hanno generata? E, soprattutto, può un’opera d’arte compiere il cammino inverso trasformandosi in comunicazione pubblicitaria?

Aldo Biasi e Pierpaolo Perretta, in arte Mr. Savethewall, se lo sono chiesti e hanno trasformato le loro risposte in un progetto che mira a scardinare preconcetti e luoghi comuni. Una piccola grande rivoluzione alla quale entrambi ambiscono in virtù di un cammino attraverso due mondi apparentemente solo paralleli, ma che hanno più di un elemento in comune, a partire dalla riconoscibilità delle loro produzioni.

Da sinistra Pierpaolo Perretta, in arte Mr Savethewall, e Aldo Biasi. Alle spalle, sulla sinistra, il ranocchio 'Coloured is better'
Da sinistra Pierpaolo Perretta, in arte Mr Savethewall, e Aldo Biasi. Alle spalle, sulla sinistra, il ranocchio 'Coloured is better'

Aldo Biasi è considerato un guru nel mondo della creatività italiana, copywriter che ha firmato campagne pubblicitarie divenute cult, autore di veri e propri tormentoni assorbiti dal lessico famigliare, uno per tutti il “C’è Gigi?” per la Cremeria Motta. Mr. Savethewall è invece lo street artist comasco, contrario all’imbrattamento dei muri, papà della rana multicolor entrata oramai a far parte di quel ristretto novero di opere che appartengono a un immaginario visivo collettivo, come lo sono gli universalmente noti barattoli della Campbell’s Soup e i primi piani di Marilyn Monroe di Andy Warhol.

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“Un giorno ho incontrato Aldo Biasi nella Galleria Deodato di Milano con la quale ho un’esclusiva - racconta Mr. Savethewall - e gli ho chiesto se, a suo avviso, il confine tra arte e pubblicità è così netto e invalicabile”. Il tutto poteva esaurirsi in un sterile confronto fra due maestri nei diversi settori, ma così non è stato. Dalla teoria si è passati alla pratica, ispirati da una proposta di Aldo Biasi: “Perché non proviamo a prendere un mio pezzo pubblicitario e vediamo come riusciamo a ritrattarlo? La cosa ci ha affascinato entrambi e partendo da alcune mie campagne abbiamo provato a verificare se ce ne fosse qualcuna che si potesse prestare”.

La scelta è caduta su uno spot per la ‘Coloreria Italiana’ pensato per il web nel quale c’è una signora che sta infilando i panni in lavatrice quando arriva il marito, un uomo insignificante, e la signora decide di infilarlo nella lavatrice con la Coloreria per vedere di rimediare all’errore commesso quando l’ha sposato. “E a fine lavaggio - spiega Biasi - dalla lavatrice emerge un bellissimo uomo di colore. ‘Coloured is Better’ il claim dello spot”. Ma se vent’anni fa poteva essere considerato divertente e colpire nel segno, ai giorni nostri rischierebbe di finire all’indice.

“Mr. Savethewall - continua Biasi - mi ha fatto notare che se avessimo riproposto questa operazione avremmo rischiato di venir tagliati fuori da ogni tipo di comunità nazionale e internazionale perché politicamente inaccettabile. Prima riflessione, accidenti quanto cambiano i linguaggi…”.

Da qui l’idea di Mr. Savethewall: “Perché non attualizzare il messaggio ‘Coloured is better’ utilizzando la mia rana antropomorfa che da sempre è il mio personaggio iconico quello che ci dice “sono ranocchio e tale voglio essere, non voglio diventare un principe come vorrebbe il pensiero comune”. Per essere principe dovrei mettere orpelli, giacca, cravatta, Rolex e accessori vari mentre il mio bello è essere ciò che sono, un bellissimo ranocchio di mille diversi colori. Di questi tempi, ai nostri giorni non c’è messaggio migliore, sono rana e voglio essere la rana che sono…”. Così il ranocchio ha indossato come un vero e proprio modello una t-shirt multicolor e ‘Coloured is better’ è diventato altro rispetto a quello che era.

Una delle opere della collezione 'Coloured is better'
Una delle opere della collezione 'Coloured is better'

“La posizione muscolosa del nero dello spot che esibiva la propria potenza fisica - aggiunge Biasi - nell’interpretazione fatta da Mr. Savethewall racconta entusiasmo… la stessa posa cambia di significato… è inclusiva, al passo con i tempi che stiamo vivendo”.

Da questa prima esperienza è nata la consapevolezza che i linguaggi si possono modificare e, soprattutto, secondo l’inusuale coppia composta da un pubblicitario e da un artista, “non esistono compartimenti stagni fra due professioni, si può dar vita a nuove forme di comunicazione arricchite dall’arte senza tradire i valori commerciali di una comunicazione pubblicitaria e viceversa”.

Una delle opere della collezione 'Coloured is better'
Una delle opere della collezione 'Coloured is better'

La rana con t-shirt multicolor diventa prodotto e opera d’arte, in vendita in una galleria e non in un supermercato. Ma il passo successivo potrebbe essere altro ancora, sull’esempio di quanto accadde molti anni fa grazie a una geniale intuizione di Renzo Arbore. Nella trasmissione ‘Quelli della Notte’ vi era uno falso spazio pubblicitario che reclamizzava un prodotto inesistente, il Cacao Meravigliao. Lo spot era talmente efficace da diventare desiderabile, creando una domanda al punto da stimolare la creazione di un’offerta. “Il sogno - conclude Mr. Savethewall - sarebbe di fare qualcosa di talmente efficace per cui qualcuno deve produrre il prodotto perché la gente lo cerca… Questa sarebbe la vera opera d’arte. Una pubblicità che non vende niente se non se stessa. Una sfida che io e Aldo possiamo raccogliere”.

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