Per tanto tempo (e forse ancora oggi) i social network sono stati considerati da moltissimi "una perdita di tempo". Un appunto comprensibile e in parte condivisibile che tuttavia oggi risulta meno pertinente di una volta per la maggiore attenzione riservata da queste piattaforme (alcune più di altre) all’informazione e alle questioni sociali. Per esempio, ha fatto molto discutere il supporto di TikTok alla campagna vaccinale nel mondo contro il Covid19. L’app di origine cinese aveva stretto un accordo con l’Oms per promuovere l’importanza del vaccino tra i suoi giovanissimi utenti (secondo le
ultime ricerche di mercato il 60% degli utenti è under 29 e circa la metà di questi è nella fascia tra i 10 e i 19). Per quanto riguarda l’Italia, TikTok aveva lanciato una "challenge", #l’appuntamentopiùimportante. La sfida consisteva nel mostrare in un video la preparazione ad un appuntamento importante, con tanto di make up, vestiti eleganti e frasi ad effetto, per poi dirigersi verso un hub vaccinale e iniziare il percorso di immunizzazione. La piattaforma ha speso anche alcuni dei volti degli influencer più seguiti e amati come Francesca Stavolone, Chiara di Quarto, Daniele Davì, Federico Rognoni e Stella Vizzino. Nel corso degli ultimi mesi però, non sono mancate le polemiche riguardo una serie di fake news, sempre in tema vaccini, che hanno iniziato ad inondare l’app più scaricata del 2021. Secondo uno studio dei ricercatori dell’organizzazione di monitoraggio Media Matters, l’algoritmo della piattaforma favorirebbe "pericolose bolle di disinformazione intorno agli utenti sensibili". L’algoritmo suggerisce contenuti in base a quello per cui l’utente ha mostrato interesse. Ciò significa che chi era già dubbioso riguardo al vaccino, nel suo feed di TikTok, vedrà proposti video no vax o di bufale sul Covid. Il social, però, si è fregiato anche di iniziative ben riuscite nella loro totalità, come per esempio quella sulla consapevolezza di utilizzo: Dopo due ore trascorse a "scrollare" contenuti, soprattutto se di notte, l’algoritmo suggerisce, con video ad hoc, all’utente di fermarsi, andare a dormire, per poi riprendere il giorno successivo. Un'attenzione che potrà sembrare banale e, in alcuni casi, inutile, ma che altri competitor (vedi Facebook e Instagram) non prevedono. Un’attenzione a temi sociali che nel caso del social cinese ha creato qualche problema. Discorso diverso per Twitch, piattaforma nata come live streaming di videogiochi e ora leader nel settore dell'intrattenimento più disparato, esploso nell’ultimo anno e mezzo di pandemia, che fin
dagli albori ha adottato una policy di totale intransigenza su un linguaggio non corretto in cui spesso si può incappare su internet: dagli insulti razziali a quelli a sfondo sessuale, passando per l’utilizzo o pubblicità di droghe di qualsiasi genere o, più in generale, qualsiasi incitamento alla violenza. Se uno streamer scivola su uno qualsiasi di questi temi, può rischiare la chiusura definitiva del suo canale. I giovani sono sempre più sensibili alle tematiche sociali e al politicamente corretto, i social per continuare a intercettarne l’interesse dovranno sapersi adeguare.