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Home » Attualità » La mattanza dei difensori dei diritti umani: 358 le persone uccise nel 2021

La mattanza dei difensori dei diritti umani: 358 le persone uccise nel 2021

Ancora oggi c’è chi paga l’attivismo con la vita. Nel corso delle scorso anno tanti sono stati uccisi e molti altri sono stati incarcerati o spiati: da Fernando dos Santos Araújo a Hidme Markam. Le cifre diffuse dalla ong irlandese Front line defenders

Domenico Guarino
28 Aprile 2022
La mattanza dei difensori dei diritti umani: 358 le persone uccise nel 2021

La mattanza dei difensori dei diritti umani: 358 le persone uccise nel 2021

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Fernando dos Santos Araújo, classe 1982, era un lavoratore senza terra. Viveva nell’Amazzonia brasiliana, dove per anni si era battuto perché venisse finalmente messa in pratica la riforma agraria che destina le terre improduttive ai piccoli agricoltori come lui. Fernando è una dei 358 difensori dei diritti umani uccisi nel 2021 in 35 diversi paesi.

Fernando dos Santos Araújo, classe 1982, era un lavoratore senza terra. Viveva nell’Amazzonia brasiliana
Fernando dos Santos Araújo, classe 1982, era un lavoratore senza terra. Viveva nell’Amazzonia brasiliana

Quasi uno al giorno. E molti altri sono stati incarcerati o spiati, subiscono minacce, intimidazioni, arresti arbitrari, oppure vengono sorvegliati attraverso mezzi informatici.
Le cifre sono diffuse dalla ong irlandese Front line defenders in un report che censisce gli attentati contro gli attivisti che difendono l’ambiente e il territorio, i popoli indigeni, i diritti umani, la libertà di espressione e i diritti di donne e persone lgbt+.

Più della metà delle vittime sono in America latina: spicca la Colombia con addirittura 138 omicidi accertati, ma preoccupano anche Messico e Brasile (rispettivamente a quota 42 e 27). Gli altri contesti rivelatisi pericolosi sono India (23), Afghanistan (19), Filippine (16), Guatemala (11), Nicaragua (10), Repubblica Democratica del Congo (9). Nel 26 per cento dei casi, la vittima era una persona indigena.

Fernando dos Santos Araújo

Fernando dos Santos Araújo, è stato ucciso il 26 gennaio da un colpo di pistola. Era nel mirino degli assassini dal 2017, quando aveva occupato il latifondo di Santa Lúcia insieme a un gruppo di famiglie, per fare pressione sull’amministrazione locale. C’era anche lui la mattina del 24 maggio 2017, quando un gruppo di agenti di polizia aveva fatto irruzione e aveva sterminato dieci persone.

Fernando dos Santos Araújo, classe 1982, era un lavoratore senza terra
Fernando dos Santos Araújo, classe 1982, era un lavoratore senza terra

Era riuscito a sopravvivere al massacro di Pau d’Arco restando nascosto sotto il corpo senza vita del suo fidanzato. Da allora era stato incluso in un programma di protezione delle vittime e dei testimoni, con l’assistenza delle ong locali. Ma nemmeno questo però è bastato a salvargli la vita.

Il Messico di recente è stato al centro dell’attenzione anche per i frequenti attentati contro i giornalisti, monitorati da altre due organizzazioni: Reporter senza frontiere (che censisce 488 giornalisti dietro le sbarre alla fine del 2021) e l’International federation of journalists (che parla di 42 giornalisti uccisi nel 2020 mentre facevano il loro lavoro e 235 imprigionati).

Gli omicidi raccontano soltanto una parte della storia. Perché, come accennato all’inizio, i difensori dei diritti umani vengono perseguitati e controllati in molti altri modi. Si va dall’installazione nello smartphone di spyware come l’israeliano Pegasus, capace di estrarre i dati (email, password, messaggi di testo, localizzazione gps…) e addirittura di attivare da remoto il microfono e la camera. Una decina, inoltre, gli attivisti che nel 2021 sono stati accusati di terrorismo, uno dei metodi più comuni usati da alcuni governi per intimorirli.

foresta amazzonica
Difensori dei diritti umani uccisi, oltre la metà delle vittime sono in America latina: spicca la Colombia con addirittura 138 omicidi accertati

Tra loro c’è per esempio Hidme Markam, una donna indiana adivasi che difende i diritti umani, contro la violenza della polizia e dello stato e l’impatto dell’estrazione mineraria nello Stato del Chhattisgarh. È la convenor del Jail Bandi Rihai Committee, una piattaforma che sostiene il rilascio di migliaia di persone adivasi, in particolare giovani, criminalizzate e bollate come Naxal e detenute in detenzione preventiva.

Breiner David Cucuñame, ambientalista indigeno, è stato ucciso a soli 14 anni
Breiner David Cucuñame, ambientalista indigeno, è stato ucciso a soli 14 anni

Hidme Markam in India

Hidme Markam si è concentrata sui progetti guidati da grandi aziende come Adani Pvt Ltd., che minacciano di distruggere una collina sacra Adivasi, considerata una divinità locale dalla comunità.

Fra gli attivisti per i diritti umani uccisi nel 2021, Hidme Markam
Fra gli attivisti per i diritti umani uccisi nel 2021, Hidme Markam

Oltre a battersi contro l’impatto ecologico dannoso dell’estrazione mineraria per l’area locale, con conseguente degrado della terra e di grandi corpi idrici e la distruzione delle foreste nella regione. E a sostenere la promozione dei diritti delle donne e contro la violenza fisica e sessuale contro le donne da parte di agenti di polizia e militari. Proprio durante una manifestazione sulla violenza contro le donne, Hidme è stata arrestata il 9 marzo del 2021. Due storie, quella di Fernando e quella di Hidme tanto lontane sulla carta geografica quanto vicine nel testimoniare come la difesa di chi si batte per i diritti umani nel mondo rappresenta ancora una priorità da affermare ogni giorno. Ovunque nel mondo.

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  • "Amiamo troppo la nostra storia e cultura per permettere che tutto venga distrutto.”

Il cambiamento climatico è un problema da affrontare il prima possibile. Per smuovere le acque di un immobilismo colpevole due attivisti si sono incollati a un capolavoro di 200 anni alla National Gallery di Londra. Letteralmente. 

Si tratta dell’ultima di una serie di proteste dirompenti del gruppo ambientalista britannico Just Stop Oil.

I due attivisti hanno coperto il famoso dipinto di John Constable “The Hay Wain” con una versione modificata dell’immagine prima di attaccare le mani alla sua cornice. 

Raffigurante il fiume Stour, che divide le contee inglesi di Suffolk ed Essex, è considerato uno dei dipinti per eccellenza di Constable. La versione modificata dei manifestanti ha visto il fiume sostituito con una strada asfaltata, con le ciminiere della fabbrica raffigurate sullo sfondo e gli aeroplani che volano sopra la testa. 

Lazarus, uno dei due studenti che si è incollato al dipinto, ha detto agli spettatori che la versione “reinventata” del dipinto “mostra la natura distruttiva della nostra dipendenza dal petrolio. Voglio lavorare nelle arti, non distruggerle. La situazione in cui ci troviamo dimostra che dobbiamo fare tutto il possibile, in modo non violento, per prevenire il collasso della civiltà verso cui ci stiamo precipitando.”

Di Edoardo Martini ✍

#lucenews #lucelanazione #thehaywain #juststopoil #nationalgallery #londra #attivisti #thereisnoplanetb
  • Surrealismo e folclore, fusi in una sola persona. 
Nasceva oggi Frida Kahlo, la pittrice messicana dagli intensi ritratti e autoritratti, autrice di poesie immortali, uno straordinario simbolo del femminismo moderno. 

#lucenews #lucelanazione #fridakahlo #anniversari #fridakahloinspired #fridakahlofrases #fridakahloquotes
  • Oggi è la giornata mondiale del bacio, il gesto che esprime l
  • “C’è un bambino! C’è un bambino!”

Poteva essere una tragedia nella tragedia. Invece, grazie a un gesto di coraggio di quelli che non si vedono certo tutti i giorni, un barlume di luce appare anche nel momento più tragico. 

Una bimba di appena 4 mesi è stata salvata dall’annegamento da un giovane proveniente dal Togo che, come lei, si trovava a bordo del barcone affondato lo scorso 27 giugno durante la traversata che dall’Africa Settentrionale li stava portando verso una sperata nuova vita in Europa.

A bordo c’erano un centinaio di persone: uomini, donne, ragazzi e ragazze, tanti bambini che, come spesso accade, sono costretti ad abbandonare la loro terra, dilaniata spesso dalla carestia, dalla siccità, dai conflitti, per cercare un futuro altrove.

Il ragazzo non ha esitato a prendere la bimba dall’acqua e poggiarsela sulla spalla, in modo che potesse rimanere in superficie. Lui, in evidente difficoltà, trova aiuto invece in un pezzo di legno galleggiante, fino all’arrivo dei soccorritori della nave della Ong Geo Barents. La piccola, che purtroppo nonostante lo sforzo del ragazzo mostrava i primi segnali di annegamento è stata rianimata e curata dal personale volontario di Medici Senza Frontiere.

Di Marianna Grazi ✍

#lucenews #lucelanazione #onggeobarents #togo #medicisenzafrontiere #gestodicoraggio
Fernando dos Santos Araújo, classe 1982, era un lavoratore senza terra. Viveva nell’Amazzonia brasiliana, dove per anni si era battuto perché venisse finalmente messa in pratica la riforma agraria che destina le terre improduttive ai piccoli agricoltori come lui. Fernando è una dei 358 difensori dei diritti umani uccisi nel 2021 in 35 diversi paesi.
Fernando dos Santos Araújo, classe 1982, era un lavoratore senza terra. Viveva nell’Amazzonia brasiliana
Fernando dos Santos Araújo, classe 1982, era un lavoratore senza terra. Viveva nell’Amazzonia brasiliana
Quasi uno al giorno. E molti altri sono stati incarcerati o spiati, subiscono minacce, intimidazioni, arresti arbitrari, oppure vengono sorvegliati attraverso mezzi informatici. Le cifre sono diffuse dalla ong irlandese Front line defenders in un report che censisce gli attentati contro gli attivisti che difendono l’ambiente e il territorio, i popoli indigeni, i diritti umani, la libertà di espressione e i diritti di donne e persone lgbt+. Più della metà delle vittime sono in America latina: spicca la Colombia con addirittura 138 omicidi accertati, ma preoccupano anche Messico e Brasile (rispettivamente a quota 42 e 27). Gli altri contesti rivelatisi pericolosi sono India (23), Afghanistan (19), Filippine (16), Guatemala (11), Nicaragua (10), Repubblica Democratica del Congo (9). Nel 26 per cento dei casi, la vittima era una persona indigena.

Fernando dos Santos Araújo

Fernando dos Santos Araújo, è stato ucciso il 26 gennaio da un colpo di pistola. Era nel mirino degli assassini dal 2017, quando aveva occupato il latifondo di Santa Lúcia insieme a un gruppo di famiglie, per fare pressione sull’amministrazione locale. C’era anche lui la mattina del 24 maggio 2017, quando un gruppo di agenti di polizia aveva fatto irruzione e aveva sterminato dieci persone.
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foresta amazzonica
Difensori dei diritti umani uccisi, oltre la metà delle vittime sono in America latina: spicca la Colombia con addirittura 138 omicidi accertati
Tra loro c’è per esempio Hidme Markam, una donna indiana adivasi che difende i diritti umani, contro la violenza della polizia e dello stato e l’impatto dell’estrazione mineraria nello Stato del Chhattisgarh. È la convenor del Jail Bandi Rihai Committee, una piattaforma che sostiene il rilascio di migliaia di persone adivasi, in particolare giovani, criminalizzate e bollate come Naxal e detenute in detenzione preventiva.
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Hidme Markam in India

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Fra gli attivisti per i diritti umani uccisi nel 2021, Hidme Markam
Fra gli attivisti per i diritti umani uccisi nel 2021, Hidme Markam
Oltre a battersi contro l’impatto ecologico dannoso dell’estrazione mineraria per l’area locale, con conseguente degrado della terra e di grandi corpi idrici e la distruzione delle foreste nella regione. E a sostenere la promozione dei diritti delle donne e contro la violenza fisica e sessuale contro le donne da parte di agenti di polizia e militari. Proprio durante una manifestazione sulla violenza contro le donne, Hidme è stata arrestata il 9 marzo del 2021. Due storie, quella di Fernando e quella di Hidme tanto lontane sulla carta geografica quanto vicine nel testimoniare come la difesa di chi si batte per i diritti umani nel mondo rappresenta ancora una priorità da affermare ogni giorno. Ovunque nel mondo.
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