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“Ho una caratteristica in +”: gioie e dolori dei Dsa. Le testimonianze dei ragazzi

Questa mattina a Firenze il convegno organizzato dall’Associazione Pillole di Parole per fare il punto sulla situazione dei disturbi specifici dell’apprendimento, dalle scuole elementari al mondo del lavoro

di CATERINA CECCUTI -
25 marzo 2024
La campagna di Pillole di Parole Onlus

La campagna di Pillole di Parole Onlus

Il 5% della popolazione in Italia ha un Dsa. I dati risalgono al 2021 perché, a causa della pandemia, le certificazioni hanno subito un forte ritardo, con tutte le conseguenze del caso, per esempio studenti che hanno dovuto affrontare l'esame di maturità senza una certificazione”.

Interventi da parte degli specialisti, laboratori didattici, ma soprattutto le testimonianze di ragazze e ragazzi che hanno imparato a fare del proprio disturbo “una caratteristica in +”. Questa la proposta dell’associazione Pillole di Parole Onlus – nata nel 2012 per contrastare la disinformazione nelle scuole – che questa mattina a Firenze ha presentato l’undicesima edizione del convegno “Ho una caratteristica in +”, appunto, o per meglio dire “gioie e dolori dei disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa), dalle elementari al mondo del lavoro”.

I Dsa non sono malattie

Si è parlato di Dislessia, Disgrafia, Disortografia e Discalculia, ossia neurodivergenze su cui è ancora necessario accendere i riflettori. “Non si tratta assolutamente di malattie da curare – specifica la presidente Vittoria Hayun –, ma di vere proprie caratteristiche individuali. Il focus del nostro evento quest’anno è stato molto ampio, con interventi che hanno spaziato dalle scuole elementari all’Università, fino al mondo del lavoro, dove spesso le caratteristiche legate ai Disturbi dell’apprendimento possono trasformarsi in vere e proprie carte vincenti.

Un momento della manifestazione
Un momento della manifestazione

“L’importante, come da sempre ribadiamo noi di Pillole di Parole, è arrivare alla consapevolezza delle proprie caratteristiche, per conoscere i nostri punti di forza e di debolezza. Per questo è così importante la presenza al nostro convegno non solo di insegnanti e specialisti, ma dei diretti interessati, i ragazzi e le ragazze con Dsa. È prima di tutti a loro che vogliamo parlare e non ci stancheremo mai di ripetere che avere un disturbo specifico dell’apprendimento non vuol dire avere una malattia: la dislessia non si cura, né si è affetti da discalculia. Sono invece caratteristiche che dobbiamo conoscere e far conoscere, per imparare la maniera che meglio si adatta alle caratteristiche di ognuno”.

Qualche dato 

Da un punto di vista territoriale, nel biennio 2020/2021 le certificazioni di disturbi specifici di apprendimento sono state rilasciate con maggior frequenza al Nord Ovest: la percentuale di alunni con Dsa sul totale dei frequentanti, in queste regioni, è stata del 7,9%. Percentuali superiori alla media nazionale (pari al 5,4%), si riscontano anche nelle regioni del Centro e del Nord Est, con quote di alunni con DSA sul totale alunni rispettivamente pari al 6,7% e al 5,8%. È invece il Mezzogiorno ad abbassare la media, con fermandosi al 2,8%. 

Anche con riferimento ai gradi di istruzione, le percentuali più elevate di alunni con Dsa si riscontrano nelle regioni nord-occidentali e, analogamente, sono invece molto più basse le quotttttte di chi ha questo tipo di disturbi tra gli studenti di tutti i gradi di istruzione al Sud Italia.

Nel dettaglio, i valori più elevati si rintracciano in Valle d'Aosta e Liguria con – rispettivamente – il 18,4% e 18,3% di alunni con Dsa sul totale della popolazione studentesca. Come già registrato negli anni precedenti le percentuali più contenute sono invece in Calabria e Campania, con valori inferiori al 2%, e in Sicilia con il 2.3% nell'anno scolastico successivo.

In questo senso la formazione delle persone con Dsa è importantissima; però quest’anno avete voluto dedicare ampio spazio anche al mondo del lavoro… “Esatto, sia perché molti di noi sono ormai cresciuti e hanno lasciato scuola e università, sia perché la legge 170/2010 si focalizza sulla scuola, ma si va via via affermando l’esigenza di continuare a fare formazione e informazione allargando la prospettiva a tutto quello che arriva dopo, ossia il mondo del lavoro, appunto”.

La campagna di Pillole di Parole Onlus
La campagna di Pillole di Parole Onlus

Il bello di Pillole di Parole è che si tratta di un’associazione interamente formata e gestita da studenti, vero? "Sì, la nostra associazione nasce nel 2012 a Firenze, ed è composta prevalentemente da giovani di età compresa tra i 14 ai 28 anni. Ci riuniamo con regolarità, scambiandoci esperienze e trovando nell’associazione un luogo di confronto e condivisione. Ci poniamo inoltre l’obiettivo di fare formazione e informazione sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento, soprattutto tramite incontri nelle scuole e l’organizzazione annuale di un convegno nazionale, un appuntamento che dal 2012 ha visto la partecipazione di migliaia di studenti, insegnanti e famiglie.

Tra i tanti interventi che si sono succeduti oggi, nel corso della giornata, per esempio, segnaliamo quello di Lauro Mengheri, psicologo specializzato in Dsa, della dottoressa Elena Maddalena, dell’Istituto nazionale Indire, del professor Giuseppe Mobilio, delegato per l’inclusione alla Facoltà di Giurisprudenza di Firenze, e del professor Enrico Ghidoni, neuropsichiatra e membro AID. E ancora la professoressa Silvia Baccaro, specializzata in apprendimento della matematica tramite video game, e Laura Sparavigna, consigliera del Comune di Firenze, che ha presentato il progetto Dsa al Museo”.  

Ma, soprattutto, la testimonianza diretta dei ragazzi… “Esatto, abbiamo ascoltato tre testimonianze di studenti con DSA e dell’attrice e regista Susy Laude, protagonista di molti film e attrice in molte serie tv tra cui 1992 di Giuseppe Gagliardi, che hanno raccontato la loro esperienza. L’evento è stato realizzato in collaborazione con Libri Liberi e con l’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana, a riprova del valore sempre crescente che ogni anno assume questo appuntamento”. 

Cosa è emerso dalle testimonianze dei ragazzi? Quali le principali problematiche cui vanno incontro nel corso della loro quotidianità? “Dalle testimonianze la prima difficoltà che emerge è l’ignoranza, intesa nel vero senso del termine, ossia il fatto che ancora non si sappia come affrontare il Dsa nelle scuole. Di qui la necessità di parlarne di più, per saperne di più”.

La campagna di Pillole di Parole Onlus
La campagna di Pillole di Parole Onlus

Quali possibili soluzioni o strategie di intervento sono state ipotizzate? “Sicuramente l’essere ragazzi coinvolti più attivamente possibile in eventi di questo tipo, perché hanno bisogno di parlare e diventare parte attiva di un percorso che riguarda la loro vita. L’altra, importantissima quanto ovvia strategia deve essere l’informazione, costante e puntuale. Solo secondariamente arrivano possibili interventi più tecnici”.  

Rispetto al passato le cose si stanno muovendo in una direzione positiva? Cosa invece è ancora distante da una possibile soluzione? “Rispetto al passato ci si sta muovendo verso una direzione positiva, indubbiamente. Oggi c’è molta più attenzione, molto più interesse sul tema. Ma siamo solo all’inizio, e su questo concordano tutti, dagli specialisti ai ragazzi intervenuti oggi: non si deve peccare di saccenza".