È morto Jan-Paul Pouliquen, ideatore delle unioni civili francesi

Lo storico militante del movimento gay aveva 69 anni. E’ stato il fondatore dell'associazione Homosexualité et Socialisme e difensore dei diritti degli omosessuali

di BARBARA BERTI -
2 maggio 2023
Jan-Paul Pouliquen, intervistato da France 2 nel 2002

Jan-Paul Pouliquen, intervistato da France 2 nel 2002

E’ morto Jan-Paul Pouliquen. Lo storico militante del movimento gay francese, principale artefice dei “patti civili di solidarietà” (Pacs), introdotti per la prima volta in Francia nel 1999, è scomparso nella città di Trappes (Yvelines) venerdì 28 aprile all'età di 69 anni. La notizia della scomparsa è stata pubblicata dai quotidiani parigini “Libération” e “Le Monde”. E' stato fondatore dell'associazione Homosexualité et Socialisme negli anni Ottanta e ardente difensore dei diritti degli omosessuali. Pouliquen ha poi creato il Collectif pour le contrat d'union civile et sociale (Collettivo per il contratto d'unione civile e sociale), che mirava a dare un'esistenza legale alle coppie omosessuali o eterosessuali non sposate.
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In primo piano un giovane Jan-Paul Pouliquen (Foto: Libération)

Questo fu uno dei primi passi verso i Pacs. All'epoca Jan-Paul Pouliquen, ex comunista diventato socialista, convinse solo una manciata di deputati socialisti: nel novembre 1992 appena otto di loro firmarono la proposta di legge sul contratto di unione civile. Solo nel 1999 la maggioranza di sinistra ha introdotto i Pacs nel sistema francese: con sette letture successive nell'Assemblea Nazionale e al Senato e circa 120 ore di dibattito, i “Patti civili di solidarietà” fu la proposta più contestata in Parlamento quell'anno. I “Patti civili di solidarietà” sono contratti di diritto privato conclusi tra due individui maggiorenni che decidono di organizzare la loro vita in comune in piena libertà. Per tali contratti possono essere previste norme fiscali, ipotesi di successione patrimoniale e nell'alloggio in caso di morte di uno dei due, congedi per l'assistenza del partner o dei figli, e infine una disciplina dello scioglimento dell'unione. “La legge sui Pacs è stata un passo avanti, perché ha permesso a tutta la Francia di parlare di omosessualità” dichiarò Pouliquen a “Le Monde” qualche tempo fa. Nel 2018 la casa in cui viveva con il marito nella periferia parigina era stata vittima di un incendio. Raccontò Pouliquen: “Una delle mie vicine mi ha confessato, anche se non ha osato dirmelo subito, che la notte dell'incendio la gente si era fermata davanti alla casa e aveva detto: 'Ah beh, non è bruciata, peccato'. L'omofobia purtroppo non è finita”.
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Lo storico militante del movimento gay francese è scomparso a 69 anni (Facebook)

Il cordoglio istituzionale

Jan-Paul Pouliquen ha fatto molto per la comunità gay francese. E adesso sono in tanti a ricordarlo. “Gli dobbiamo tanto” dichiara via Twitter il socialista Patrick Bloche, vicesindaco di Parigi, che è stato relatore per la legge istitutiva del Pacs. “Jan-Paul è stato un romp* per realizzare i nostri progetti” è il commento di Gwen Fauchois, ex vicepresidente del movimento Act-Up, per Liberation . “Aveva l'intelligenza della libertà al punto da inventare quello che diventerà il Pacs, e l'incredibile faccia tosta di muovere cielo e terra per realizzarlo” è quanto scrive su Twitter Denis Quinqueton, uno degli artefici dei Pacs al fianco di Pouliquen, Jean-Pierre Michel o Gérard Bach-Espinasse. “Durante i nostri anni di militante, mi ha trasmesso il requisito della cittadinanza”, aggiunge colui che oggi co-dirige l'Osservatorio LGBT+ della Fondazione Jean-Jaurès, dopo essere stato presidente di HES (socialisti LGBT+), corrente fondata di Pouliquen.

La nascita dei Pacs

L'idea di un contratto tra persone omosessuali non interessava nessuno alla fine degli anni '80, in un momento in cui la visibilità era certamente progredita ma in cui la comunità era devastata dall'Aids. Vent'anni dopo, Pouliquen ha raccontato all'Express cosa aveva fatto scattare in lui il clic. In qualità di attivista del Movimento Cittadino, fondato da Jean-Pierre Chevènement, si era imbattuto nella storia di una coppia di uomini, Philippe e Michel, sulla stampa gay. “Quando il primo si è ammalato, il suo compagno si è preso cura di lui. Ma quando è morto, Michel non è riuscito nemmeno a recuperare uno spazzolino da denti dall'appartamento in cui vivevano insieme: i genitori di Philippe gli avevano messo i sigilli” sono le parole di Pouliquen all'Express. L’attivista in quella occasione spiegò: “Questa volta mi sono arrabbiato, lo stesso giorno sono andato da Jean-Yves Autexier, deputato socialista e intorno a un tavolo di un ristorante abbiamo deciso di mettere in piedi un gruppo di ‘esperti’, composto da gay e lesbiche".