“Ti devi vergognare, se tu fossi stato nelle camere a gas dei nazisti non avresti mai detto queste parole". Marco è un germoglio d’uomo di appena
13 anni ma al netto dell’età verdissima giovedì scorso, nel giorno della Memoria, ha polverizzato con un discorso di maestosa dignità la gratuita cattiveria di un suo pseudo amico che gli aveva infilzato l’anima poco prima. “Te e la tua famiglia siete solo degli
ebrei di m..." aveva detto il ragazzino a Marco cercando chissà perché di colpire duro negli affetti più dolci e nella fede del babbo.
Il bullismo nelle scuole è un fenomeno in crescita
Siamo nel quartiere del Campo di Marte, a
Firenze, una delle zone 'up’ della città. Due anni fa Marco aveva iniziato qui, alla 'Don Facibeni’ il suo percorso alle scuole medie. “Era pieno di entusiasmo – ci racconta la mamma – ma le cose si sono subito messe male“. “Mio figlio – racconta – è goloso ed è un po’
sovrappeso, tanto è bastato perché fosse subito preso di mira dai bulli, da uno in particolare che poi è lo stesso che la settimana scorsa lo ha offeso per il
credo religioso di suo padre". Due anni difficilissimo, con in mezzo un percorso da uno psicoterapeuta. “Ho provato più volte a parlare con la dirigenza scolastica dei problemi che mio figlio aveva in classe, ma non sono stata mai ricevuta dalla preside Laura Guido".
La preside
Preside che, dal canto suo, ribatte così: “Non sono mai stata al corrente di
episodi di bullismo subiti dal ragazzo. Sapevamo sì, che aveva un disagio ma nessuno ci ha mai detto che fosse legato al rapporto con altri ragazzi“. All’inizio di quest’anno scolastico Marco dice basta. In quella scuola non ci vuole più mettere piede e la famiglia lo trasferisce in un piccolo istituto privato del centro. Ma la sua vita sociale continua comunque nel quartiere dove vive con la mamma, il babbo e la sorella maggiore. Ed è qui, nei
giardini intorno allo stadio, che i bulli lo rimettono nel mirino. Ancora
angherie, ancora prese di giro. Fino all’
offesa antisemita che ha sconvolto la famiglia. La mamma però ora gonfia il petto: “Sono orgogliosa del mio ragazzo che ha difeso la religione di suo padre".
Il precedente L’episodio di Firenze richiama subito alla mente l’allucinante caso accaduto non più tardi qualche giorno fa a
Venturina, nel livornese. Al parco Altobelli della cittadina due ragazzine quindicenni avevano prima preso a
calci e sputi e poi offeso un ragazzino di dodici.
Giorgio Cantarini è il piccolo Giosuè nel film 'La vita è bella' di di Roberto Benigni (1997)
“Te devi stare zitto perché sei solo un ebreo di m..." la frase agghiacciante rivolta dalle due adolescenti. Per
Ugo Caffaz, consulente della Regione Toscana per le
politiche della memoria, «“bisogna educare i giovani, ma soprattutto i grandi". Il Covid ha complicato la situazione, anche per colpa di messaggi sbagliati letti sul web e fatti propri dai ragazzi: “Sui
social l’antisemitismo è elevatissimo: c’è chi ancora pensa a un complotto mondiale anche legato alla pandemia voluto dagli ebrei. Facile fare impressione su dei ragazzini. Non dobbiamo mollare. In assenza del treno della memoria che coinvolgeva 600 ragazzi, abbiamo organizzato incontri online che ci hanno fatto raggiungere migliaia di persone. Dobbiamo insistere".