Esselunga, anche il mondo della politica si divide sulla "pesca"

La premier Meloni: "Bello e toccante". La risposta della sinistra: "E' sbagliato mettere in mezzo la sofferenza dei bambini". Intanto un altro spot 'emozionale' sta prendendo campo

di EDOARDO MARTINI -
28 settembre 2023
Pesca

Pesca

A distanza di giorni 'La pesca', lo spot pubblicitario di Esselunga, continua a far parlare di sé. E se il mondo dei social si era diviso sull'argomento anche quello della politica non è da meno.
pesca-esselunga-politica

La premier Giorgia Meloni sullo spot: "Lo trovo molto bello e toccante" (Instagram)

Le reazioni della politica allo spot di Esselunga

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta così: "Leggo che questo spot avrebbe generato diverse polemiche e contestazioni. Io lo trovo molto bello e toccante". Alle parole della premier hanno fatto eco quelle del ministro del Trasporti Matteo Salvini che ha commentato: "Dare voce ai tanti genitori separati, a quelle mamme e a quei papà quasi mai citati e spesso troppo dimenticati, al legame indissolubile con i figli". "Trasformare uno spot in uno splendido messaggio di Amore e Famiglia merita solo sorrisi. Come fa certa gente a insultarlo e deriderlo solo perché non narra il "modello" che vorrebbero loro?", le parole del politico. Non della stessa lunghezza d'onda di Meloni e Salvini sono stati i commenti del mondo della sinistra, in particolare di Pier Luigi Bersani e Nicola Fratoianni. E se il primo trattiene i toni, "mi sembra davvero sbagliato, in questo e in altri casi, mettere in mezzo la sofferenza dei bambini su temi delicati per scopi commerciali", il secondo attacca pesantemente la premier. "Presidente Giorgia Meloni, vedo che commenta lo spot di una nota catena di supermercati, ma che non dice nemmeno una parola sul carrello della spesa di milioni italiani, separati e non. Per loro anche una pesca rischia di diventare un lusso. L'Italia attende risposte", le parole dell'esponente di Sinistra Italiana.
pesca-esselunga-politica

La scrittrice e content creator Carlotta Vagnoli (Instagram)

Anche il mondo femminista insorge

Il mondo femminista con in prima fila la scrittrice e content creator Carlotta Vagnoli si è fatto sentire. Questo il lungo post scritto dalla ragazza su Instagram: "Lo spot Esselunga si inserisce in un contesto filogovernativo ben preciso. Alcune aziende main sponsor degli Stati Generali della Natalità (quell'evento che ricorda tanto le riunioni di Gilead, per intenderci) sta infatti attivando delle iniziative mirate a ricostruire una solida immagine della famiglia tradizionale tramite una serie di collaborazioni con il Ministero della famiglia, natalità e pari opportunità". "Perciò mentre Prenatal e Plasmon organizzano campagne -interne ed esterne alle aziende- di sensibilizzazione e raccolta fondi per invogliare le coppie a figliare (la medaglia della coniglia non passa evidentemente mai di moda), Esselunga, come fa brillantemente notare Chiara Sfregola aka @sfreg nel suo ultimo reel- lancia l'ormai rinomato spot sul divorzio". "Non voglio sindacare sul come andrebbe recepita emotivamente quella pubblicità: è un discorso privato e personale, sarebbe stupido pensare di rendere ogni nostra emozione legge universale e modello valido per ogni figlio o figlia di genitori divorziati". "Voglio però rifarmi a ciò che qualche mese fa predisse Michela Murgia, con l'estrema lucidità che l'ha sempre caratterizzata: quando meno ce lo aspetteremo, ci ritroveremo i reazionari e i fascisti nelle case. Grazie a comunicazioni subdole, accordi con interi settori industriali, vendette culturali e di potere, nuove direzioni, nuove televisioni, radio e -appunto- pubblicità". "Per fidelizzare la massa il primo passaggio è quello del colpevolizzare tutto ciò che mira in direzione ostinata e contraria alle ideologie che stanno alla base dei nazionalismi più rigidi. E i primi nemici sono coloro che minano alla sopravvivenza della tanto osannata stirpe italica". "Non vi sentite stronzi voi che usufruite di un diritto conquistato con un referendum e infinite, durissime battaglie? Non vi sentite terribili nel far soffrire i bambini separandovi? Restiamo sul pezzo, perché sottovalutare la cattiveria di questa ideologia di governo è un errore che non possiamo proprio permetterci". "Non facciamo finta di nulla perché, come leggevo su Twitter qualche giorno fa, loro non governano: loro si stanno vendicando".

'Il costo della bellezza: una storia vera'

Un altro spot 'emozionale' (su una tematica altrettanto reale e delicata, difficile da narrare) che sta prendendo campo nel vasto mondo di internet è quello della Dove intitolato 'Il costo della bellezza: una storia vera'. Le protagoniste della pubblicità sono le due versioni di Mary. La prima, fino ad 8 anni, felice, gioiosa, scherzosa con i suoi amici e sempre con il sorriso stampato sulla faccia. Poi a 12 anni le viene regalato il primo smartphone e quella bambina spensierata lascia il posto a un'adolescente, con le sue insicurezze e i suoi disagi. Mary comincia a guardare i video sui social, a "scrollare" foto di fisici e corpi che rispondono a quello che ci viene presentato come il canone della bellezza perfetta: gambe magre, punto di vita stretto e dieta ferrea. La giovane, come molte della sua età, ne è talmente affascinata fino a rimanerne intrappolata.
pesca-esselunga-politica

Un momento dello spot 'Il costo della bellezza: una storia vera' (Instagram)

Ed è proprio in questo momento che quel sorriso splendido di una bambina innocente lascia lo spazio ai pianti continui, all'ossessione dello specchio e della bilancia, fino al ricovero al centro dei disturbi del comportamento alimentare. E tutto è iniziato per aver cercato di inseguire un canone che non dovrebbe esistere. Questa è la storia di Mary, ma anche di Neko, in via di guarigione dalla depressione, e di Alexis, in via di guarigione da un problema di autolesionismo. È la storia di molti perché, come fa notare lo spot, i contenuti dei social media mettono a rischio la salute mentale di circa 1 giovane su 2. Un dato che fa rabbrividire. Di fronte al quale si può continuare a far finta di niente. Guardare questo spot come si guardano tante altre pubblicità, illudendosi che siano cose che non "capiteranno a noi'. Si può allontanare lo sguardo dalla realtà, allontanarlo dai giovani e dalle giovani che si hanno davanti, accanto. Oppure si può riflettere, prendersi le responsabilità e tutelarli da questo bombardamento.