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Home » Lifestyle » Separazioni e divorzi, dal 1° marzo pratiche più semplici e veloci per diventare “ex”

Separazioni e divorzi, dal 1° marzo pratiche più semplici e veloci per diventare “ex”

Con le nuove norme i figli saranno sempre ascoltati e non ci saranno più due fasi, presidenziale e istruttoria. L'udienza entro 90 giorni

Ilaria Vallerini
21 Febbraio 2023
Nel 2021, le separazioni sono state complessivamente 97.913

Nel 2021, le separazioni sono state complessivamente 97.913

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Chissà quante coppie “scoppiate” hanno sognato un metodo per chiudere definitivamente i ponti con un amore ormai giunto al capolinea. Alla “Se ti lascio ti cancello”, perché la separazione al contrario per molti è stato un vero e proprio calvario. La Riforma Cartabia entra nel vivo dal primo marzo con l’introduzione di nuove norme che faciliteranno e renderanno più veloci le pratiche su separazione e divorzio. Tempi notevolmente accorciati per dire addio all’ex senza un dispendio di energie e sequele giudiziarie, soprattutto nei casi in cui sono coinvolti anche minori.

Divorzi e separazioni, cosa cambia da marzo 2023

Saranno diverse le novità per chi inizierà un processo di separazione e divorzio dal primo di marzo: con un unico atto si potrà richiedere separazione e divorzio giudiziale. L’atto dovrà essere completo di ogni domanda, eccezione, prova e richiesta riconvenzionale da subito e per ottenere il divorzio la sentenza di separazione sullo status dovrà essere passata in giudicato.

Dal 1° marzo in vigore le nuove norme che regoleranno la separazione e il divorzio
Dal 1° marzo in vigore le nuove norme che regoleranno la separazione e il divorzio

Sarà, inoltre, necessario che la non convivenza sia ininterrotta. Non ci saranno più due fasi, presidenziale e istruttoria; la competenza territoriale sarà quella di residenza dei figli se presenti, altrimenti sarà quella del convenuto. L’udienza del giudice dovrà tenersi entro 90 giorni. I figli saranno sempre ascoltati. Con il ricorso introduttivo la parte dovrà depositare un piano genitoriale con gli impegni quotidiani dei figli e le attività (il giudice potrà sanzionare il genitore che non ottemperi a quanto stabilito dal piano, una volta accolto) e allegare la situazione reale patrimoniale ed economica degli ultimi tre anni (in caso di omissioni sono stabilite sanzioni e il risarcimento del danno).

“Ad oggi c’è ancora molta confusione in merito a questa complessa riforma, che, almeno sulla carta, sveltirà di molto i processi. – commenta la avvocata Valentina Ruggiero, esperta in diritto di famiglia – Occorrerà molto più personale, sia di cancelleria, sia della magistratura, e molta specializzazione dei giudici. L’auspicio è che non si vada a penalizzare la correttezza della decisione finale in nome di una maggior celerità dei processi, poiché si tratta della vita di persone, e di minori in particolare”.

Matrimoni finiti: in Italia si torna ai numeri pre-Covid

Se nel 2020 si era registrata una battuta di arresto delle separazioni e dei divorzi, nel 2021 si è tornati ai livelli pre-Covid. Una nuova ondata di rotture è stata registrata nei primi nove mesi del 2021 (+36,4% per le separazioni e +32,8% per i divorzi rispetto al 2020, dati Istat) riporta a livelli simili a quelli del 2019. Per le separazioni la crescita è stata più consistente nel caso dei provvedimenti presso i tribunali, in particolare per le consensuali (+49,3%). Quest’ultima tipologia, che aveva registrato il calo più consistente nel 2020, ha evidenziato un aumento del 6,0% anche tra 2021 e 2019. Stesso andamento si è rilevato nel caso dei divorzi consensuali.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Chissà quante coppie "scoppiate" hanno sognato un metodo per chiudere definitivamente i ponti con un amore ormai giunto al capolinea. Alla "Se ti lascio ti cancello", perché la separazione al contrario per molti è stato un vero e proprio calvario. La Riforma Cartabia entra nel vivo dal primo marzo con l'introduzione di nuove norme che faciliteranno e renderanno più veloci le pratiche su separazione e divorzio. Tempi notevolmente accorciati per dire addio all'ex senza un dispendio di energie e sequele giudiziarie, soprattutto nei casi in cui sono coinvolti anche minori.

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Sarà, inoltre, necessario che la non convivenza sia ininterrotta. Non ci saranno più due fasi, presidenziale e istruttoria; la competenza territoriale sarà quella di residenza dei figli se presenti, altrimenti sarà quella del convenuto. L'udienza del giudice dovrà tenersi entro 90 giorni. I figli saranno sempre ascoltati. Con il ricorso introduttivo la parte dovrà depositare un piano genitoriale con gli impegni quotidiani dei figli e le attività (il giudice potrà sanzionare il genitore che non ottemperi a quanto stabilito dal piano, una volta accolto) e allegare la situazione reale patrimoniale ed economica degli ultimi tre anni (in caso di omissioni sono stabilite sanzioni e il risarcimento del danno). "Ad oggi c'è ancora molta confusione in merito a questa complessa riforma, che, almeno sulla carta, sveltirà di molto i processi. - commenta la avvocata Valentina Ruggiero, esperta in diritto di famiglia - Occorrerà molto più personale, sia di cancelleria, sia della magistratura, e molta specializzazione dei giudici. L'auspicio è che non si vada a penalizzare la correttezza della decisione finale in nome di una maggior celerità dei processi, poiché si tratta della vita di persone, e di minori in particolare".

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Se nel 2020 si era registrata una battuta di arresto delle separazioni e dei divorzi, nel 2021 si è tornati ai livelli pre-Covid. Una nuova ondata di rotture è stata registrata nei primi nove mesi del 2021 (+36,4% per le separazioni e +32,8% per i divorzi rispetto al 2020, dati Istat) riporta a livelli simili a quelli del 2019. Per le separazioni la crescita è stata più consistente nel caso dei provvedimenti presso i tribunali, in particolare per le consensuali (+49,3%). Quest'ultima tipologia, che aveva registrato il calo più consistente nel 2020, ha evidenziato un aumento del 6,0% anche tra 2021 e 2019. Stesso andamento si è rilevato nel caso dei divorzi consensuali.
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