Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Attualità » Federico Aldrovandi, Stefano Cucchi, Riccardo Magherini. Quanti misteri e depistaggi sui “casi George Floyd” d’Italia

Federico Aldrovandi, Stefano Cucchi, Riccardo Magherini. Quanti misteri e depistaggi sui “casi George Floyd” d’Italia

Tre "morti di Stato", tragedie di persone decedute durante interventi delle forze dell'ordine che lasciano troppi aspetti nascosti o irrisolti. Tra la lentezza dei tempi della giustizia, prescrizione e imprevedibili assoluzioni in terzo grado. Le famiglie combattono ancora, fra senso di impotenza e immenso dolore

25 Maggio 2021
Share on FacebookShare on Twitter

Federico Aldrovandi

Federico Aldrovandi aveva 18 anni

Federico Aldrovandi studente ferrarese di diciotto anni morì il 25 settembre 2005 durante un controllo della polizia.
Pattuglie della polizia intervennero in una strada di Ferrara su segnalazione di cittadini di un giovane che in strada stava dando in escandescenze alle 5 del mattino. I primi due agenti chiesero rinforzi dopo che il giovane li avrebbe affrontati a colpi di karate.

Lo scontro tra i quattro poliziotti e il giovane fu violento (due manganelli si spezzarono). Aldrovandi muore per “asfissia da posizione”, con il torace schiacciato sull’asfalto dalle ginocchia dei poliziotti. Il personale del 118 trova il ragazzo “riverso a terra, prono con le mani ammanettate dietro la schiena era incosciente e non rispondeva”. Dopo numerosi tentativi di rianimazione cardiopolmonare l’intervento si concluse con la constatazione sul posto della morte del giovane, per “arresto cardio-respiratorio e trauma cranico-facciale”. Gli esami autoptici stabilirono che le sostanze assunte dal ragazzo (alcool etilico, ketamina, morfina) non sono idonee nel determinare la morte”.

 

Condannati i quattro agenti

Il 6 luglio 2009 in primo grado condannati i quattro poliziotti a 3 anni e 6 mesi di reclusione per “eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi”
Il 10 giugno 2011 la Corte d’appello di Bologna confermò la pena. Altrettanto stabilì  il 21 giugno 2012 la Corte di Cassazione.

All’inchiesta per stabilire la cause della morte ne sono seguite altre per presunti depistaggi e per le querele fra le parti interessate

A Ferrara il corteo per chiedere giustizia per Federico Aldrovandi. Siamo nel febbraio 2014

 

Stefano Cucchi

Stefano Cucchi, geometra romano di 31 anni morì a Roma il 22 ottobre 2009 mentre era sottoposto a custodia cautelare. I carabinieri lo avevano fermato il 15 ottobre mentre cedeva un piccolo involucro a un tossicodipendente in cambio di una banconota e in casa gli erano stati trovate dosi di hascisc e cocaina. Il 16 ottobre durante l’udienza per la convalida del fermo in carcere Cucchi ha difficoltà a camminare e a parlare e mostra ematomi agli occhi; Stefano scambia qualche parola col padre, ma noin riferisce di essere stato picchiato. La sera stessa arriva al Fatebenefratelli, con la mandibola vertebra e coccige fratturati e lesioni in varie parti del corpo. Cucchi rifiuta il ricovero e torna in carcere. Morirà all’alba del 22 nel reparto detenuti dell’ospedale Sandro Pertini. Al momento della morte pesava 37 chili. I familiari conoscono notizie della salute di Stefano solo dall’ufficile giudiziario che si presenta a casa per notificare l’autorizzazione del magistrato ad eseguire l’autopsia
La pubblicazione delle foto dell’autopsia d parte di giornali e tv suscitò sdegno nel Paese.  La Corte d’Assise di Roma ha condannato i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro a 12 anni per omicidio preterintenzionale. I procedimenti giudiziari hanno coinvolto anche da un lato i medici dell’ospedale Pertini, dall’altro continuano a coinvolgere, a vario titolo, più militari dei Carabinieri.

 

Medici, processo infinito e prescrizione

Primo grado Il 5 giugno 2013 la III Corte d’Assise di Roma condanna quattro medici dell’ospedale Sandro Pertini a 1 anno e 4 mesi e il primario a 2 anni di reclusione per omicidio colposo (con pena sospesa), un medico a 8 mesi per falso ideologico.
In appello Il 31 ottobre 2014, con sentenza della Corte d’appello di Roma, vengono assolti tutti gli imputati, fra cui i medici
La Cassazione il 15 dicembre 2015, annulla parzialmente la sentenza di secondo grado ordinando un nuovo appello per 5 dei 6 medici del Pertini, precedentemente assolti: si contesta che i sanitari avrebbero dovuto riservare maggiore attenzione e approfondimento consideranbdo le condizioni e i precedenti stati patologici di Cucchi.
In appello bis vengono assolti i 5 medici dall’accusa di omicidio colposo perché “il fatto non sussiste”.
Cassazione bis La sezione penale della Cassazione annulla l’appello bis e ordina un nuovo processo per i medici per gravi negligenze. Il giorno seguente 20 aprile 2017 scatta la prescrizione per il reato contestato.
Appello ter Nel novembre 2019 assolta perché il fatto non sussiste una dottoressa e dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione per gli altri medici.

 

Carabinieri condannati e ancora a processo

Omicidio preternintenzionale

Il 14 novembre 2019 la I Corte di assise di Roma condanna i carabinieri scelti Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro per omicidio preterintenzionale a 12 anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il carabiniere Francesco Tedesco viene assolto dal reato di omicidio preterintenzionale, ma viene condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione per falso, stesso reato per cui il maresciallo dei carabinieri Roberto Mandolini viene condannato a 3 anni e 8 mesi di reclusione e l’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici.

Depistaggio

Riguardo a episodi finalizzati a sottrarre prove, il 16 luglio 2019 sono stati rinviati a giudizio otto militari dell’Arma per falso ideologico; due per omessa denuncia e favoreggiamento, e uno per falso ideologico e calunnia

 

 

Riccardo Magherini

Nella notte tra il 2 ed il 3 marzo 2014, Riccardo Magherini, 40 anni, fiorentino, padre di un bimbo, moriva per strada durante un arresto effettuato  dai carabinieri in Borgo San Frediano a Firenze. Magherini ex promessa della Fiorentina è figlio di Guido, già calciatore della Fiorentina e del Palermo.
Dopo una cena con amici Magherini accusa attacchi di panico a bordo del taxi che lo sta portando a casa, scende dall’auto, entra in una pizzeria, preleva il cellulare di un cameriere per chiedere aiuto,  esce, s’imbatte in due carabinieri che lo trattengono mentre continua ad agitarsi. Lo ammanettano prono, chiamando rinforzi. Magherini chiede aiuto, grida di avere un figlio. Arrivano due ambulanze, ma ormai Riccardo Magherini è morto. Per asfissia. Dal video girato dai residenti si sentono le grida disperate di Riccardo che continua a chiedere aiuto, pur ammanettato e immobilizzato.

 

Cassazione: tutti assolti

Il Tribunale di Firenze ha condannato in primo grado tre carabinieri, a sette e otto mesi di reclusione, per cooperazione in omicidio colposo. la Corte d’Appello fiorentina ha confermato le pene. ordinando una nuova inchiesta per gli abusi commessi da uno dei carabinieri.

La Corte di Cassazione ha assolto in via definitiva i tre carabinieri che quella notte trattennero Riccardo Magherini, perché, si spiega nella sentenza, non potevano prevedere che sarebbe morto

La famiglia Magherini ha annunciato di rivolgersi alla Corte internazionale dei diritti dell’uomo all’Aja.

Firenze, fiaccolata in ricordo di Riccardo Magherini il 2 marzo 2020, a sei anni dalla morte In primo piano il padre Guido, il fratello Andrea e amici del quartiere di San Frediano. Foto New Press Photo

 

 

Potrebbe interessarti anche

La cover dell'album "Bad Girl" di Donna Summer
Spettacolo

Donna Summer, la voce arcobaleno considerata “troppo erotica”

25 Marzo 2023
In Uganda approvata una legge anti-gay (Amnesty International)
Attualità

Uganda, sì alla legge anti-gay. Carcere anche per chi si dichiara Lgbtq

22 Marzo 2023
Un nuovo portale internet per facilitare le adozioni degli amici a quattro zampe
Lifestyle

Cani e gatti, adozioni più facili e consapevoli

25 Marzo 2023

Instagram

  • In Cina è nata un’app per mandare baci a distanza.

MUA è il dispositivo creato dalla startup cinese di proprietà di Zhao Jianbo che simula i baci. La macchina - il cui nome si ispira al tipico suono che si fa quando si manda un bacio - si compone di labbra finte in silicone che si collegano al cellulare e, attraverso uno scambio di dati, simulano il gesto d’amore. 

💖E tu? saresti disposto a usare Mua per dare un bacio?

#lucenews #lucelanazione #mua #cina #bacistellari ellari
  • Partigiana, romanziera e confidente di Sartre: vi dice qualcosa il nome Alba de Céspedes? Forse no, ed è del tutto normale. Perché la scrittrice e poetessa italo cubana è rimasta sconosciuta al grande pubblico per troppo tempo. Ma per fortuna di recente si stanno sempre più riscoprendo le esponenti femminili di uno dei movimenti letterari più entusiasmanti del XX secolo, il neorealismo italiano del dopoguerra. E se nel 2018 l’editore Daunt ha iniziato la sua vitale opera di promozione di Natalia Ginzburg, ora grazie a Pushkin ‘rinasce’ de Céspedes. Donne famose in vita e poi dimenticate, che tornano a far sentire la loro voce anche attraverso moderne colleghe di penna come Elena Ferrante, l
  • "È passato un mese dall’incidente, e ogni giorno, penso costantemente a come le cose possano cambiare rapidamente e drasticamente, in un batter d’occhio, e in modi che non avrei mai potuto immaginare.”

Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza

Federico Aldrovandi

Federico Aldrovandi aveva 18 anni
Federico Aldrovandi studente ferrarese di diciotto anni morì il 25 settembre 2005 durante un controllo della polizia. Pattuglie della polizia intervennero in una strada di Ferrara su segnalazione di cittadini di un giovane che in strada stava dando in escandescenze alle 5 del mattino. I primi due agenti chiesero rinforzi dopo che il giovane li avrebbe affrontati a colpi di karate. Lo scontro tra i quattro poliziotti e il giovane fu violento (due manganelli si spezzarono). Aldrovandi muore per “asfissia da posizione”, con il torace schiacciato sull’asfalto dalle ginocchia dei poliziotti. Il personale del 118 trova il ragazzo “riverso a terra, prono con le mani ammanettate dietro la schiena era incosciente e non rispondeva”. Dopo numerosi tentativi di rianimazione cardiopolmonare l’intervento si concluse con la constatazione sul posto della morte del giovane, per “arresto cardio-respiratorio e trauma cranico-facciale”. Gli esami autoptici stabilirono che le sostanze assunte dal ragazzo (alcool etilico, ketamina, morfina) non sono idonee nel determinare la morte”.  

Condannati i quattro agenti

Il 6 luglio 2009 in primo grado condannati i quattro poliziotti a 3 anni e 6 mesi di reclusione per “eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi” Il 10 giugno 2011 la Corte d’appello di Bologna confermò la pena. Altrettanto stabilì  il 21 giugno 2012 la Corte di Cassazione. All’inchiesta per stabilire la cause della morte ne sono seguite altre per presunti depistaggi e per le querele fra le parti interessate
A Ferrara il corteo per chiedere giustizia per Federico Aldrovandi. Siamo nel febbraio 2014
 

Stefano Cucchi

Stefano Cucchi, geometra romano di 31 anni morì a Roma il 22 ottobre 2009 mentre era sottoposto a custodia cautelare. I carabinieri lo avevano fermato il 15 ottobre mentre cedeva un piccolo involucro a un tossicodipendente in cambio di una banconota e in casa gli erano stati trovate dosi di hascisc e cocaina. Il 16 ottobre durante l’udienza per la convalida del fermo in carcere Cucchi ha difficoltà a camminare e a parlare e mostra ematomi agli occhi; Stefano scambia qualche parola col padre, ma noin riferisce di essere stato picchiato. La sera stessa arriva al Fatebenefratelli, con la mandibola vertebra e coccige fratturati e lesioni in varie parti del corpo. Cucchi rifiuta il ricovero e torna in carcere. Morirà all’alba del 22 nel reparto detenuti dell’ospedale Sandro Pertini. Al momento della morte pesava 37 chili. I familiari conoscono notizie della salute di Stefano solo dall’ufficile giudiziario che si presenta a casa per notificare l’autorizzazione del magistrato ad eseguire l’autopsia La pubblicazione delle foto dell’autopsia d parte di giornali e tv suscitò sdegno nel Paese.  La Corte d’Assise di Roma ha condannato i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro a 12 anni per omicidio preterintenzionale. I procedimenti giudiziari hanno coinvolto anche da un lato i medici dell’ospedale Pertini, dall’altro continuano a coinvolgere, a vario titolo, più militari dei Carabinieri.  

Medici, processo infinito e prescrizione

Primo grado Il 5 giugno 2013 la III Corte d’Assise di Roma condanna quattro medici dell’ospedale Sandro Pertini a 1 anno e 4 mesi e il primario a 2 anni di reclusione per omicidio colposo (con pena sospesa), un medico a 8 mesi per falso ideologico. In appello Il 31 ottobre 2014, con sentenza della Corte d’appello di Roma, vengono assolti tutti gli imputati, fra cui i medici La Cassazione il 15 dicembre 2015, annulla parzialmente la sentenza di secondo grado ordinando un nuovo appello per 5 dei 6 medici del Pertini, precedentemente assolti: si contesta che i sanitari avrebbero dovuto riservare maggiore attenzione e approfondimento consideranbdo le condizioni e i precedenti stati patologici di Cucchi. In appello bis vengono assolti i 5 medici dall’accusa di omicidio colposo perché “il fatto non sussiste”. Cassazione bis La sezione penale della Cassazione annulla l’appello bis e ordina un nuovo processo per i medici per gravi negligenze. Il giorno seguente 20 aprile 2017 scatta la prescrizione per il reato contestato. Appello ter Nel novembre 2019 assolta perché il fatto non sussiste una dottoressa e dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione per gli altri medici.  

Carabinieri condannati e ancora a processo

Omicidio preternintenzionale Il 14 novembre 2019 la I Corte di assise di Roma condanna i carabinieri scelti Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro per omicidio preterintenzionale a 12 anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il carabiniere Francesco Tedesco viene assolto dal reato di omicidio preterintenzionale, ma viene condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione per falso, stesso reato per cui il maresciallo dei carabinieri Roberto Mandolini viene condannato a 3 anni e 8 mesi di reclusione e l’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici. Depistaggio Riguardo a episodi finalizzati a sottrarre prove, il 16 luglio 2019 sono stati rinviati a giudizio otto militari dell’Arma per falso ideologico; due per omessa denuncia e favoreggiamento, e uno per falso ideologico e calunnia    

Riccardo Magherini

Nella notte tra il 2 ed il 3 marzo 2014, Riccardo Magherini, 40 anni, fiorentino, padre di un bimbo, moriva per strada durante un arresto effettuato  dai carabinieri in Borgo San Frediano a Firenze. Magherini ex promessa della Fiorentina è figlio di Guido, già calciatore della Fiorentina e del Palermo. Dopo una cena con amici Magherini accusa attacchi di panico a bordo del taxi che lo sta portando a casa, scende dall’auto, entra in una pizzeria, preleva il cellulare di un cameriere per chiedere aiuto,  esce, s’imbatte in due carabinieri che lo trattengono mentre continua ad agitarsi. Lo ammanettano prono, chiamando rinforzi. Magherini chiede aiuto, grida di avere un figlio. Arrivano due ambulanze, ma ormai Riccardo Magherini è morto. Per asfissia. Dal video girato dai residenti si sentono le grida disperate di Riccardo che continua a chiedere aiuto, pur ammanettato e immobilizzato.  

Cassazione: tutti assolti

Il Tribunale di Firenze ha condannato in primo grado tre carabinieri, a sette e otto mesi di reclusione, per cooperazione in omicidio colposo. la Corte d’Appello fiorentina ha confermato le pene. ordinando una nuova inchiesta per gli abusi commessi da uno dei carabinieri. La Corte di Cassazione ha assolto in via definitiva i tre carabinieri che quella notte trattennero Riccardo Magherini, perché, si spiega nella sentenza, non potevano prevedere che sarebbe morto La famiglia Magherini ha annunciato di rivolgersi alla Corte internazionale dei diritti dell’uomo all’Aja.
Firenze, fiaccolata in ricordo di Riccardo Magherini il 2 marzo 2020, a sei anni dalla morte In primo piano il padre Guido, il fratello Andrea e amici del quartiere di San Frediano. Foto New Press Photo
   
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto