Terapia estetica per pazienti oncologiche: come sentirsi belle dentro e fuori oltre la malattia

Un servizio della Lilt Firenze per far creare consapevolezza e far sentire valorizzate le donne che affrontano un tumore. La testimonianza di Francesca: “Ho imparato a focalizzare l'attenzione sugli aspetti di me che mi piacevano e distoglierla da quelli che percepivo come difetti”

di AMBRA NARDI -
29 luglio 2024
Terapia estetica per le donne malate di tumore

Terapia estetica per le donne malate di tumore

Un’iniziativa per sentirsi belle – e di conseguenza bene – anche durante un percorso di riabilitazione e cura oncologica. Il progetto di Terapia Estetica, promosso Lilt Firenze all'interno dei servizi del Centro di Riabilitazione Oncologica, accompagnano le pazienti in un percorso di consapevolezza e valorizzazione di sé. 

Comprendendo non solo gli aspetti estetici ma anche gli aspetti emotivi, il programma si sviluppa su alcuni incontri individuali e personalizzati, tenutesi nella sede Lilt di viale Giannotti. La dottoressa Giada Baldini accompagna le pazienti, la cui vita e il cui aspetto fisico sono stati sconvolti dalla malattia, alla riscoperta del valore del tempo e dell'importanza di prendersi cura di loro stesse. 

dottoressa Giada Baldini
Dottoressa Giada Baldini, ideatrice dell'Armoestetica.

“Aiuto la paziente a ritrovare la bellezza in se stessa e nel mondo, a piacersi, a stare bene col proprio corpo, a far emergere anche attraverso l'aspetto fisico la propria unicità, i propri desideri, sogni, il proprio carattere – spiega –. Cerco innanzitutto di conoscere la sua storia, di capire il momento che viveva quando è arrivata la malattia, come desidera lavorare sul proprio aspetto, quale è la percezione di sé, come vorrebbe ‘sentirsi’ prima di ‘vedersi’. Perché ci vediamo come ci sentiamo, come ci pensiamo” aggiunge Baldini, che è ideatrice dell’Armoestetica, disciplina che unisce bellezza e benessere, e lavora con Cerion-Lilt da 12 anni: è stata la prima in Italia ed è tra le poche al mondo a lavorare ufficialmente all'interno dei percorsi medici ufficiali.

La Terapia estetica per pazienti oncologiche

A ogni paziente la dottoressa assegna esercizi da fare a casa, ad alcune consiglia il gioco della gratitudine – per trovare ogni giorno tre cose belle che sono accadute – ad altre la danza della bellezza, da fare davanti allo specchio. Poi passa all’aspetto estetico, a traverso trucchi, accessori, abiti, cosmetici, colori, tagli di capelli per costruire un aspetto esteriore il più corrispondente possibile a quello interiore e ai desideri. 

“È facile dire che una cosa è bella quando è armoniosa ma di fronte alla malattia, a un viso triste trovare la bellezza implica uno sforzo – prosegue –. Ma se una persona si sente bene, si vede bella è anche più felice e questo aiuta il benessere generale. I benefici che le pazienti che seguono la Terapia Estetica sono molteplici: il percorso porta nelle pazienti gioia, benessere, fiducia in sé stesse e voglia di ripartire, coraggio di affrontare il percorso di cura”.

“Curare l'aspetto esteriore nella malattia può sembrare inutile e superficiale invece in 12 anni di esperienza di Terapia Estetica abbiamo notato un miglioramento nelle pazienti, che si riflette anche nella cura e nella miglior qualità della vita” commenta Alexander Peirano, presidente di Lilt Toscana. “È uno dei servizi che offriamo nel percorso di riabilitazione del Cerion, che prende in considerazione la persona a 360 gradi, in tutti i suoi aspetti”.

L’intervista a Francesca

Per capire meglio se e come questo tipo di terapia è efficace nel far ritrovare fiducia in se stesse alle donne che stanno affrontando le cure per il cancro, riportiamo l’intervista a Francesca, una delle donne che vi si sono sottoposte. 

Come ha scoperto questo servizio?

“Mi hanno trovato un carcinoma due anni fa, una forma piuttosto aggressiva che implicava un percorso terapeutico lungo e impegnativo. Ero preoccupata per le cure, sia per gli effetti collaterali, sia per i cambiamenti che esse avrebbero comportato, tra questi la perdita dei capelli che era ciò che più mi spaventava. Appena iniziata la terapia i capelli hanno cominciato a cadere, ma mi ero mossa subito per prendere una di quelle parrucche che non si tolgono mai. L'ho tenuta sempre, nonostante il disagio che provocava indossarla, perché questa soluzione mi ha aiutato molto a non vedermi deturpata allo specchio a non presentarmi agli altri come malata oncologica. Le cure sono andate intensificandosi e con esse gli effetti collaterali. Quando le ho terminate i capelli hanno ricominciato a crescere, ma molto lentamente, in più il mio aspetto fisico era cambiato, trasfigurato: senza né ciglia e sopracciglia, il gonfiore, il mio volto non era più il mio. Al Cerion c'è uno sportello psicologico e mi sono rivolta lì. Parlando con la psicologa è emerso che gran parte del disagio era dovuto al fatto di non accettarmi, di non riusci così cambiata, lei è riuscita a capire le mie necessità e mi ha consigliato di rivolgermi alla Lilt e alla dottoressa Baldini”.

Le è servito?

“Moltissimo. Quando ho iniziato questo percorso ero in piena crisi. Pian piano, seguendo le indicazioni di Giada, ho preso maggiore sicurezza nei contesti sociali, nei rapporti con gli altri. Pensavo che il percorso di terapia estetica riguardasse solo l'aspetto esteriore invece la dottoressa Baldini cercava di conoscermi, di scoprire gli aspetti di me che potevano essere utili a costruire quella che sarei voluta diventare e ciò che avrei voluto vedere guardandomi”.

In cosa è consistito il suo percorso di Terapia Estetica?

“La dottoressa mi ha dato da fare a casa esercizi con la musica davanti allo specchio, mi ha dato il compito di annotare e descrivere immagini di una nuova me, di come sarei voluta essere, esteriormente e non solo. Poi siamo passati alla scelta di colori, allo studio delle caratteristiche del mio viso e del corpo, ai consigli su come focalizzare l'attenzione sugli aspetti di me che mi piacevano e distoglierla da quelli che percepivo come difetti”.