Giornata della Memoria macchiata dal sangue nella Striscia di Gaza. Non abbiamo imparato nulla dal passato

Dalle parole di pace di Mattarella, alla decisione dell'Aia: quest'anno la Giornata della Memoria è segnata dalla guerra e quegli orrori sono più vivi che mai

di MARGHERITA AMBROGETTI DAMIANI
27 gennaio 2024

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Ieri, a poche ore dalle celebrazioni della Giornata della memoria, il presidente Mattarella ha pronunciato parole inequivocabili. La condanna della strage antisemita di Hamas è stata netta tanto quanto il monito a non commettere oggi gli stessi errori di ieri. Quello di Auschwitz è descritto dal Capo dello Stato come un orrore inconcepibile perpetrato da tanti, troppi. Un grido d’allarme che traspare chiaramente e che lascia intendere la preoccupazione del Quirinale nei confronti di un presente buio e incerto.

Giornata della Memoria, le parole di Mattarella

Ricordare i giusti, secondo Mattarella, è l’unica via per uscire dal tunnel dell’orrore e imboccare la strada della pace in ogni luogo e tempo, combattendo indifferenza, complicità, il virus micidiale del “culto del capo” e stando alla larga da superficialità e pericolosi negazionismi. “Il cammino dell’uomo procede su strade dissestate e rischiose”, avverte Sergio Mattarella, ricordando che agire contro i predicatori di odio è un dovere morale e civico.

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Sergio Mattarella

Israele-Palestina, la soluzione dei due Stati

Il richiamo alle intimidazioni nei confronti del popolo ebraico in ogni angolo del mondo, a partire dall’attacco del 7 ottobre, non è mancato così come non è venuto meno il riferimento al sogno della pace e al respingimento di ogni genere di intolleranza e violenza anche ai danni delle vittime civili dei palestinesi nella Striscia di Gaza.

“Coloro che hanno sofferto il turpe tentativo di cancellare il proprio popolo dalla faccia della Terra sanno che non si può negare a un altro popolo il diritto a uno Stato”, ha tuonato il Presidente della Repubblica, mettendo nero su bianco la posizione del nostro Paese sul conflitto israelo-palestinese: la soluzione dei due Stati è la strada maestra.

L'Aia sull'accusa di genocidio

Un discorso, quello di Mattarella, giunto nelle ore in cui i giudici della Corte internazionale di giustizia dell’Aia hanno espresso il loro parere in merito all’accusa di genocidio mossa dal Sudafrica ai danni di Israele. L’ordine è di adoperarsi per prevenire atti di genocidio nella Striscia di Gaza. Non solo: dalla Corte è arrivato anche il sollecito a lavorare per garantire la completa assistenza umanitaria nelle zone colpite dagli attacchi.

La decisione in merito al “cessate il fuoco” come chiesto dal Sudafrica, non è arrivata. Una posizione, quella della Corte, ben lontana dalla sentenza definitiva che arriverà in un futuro non ben definito e, di sicuro, non prossimo. L’archiviazione richiesta da Israele è stata respinta, ma per arrivare al giudizio finale ci vorranno anni. Una via mediana che il Sudafrica ha bene accolto ma che, nell’immediato, pare avere tutta l’intenzione di non spostare di una virgola gli equilibri.

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primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu

La reazione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu non si è fatta attendere. Nella sua lettura, la decisione dell’Aia non nega il diritto di Israele a difendersi, ribadendo che l’accusa di genocidio è falsa è oltraggiosa. Come se non bastasse, il ministro della sicurezza nazionale di Israele Itamar Ben-Gvir ha definito quella dell’Aia una corte antisemita.

Ad aggiungersi al dibattito relativo al pronunciamento dell’Aia è il dossier a carico dell’Agenzia ONU per i rifugiati palestinesi (UNRWA) secondo il quale dodici dipendenti sarebbero stati coinvolti nell’attacco del 7 ottobre. Il loro contratto è stato già stracciato per mano di Philippe Lazzarini, commissario generale di UNRWA. Dal canto suo, António Guterres, segretario generale ONU, ha ordinato l’avvio di un’inchiesta interna.

Gli Stati Uniti, in risposta, hanno sospeso i finanziamenti a UNRWA. Nel frattempo, a Gaza si continua a combattere e morire. La pioggia di bombe, soprattutto a Khan Yunis, prosegue indisturbata. Il Ministero della salute palestinese ha fatto sapere che solo ieri sono morte 183 persone, mentre in TV e sui social girano i video di donne israeliane ancora nelle mani di Hamas.

L’idea è che, con sullo sfondo un’Italia che si divide sul divieto di manifestazioni a sostegno della Palestina nella Giornata della memoria, il mondo stia ridefinendo gli equilibri geopolitici a partire da un conflitto in cui a versare sangue sono in misura maggiore le cittadine e i cittadini di Gaza. Uno sterminio che oggi, 27 gennaio 2024, ancor più di sempre, andrebbe respinto con forza e senza distinguo.

Le parole del presidente di Mattarella sono importanti e parlano di una pace universale. L’Italia del G7 se ne faccia responsabilmente carico.