Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Attualità » Il ballerino ucraino Polunin annulla le date a Milano, mentre l’étoile russa abbandona Mosca

Il ballerino ucraino Polunin annulla le date a Milano, mentre l’étoile russa abbandona Mosca

La prima ballerina russa del Bolshoi dichiara che la guerra in Ucraina "rende insopportabile per lei continuare a lavorare nel suo Paese"

Sofia Francioni
18 Marzo 2022
Share on FacebookShare on Twitter
Il ballerino ucraino Sergei Polunin

Il ballerino ucraino Sergei Polunin, noto non solo per il tatuaggio di Putin al centro del petto, ha annullato i suoi appuntamenti in Italia. Polunin avrebbe infatti dovuto esibirsi sul palco del teatro Arcimboldi in “Rasputin Dance Drama”, ma questo non accadrà: “Cari amici italiani, è con grande rammarico che non potrò esibirmi all’Arcimboldi il 9 e 10 aprile”, scrive scusandosi con chi ha già acquistato i biglietti dello spettacolo: “È per le mie condizioni di salute. Ho rotto il tendine d’Achille e per me sarà impossibile danzare per alcuni mesi. Stiamo lavorando con l’Arcimboldi per confermare un’altra data più avanti, quando potrò tornare a esibirmi”, conclude. Ma il tendine d’Achille non è il motivo che tiene il ballerino ucraino lontano dal palco. O almeno non è l’unico. Show Bees, la società che gestisce il teatro di viale dell’Innovazione a Milano, ha infatti ricordato in una nota che Polunin “sta vivendo con grande sofferenza la situazione attuale, aggravata anche dal recente infortunio al tendine d’Achille”. La stessa società, dopo aver ricevuto tutta la documentazione medica da parte del ballerino, ha deciso di sostituire gli spettacoli con un’intera settimana di show “a sostegno del popolo ucraino, con l’obiettivo di sostenere gli artisti ucraini e raccogliere donazioni che saranno utilizzate per sostenere progetti di aiuto e accoglienza della popolazione ucraina arrivata in città per fuggire dalla guerra”.

L’étoile russa che ha lasciato il Bolshoi, Olga Smirnova

Altra via di scena nel mondo del balletto per la guerra in Ucraina, quella della prima ballerina russa del Bolshoi, Olga Smirnova. Olga ha lasciato il teatro moscovita per entrare nel Balletto nazionale olandese, che ne dà l’annuncio in un comunicato: “Smirnova è stata esplicita nella sua recente denuncia dell’invasione russa dell’Ucraina che rende insopportabile per lei continuare a lavorare nel suo Paese”. L’addio viene a distanza di nemmeno due settimane dall’abbandono del direttore Tugan Sokhiev e il 7 marzo del primo ballerino, l’italiano Jacopo Tissi, seguito dal ballerino solista David Motta Soares.

Mentre a Napoli, il 4 aprile i primi ballerini russi e ucraini danzeranno insieme al Teatro San Carlo in uno gala benefico. Ballet for peace, il cui ricavato sarà interamente devoluto alle popolazioni martoriate dalla guerra, vedrà la presenza straordinaria di Anastasia Gurskaya prima ballerina dell’Opera di Kiev, appena fuggita dall’Ucraina. Oltre alla Gurskaya si esibiranno Iana Salenko, Dinu Tamazlacrau, Kateryna Shalkina Arthur Shesterikov, Maria Yakovleva, Denys Cherevychko, Maria Kochetkova, Sebastian Kloborg, Katja Khaniukova, Alexey Popov, Christine Shevchenko, coppie in scena e nella vita come quelle formate da Oleksandr Ryabko e Silvia Azzoni, Timofej Andrijashenko e Nicoletta Manni,

Potrebbe interessarti anche

L'onorevole Elena Bonetti
Economia

“Parità che genera”: le imprese inclusive fatturano il 23% in più

22 Marzo 2023
GionnyScandal con mamma Rita e papà Antonio (fonte Instagram)
Attualità

GionnyScandal: il cantante ritrova i genitori biologici dopo 30 anni

22 Marzo 2023
La sartoria per aiutare le donne vittime di violenza
Lifestyle

Violenza domestica, una sartoria terapeutica per cominciare una nuova vita

24 Marzo 2023

Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Il ballerino ucraino Sergei Polunin
Il ballerino ucraino Sergei Polunin, noto non solo per il tatuaggio di Putin al centro del petto, ha annullato i suoi appuntamenti in Italia. Polunin avrebbe infatti dovuto esibirsi sul palco del teatro Arcimboldi in "Rasputin Dance Drama", ma questo non accadrà: "Cari amici italiani, è con grande rammarico che non potrò esibirmi all’Arcimboldi il 9 e 10 aprile", scrive scusandosi con chi ha già acquistato i biglietti dello spettacolo: "È per le mie condizioni di salute. Ho rotto il tendine d’Achille e per me sarà impossibile danzare per alcuni mesi. Stiamo lavorando con l’Arcimboldi per confermare un’altra data più avanti, quando potrò tornare a esibirmi", conclude. Ma il tendine d'Achille non è il motivo che tiene il ballerino ucraino lontano dal palco. O almeno non è l'unico. Show Bees, la società che gestisce il teatro di viale dell’Innovazione a Milano, ha infatti ricordato in una nota che Polunin "sta vivendo con grande sofferenza la situazione attuale, aggravata anche dal recente infortunio al tendine d’Achille". La stessa società, dopo aver ricevuto tutta la documentazione medica da parte del ballerino, ha deciso di sostituire gli spettacoli con un’intera settimana di show "a sostegno del popolo ucraino, con l’obiettivo di sostenere gli artisti ucraini e raccogliere donazioni che saranno utilizzate per sostenere progetti di aiuto e accoglienza della popolazione ucraina arrivata in città per fuggire dalla guerra".
L'étoile russa che ha lasciato il Bolshoi, Olga Smirnova
Altra via di scena nel mondo del balletto per la guerra in Ucraina, quella della prima ballerina russa del Bolshoi, Olga Smirnova. Olga ha lasciato il teatro moscovita per entrare nel Balletto nazionale olandese, che ne dà l'annuncio in un comunicato: "Smirnova è stata esplicita nella sua recente denuncia dell'invasione russa dell'Ucraina che rende insopportabile per lei continuare a lavorare nel suo Paese". L'addio viene a distanza di nemmeno due settimane dall'abbandono del direttore Tugan Sokhiev e il 7 marzo del primo ballerino, l'italiano Jacopo Tissi, seguito dal ballerino solista David Motta Soares. Mentre a Napoli, il 4 aprile i primi ballerini russi e ucraini danzeranno insieme al Teatro San Carlo in uno gala benefico. Ballet for peace, il cui ricavato sarà interamente devoluto alle popolazioni martoriate dalla guerra, vedrà la presenza straordinaria di Anastasia Gurskaya prima ballerina dell’Opera di Kiev, appena fuggita dall’Ucraina. Oltre alla Gurskaya si esibiranno Iana Salenko, Dinu Tamazlacrau, Kateryna Shalkina Arthur Shesterikov, Maria Yakovleva, Denys Cherevychko, Maria Kochetkova, Sebastian Kloborg, Katja Khaniukova, Alexey Popov, Christine Shevchenko, coppie in scena e nella vita come quelle formate da Oleksandr Ryabko e Silvia Azzoni, Timofej Andrijashenko e Nicoletta Manni,
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto