Una storia italiana (di frontiera), che sta riscuotendo un notevole successo internazionale. Una vicenda di 80 anni fa, eppure sempre preziosa (per non dimenticare) e attuale, anche al di là della
Giornata della Memoria del 27 gennaio in cui si ricordano gli orrori del nazifascismo contro gli ebrei
e non solo. Si tratta del
cortometraggio animato “Il Giusto” realizzato da Davide Tromba e prodotto da Animoka, lo studio italiano fondato dallo stesso Tromba e da Valentina Canclini. “Il Giusto” (che è in lizza per il David di Donatello tra i cortometraggi e ha vinto numerosi premi in giro per il mondo) racconta un episodio poco conosciuto dal grande pubblico.
La storia vera de "Il Giusto"
Nel 1943, all’età di diciotto anni,
Attilio Francesetti, detto Tilliu, conduce
più di trecento persone in cerca di salvezza attraverso campi di neve e pareti di roccia impenetrabili. Queste stesse anime sarebbero diventate per lui come piccoli ometti di pietra per i sentieri di montagna: un rifugio e una speranza per il resto della sua vita.
Nel corto di animazione dello studio Animoka un episodio poco conosciuto della storia
Le Valli di Lanzo (Torino) furono un luogo simbolo della resistenza e, considerandosi zona libera, furono teatro di atti di
solidarietà spontanea nei confronti di chi era perseguitato dai nazisti. In particolare, un giovane pastore-contrabbandiere, proprio Attilio "Tiliu" Francesetti, venne chiamato ad un compito arduo ed importante: accompagnare numerose
famiglie ebree torinesi in Francia, nella zona libera di Bonneval sur Arc. Tiliu fece da guida ad almeno un centinaio di persone attraverso il Colle Girard, posto a tremila metri in fondo alla valle grande di Lanzo. Le sue attraversate si svolsero in tutte le stagioni e con qualsiasi tempo, aneddoti parlano di neonati riposti nello zaino imbottito di lana di pecora o di giovani spose con scarpe da città. Il cammino era molto duro, alcuni passaggi erano quasi alpinistici, quasi tutti gli accompagnati non erano mai stati in alta montagna, ma l'intrepido ragazzo alla guisa aveva la sua missione e regolarmente la portava a termine, senza aspettarsi un grazie. Per anni alcune famiglie salvate come ringraziamento hanno cercato di mandargli dei soldi o addirittura di farsi raggiungere a New York, ma lui ha sempre rifiutato, aveva le sue montagne ed i suoi cani, era felice.
Il cortometraggio
Questa storia appassiona
Davide Tromba che, pur essendo privo di qualsiasi esperienza alpinistica, decide di cimentarsi in prima persona con il tragitto di Tiliu fino ai tremila del colle Girard, accompagnato anch’esso da una giovane guida.
Filmando le proprie emozioni e quelle della sua guida, ha ottenuto un promemoria di quello che sarà il filo conduttore del cortometraggio: l’atto del giusto e l’affidamento di chi viene accompagnato. Ricco di simbolismi e immagini figurative in trasformazione "Il Giusto" ha anche un commento sonoro molto particolare, curato dal produttore grafico e liberamente ispirato all’opera di Kikuo Takano, poeta e matematico giapponese. Un bel lavoro da parte dello
studio Animoka che rappresenta una delle realtà più interessanti dell'animazione italiana.
L'Olocausto e la Shoah nell'animazione
"La stella di Andra e Tati"
Il tema dell’Olocausto per lungo tempo non ha trovato nell’
animazione un luogo di racconto e di memoria, ma negli ultimi anni le cose sono cambiate. Citiamo, per esempio,
“La stella di Andra e Tati” (di Alessandro Belli e Rosalba Vitellaro - Larcadarte) che racconta la storia (vera) di due sorelle ebree di 4 e 6 anni sopravvissute alla Shoah. Oppure
“Anna Frank e il diario segreto” del grande regista israeliano Ari Folman che racconta la storia di Kitty, la bambina con la quale Anna conversa nei suoi scritti, e della sua febbrile ricerca attraverso l'Europa di oggi per ritrovare l'amica tanto amata. La dimostrazione di come
l'animazione possa affrontare anche temi delicati come quello della Shoah e sia preziosa per non dimenticare gli orrori della storia.