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Home » Attualità » Il Kuwait cancella la legge contro le persone transgender: “Era anticostituzionale”

Il Kuwait cancella la legge contro le persone transgender: “Era anticostituzionale”

La Corte costituzionale dello Stato del Golfo ha modificato l'art. 198 del Codice penale che prevedeva il reato di "imitazione del sesso opposto". L'appello di Amnesty International per liberare Maha al-Mutairi

Luca Marchetti
22 Febbraio 2022
ragazza transgender

In Canada circa 1 persona su 300 si definisce transgender o non binaria

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Passi in avanti in Medio Oriente. Il Kuwait ha cancellato la legge che da 15 anni veniva utilizzata per discriminare e perseguire le persone transgender. Il 16 febbraio scorso la Corte costituzionale dello Stato del Golfo ha modificato l’articolo 198 del Codice penale che prevedeva il reato di “imitazione del sesso opposto” e che dava la libertà alle autorità del Kuwait di arrestare e mandare in carcere (fino a un anno di reclusione) tutte le persone che “imitavano” il sesso opposto, in riferimento all’aspetto fisico e al comportamento. La Corte costituzionale del Kuwait ha annullato l’articolo in quanto in contrasto con l’articolo 30 della Costituzione che garantisce la libertà personale. La decisione della Corte è stata accolta da Amnesty International come una “grande svolta” per i diritti dei transgender nella regione araba del Golfo.

🎉 Kuwait has overturned a law that criminalizes ‘imitation of the opposite sex’. This is a major breakthrough for trans rights in the region.

All those unjustly imprisoned under the law must now be released ‍🏳️‍🌈✊https://t.co/gD1q2TKxm3

— Amnesty International (@amnesty) February 16, 2022

Lynn Maalouf, vicedirettrice del Medio Oriente per Amnesty International, definisce la legge come “profondamente discriminatoria ed eccessivamente vaga” e sottolinea che “non avrebbe mai dovuto essere accettata”. “Le autorità kuwaitiane – prosegue la vicedirettrice – devono ora garantire che l’articolo 198 sia abrogato nella sua interezza. Devono anche fermare immediatamente gli arresti arbitrari di persone transgender e ritirare tutte le accuse e le condanne mosse contro di loro ai sensi di questa legge transfobica. Tutti coloro che sono stati ingiustamente incarcerati ai sensi dell’articolo 198 devono ora essere rilasciati. Le autorità – conclude la vicedirettrice Maalouf – devono inoltre indagare su tutte le accuse di tortura da parte delle forze di sicurezza e istituire un organismo indipendente per monitorare il comportamento della polizia”.

La storia di Maha al-Mutairi, la donna transgender rinchiusa in un carcere maschile in Kuwait

Amnesty International chiede dunque il rilascio immediato di Maha al-Mutairi, una transgender di 40 anni che è stata incarcerata e multata in base all’articolo 198 del Codice penale. Maha al-Mutairi venne arrestata nel 2019 per alcuni video in cui parlava di identità di genere e di identità transgender. Nel 2020 venne rilasciata e il 5 giugno di quell’anno pubblicò un video su Snapchat in cui accusava gli agenti di polizia di averla picchiata e stuprata durante il precedente periodo di detenzione. Adesso Maha al-Mutairi è ancora detenuta nella sezione maschile della prigione di al-Kuwait City.

In un video pubblicato su YouTube, Maha al-Mutairi ha raccontato la sua esperienza in un carcere maschile dov’era stata costretta a rimanere per sette mesi: “Come lo chiamate voi il fatto che pur essendo femmina sia stata costretta a vivere in un carcere per soli uomini, con i poliziotti che entravano nella mia cella per mettermi le mani addosso e anche stuprarmi?”, si chiedeva in lacrime Maha al-Mutairi. Human Rights Watch si è battuta a lungo per la scarcerazione della donna. La ricercatrice Rasha Younes in un’inchiesta del Human Rights Watch raccontò che “per piegarla i poliziotti le hanno detto che l’intero Kuwait è contro di lei. Noi tutte invece dobbiamo dire a gran voce che non siamo contro di lei, ma che il mondo intero è contro gli abusi che la polizia ha perpetrato nei suoi confronti”.

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Passi in avanti in Medio Oriente. Il Kuwait ha cancellato la legge che da 15 anni veniva utilizzata per discriminare e perseguire le persone transgender. Il 16 febbraio scorso la Corte costituzionale dello Stato del Golfo ha modificato l'articolo 198 del Codice penale che prevedeva il reato di "imitazione del sesso opposto" e che dava la libertà alle autorità del Kuwait di arrestare e mandare in carcere (fino a un anno di reclusione) tutte le persone che "imitavano" il sesso opposto, in riferimento all'aspetto fisico e al comportamento. La Corte costituzionale del Kuwait ha annullato l'articolo in quanto in contrasto con l'articolo 30 della Costituzione che garantisce la libertà personale. La decisione della Corte è stata accolta da Amnesty International come una "grande svolta" per i diritti dei transgender nella regione araba del Golfo.

🎉 Kuwait has overturned a law that criminalizes ‘imitation of the opposite sex’. This is a major breakthrough for trans rights in the region.

All those unjustly imprisoned under the law must now be released ‍🏳️‍🌈✊https://t.co/gD1q2TKxm3 — Amnesty International (@amnesty) February 16, 2022
Lynn Maalouf, vicedirettrice del Medio Oriente per Amnesty International, definisce la legge come "profondamente discriminatoria ed eccessivamente vaga" e sottolinea che "non avrebbe mai dovuto essere accettata". "Le autorità kuwaitiane - prosegue la vicedirettrice - devono ora garantire che l'articolo 198 sia abrogato nella sua interezza. Devono anche fermare immediatamente gli arresti arbitrari di persone transgender e ritirare tutte le accuse e le condanne mosse contro di loro ai sensi di questa legge transfobica. Tutti coloro che sono stati ingiustamente incarcerati ai sensi dell'articolo 198 devono ora essere rilasciati. Le autorità - conclude la vicedirettrice Maalouf - devono inoltre indagare su tutte le accuse di tortura da parte delle forze di sicurezza e istituire un organismo indipendente per monitorare il comportamento della polizia".

La storia di Maha al-Mutairi, la donna transgender rinchiusa in un carcere maschile in Kuwait

Amnesty International chiede dunque il rilascio immediato di Maha al-Mutairi, una transgender di 40 anni che è stata incarcerata e multata in base all'articolo 198 del Codice penale. Maha al-Mutairi venne arrestata nel 2019 per alcuni video in cui parlava di identità di genere e di identità transgender. Nel 2020 venne rilasciata e il 5 giugno di quell'anno pubblicò un video su Snapchat in cui accusava gli agenti di polizia di averla picchiata e stuprata durante il precedente periodo di detenzione. Adesso Maha al-Mutairi è ancora detenuta nella sezione maschile della prigione di al-Kuwait City.

In un video pubblicato su YouTube, Maha al-Mutairi ha raccontato la sua esperienza in un carcere maschile dov'era stata costretta a rimanere per sette mesi: "Come lo chiamate voi il fatto che pur essendo femmina sia stata costretta a vivere in un carcere per soli uomini, con i poliziotti che entravano nella mia cella per mettermi le mani addosso e anche stuprarmi?", si chiedeva in lacrime Maha al-Mutairi. Human Rights Watch si è battuta a lungo per la scarcerazione della donna. La ricercatrice Rasha Younes in un'inchiesta del Human Rights Watch raccontò che "per piegarla i poliziotti le hanno detto che l'intero Kuwait è contro di lei. Noi tutte invece dobbiamo dire a gran voce che non siamo contro di lei, ma che il mondo intero è contro gli abusi che la polizia ha perpetrato nei suoi confronti".
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