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Home » Attualità » Il sorriso fra un bimbo nato senza braccia e gambe e il padre mutilato per la guerra: la foto dell’anno parla al cuore del mondo

Il sorriso fra un bimbo nato senza braccia e gambe e il padre mutilato per la guerra: la foto dell’anno parla al cuore del mondo

Lo scatto del fotografo turco Mehmet Aslan premiato al Siena international photo awards 2021 è un ulteriore richiamo alla coscienza dei potenti sulla tragedia della Siria. L'Unicef: "Drammatica la condizione dei minori disabili". Intanto, il regime di Assad s'imposessa del 50% degli aiuti umanitari e con essi ha costruito un tesoro di sessanta milioni di dollari

Federico Martini
25 Ottobre 2021
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La tragedia della guerra e un sorriso che strappa via in un istante tutto l’orrore. Munzir al-Nazzal è un padre mutilato nel conflitto siriano che abbraccia il figlio Mustafa, nato senza gambe né braccia. I due sorridono, riuscendo a essere felici almeno per un momento nonostante il dramma che li avvolge da un decennio, in una spirale di violenza e sangue che sembra non avere mai fine. Munzir e Mustafa sono stati immortalati dal fotografo turco Mehmet Aslan in uno scatto ‘foto dell’anno‘ al Siena international photo awards 2021 che ha già fatto il giro del mondo, finendo anche sulle pagine dell’autorevole Washington Post.

La foto del bimbo siriano di 5 anni, nato senza braccia e gambe, sorridente con il padre, mutilato di una gamba ha vinto il Siena International photo awards

“Volevamo portare l’attenzione su questo dramma”, ha raccontato Aslan, auspicando di poter aiutare così il piccolo. La sua famiglia è fuggita tre anni fa dalla Siria e ora, al pari di altre centinaia di migliaia di rifugiati, si trova nelle regioni meridionali turche di confine. Mustafa è affetto da una malformazione «conseguenza dell’assunzione di farmaci da parte della madre, colpita anche dai gas” nel corso dei combattimenti furiosi nella regione di Idlib. Il bimbo ha solo 5 anni, avrebbe bisogno di cure continue e speciali protesi elettroniche: “Giuro, ho girato ogni ospedale, ogni villaggio, ma non ho ottenuto nulla”», dice il papà Munzir, che si preoccupa più della felicità del figlio che della sua menomazione di guerra. In Turchia fino ad oggi non hanno trovato risposte.

“Quella foto è arrivata al mondo, abbiamo cercato per anni di farci sentire per aiutare mio figlio con i trattamenti, faremmo di tutto per dargli una vita migliore“, si commuove la madre, la signora Zeinab. E mentre i genitori parlano con i cronisti in un negozio trasformato in un precario alloggio, il piccolo Mustafa sorride rotolandosi sul tappeto, finché arriva la sorellina che lo sistema su un divano.

“Ha una grande forza”, assicura il fotografo Aslan, come riporta l’agenzia Ansa.

 

L’Unicef: “No all’indignazione a intermittenza”

 

“È doloroso dover ancora una volta commentare una foto su una tragedia che non è finita, la guerra in Siria!, sottolinea Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia. “Quello scatto sta facendo il giro del mondo, speriamo solo di non trovarci di fronte all’ennesima prova di indignazione a intermittenza. Come quella drammatica di Aylan, speriamo che questa foto svegli le coscienze dei leader mondiali”, dice riferendosi al tragico episodio del piccolo migrante siriano affogato in un naufragio e ritrovato su una spiaggia turca.

Aylan Kurdi il bimbo di tre anni trovato morto sulla spiaggia  nei pressi di un resort a Bodrum, in Turchia.

 

“Inno alla vita che si leva dal dramma”

 

“«Il dramma nel dramma sono i bambini con gravi disabilità, che rappresentano la parte più debole nei conflitti. Ma in quell’immagine – osserva Iacomini – c’è anche un inno alla vita, un sorriso che spunta nonostante il dolore” che segna l’esistenza di quelle persone e di milioni di altre.

 

“Il regime trattiene il 50% degli aiuti umanitari”

 

In Siria, intanto, le armi continuano a uccidere, ferire, mutilare. Dal 2011, quando esplose la sollevazione a Daraa contro il regime di Bashar al Assad, sono oltre 350 mila i morti accertati dall’Onu e 13 milioni gli sfollati, di cui oltre 6 riparati all’estero. Gli ultimi mesi sono stati segnati da un’escalation di tensioni, con la Turchia schierata nel nord del Paese e Idlib ultima roccaforte della galassia di forze – alcune anche di ispirazione jihadista – che combattono contro Assad e gli alleati russi. E sarebbe proprio il governo di Damasco a drenare denaro dagli aiuti internazionali devoluti dall’Onu per far fronte al dramma della popolazione. Secondo uno studio del think-tank americano Centre for Strategic and International Studies, il governo di Assad “ha accantonato 60 milioni di dollari, prelevando 50 centesimi per ogni dollaro di aiuti“. In questo quadro, denuncia il gruppo in uno studio, “i finanziamenti umanitari sono divenuti la principale fonte di introiti del regime”, sottoposto da anni a sanzioni internazionali. Tutto in barba a Munzir, Mustafa e alle altre migliaia e migliaia di vittime di questo conflitto infinito.

 

 

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Instagram

  • Stando alle ultime stime, in Italia vivono almeno 88mila donne vittima di mutilazioni genitali femminili, con tutti i gravi problemi fisici, funzionali, psicologici che ne derivano. In base ai dati diffusi dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) e dall’Unicef, nel mondo ammonterebbero ad almeno 200 milioni donne e ragazze che hanno subito mutilazioni genitali. Nel 2023, circa 4,2 milioni di bambine e ragazze nel mondo sono a rischio di subire queste pratiche.

Attraverso la testimonianza di Ayaan Hirsi Ali, autrice de “L’infedele", proviamo a spiegare con le giuste parole in tutta la sua cruda realtà cosa racchiuda veramente:

“Mi afferrò e mi bloccò la parte superiore del corpo… Altre due donne mi tennero le gambe divaricate. L’uomo che era un cinconcisore tradizionale appartenente al clan dei fabbri, prese un paio di forbici. Con l’altra mano afferrò quel punto misterioso e cominciò a tirare… Sentii il rumore, come un macellaio che rifila il grasso da un pezzo di carne.”

Nella Giornata Internazionale contro le mutilazioni genitali femminili il presidente della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica Sicpre, il professor Francesco Stagno d’Alcontres, dichiara: 

“Spesso l’evento della mutilazione viene rimosso dai ricordi, mentre restano i dolori nei rapporti sessuali, le difficoltà nella minzione e durante il parto. La mutilazione genitale è un evento che modifica il corso della vita e noi lo dobbiamo contrastare sul piano della cultura e affrontare sul piano medico e scientifico”.

L’edizione 2023 del Summit Itinerante contro la mutilazioni genitali femminili, l’evento che si svolge in data odierna a Roma, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustininani, sede della Presidenza del Senato della Repubblica, vede il saluto di esponenti del Governo, la testimonianza di una vittima e la partecipazione di importanti personalità, tra cui gli esperti della chirurgia plastica italiana chiamati a raccolta dalla Sicpre.

Letizia Cini ✨

#lucenews #lucelanazione #giornatamutilazionigenitalifemminili #linfedele
  • "Vorrei ringraziare la comunità queer per il vostro amore e per aver inventato un genere". 👑

Con queste parole di ringraziamento, Queen Bay riscrive la storia dei Grammy Awards. Beyoncé ier sera ha battuto tutti i record: con la 32esima vittoria incassata, è la star più premiata della storia degli Oscar della musica.

Con altri quattro grammofoni d’oro, la star americana, icona mondiale e paladina dei diritti civili e della body positivity, ha così superato il primato del direttore d’orchestra Georg Solti scomparso nel ‘97 e che, fino a stanotte, era rimasto imbattuto per due decenni con 31 vittorie. Queen Bay ha voluto dedicare la vittoria alla comunità Lgbtq+.

#lucenews #lucelanazione #qn #beyoncé #grammyawards2023
  • Stava regalando libri alle ragazze quando è stato arrestato a Kabul, giovedì 3 febbraio. Ismail Mashal, un professore universitario afghano, 37 anni, in aperta critica con il bando posto dai Talebani all’istruzione femminile, andava in giro con un carretto pieno di volumi gratuiti che distribuiva a donne e bambine, quando le forze di sicurezza lo hanno accusato di “azioni provocatorie” dalle autorità che lo hanno portato in carcere. Lo riferisce la Bbc.

Alcuni testimoni hanno riferito che il professore è stato schiaffeggiato, preso a pugni e a calci dalle forze di sicurezza locali durante l’arresto. Tuttavia Abdul Haq Hammad, un funzionario del ministero dell’Informazione e della Cultura talebani, ha dichiarato che il docente è stato trattato bene mentre era in custodia. 

Mashal è salito alla ribalta dopo aver strappato i documenti accademici in diretta tv per protestare contro il divieto dei talebani all’istruzione universitaria e secondaria per le donne. Il video in diretta televisiva è diventato virale. 

Ex giornalista, il 37enne dirigeva un’università privata a Kabul, frequentata da 450 studentesse che seguivano i corsi di giornalismo, ingegneria e informatica, tutte discipline che il ministro dell’Istruzione afghano sosteneva non dovessero essere insegnate alle ragazze in quanto contrarie all’islam e la cultura afghana. Quando a dicembre i Talebani hanno annunciato che alle studentesse universitarie non sarebbe più stato permesso di tornare a studiare fino a nuovo ordine, il professor Mashal ha chiuso definitivamente la sua scuola, affermando che “l’istruzione o si offre a tutti o a nessuno“.

“L’unico potere che ho è la mia penna, anche se mi uccidono, anche se mi fanno a pezzi, non resterò in silenzio“, ha dichiarato il mese scorso il professore. Ha anche affermato che un maggior numero di uomini deve insorgere per protestare contro le restrizioni imposte alle donne. Durante il loro incontro a Kabul, Mahsal, padre di due figli, ha precisato che non temeva di essere arrestato o ucciso. Si è detto invece certo che alla fine i Talebani avrebbero cercato di metterlo a tacere, ma è rimasto convinto che fosse un prezzo onesto da pagare.

#lucenews #kabul
  • ✨"Sento ancora la vertigine". Si intitola così il primo documentario dedicato a Elodie, la bellissima e talentuosa cantante romana, che la prossima settimana sarà in gara al Festival di Sanremo. Affascinante e ironica, sensuale e pungente, ma anche fragile e con i piedi per terra: la 32enne si mostra a 360 gradi e senza filtri in un documento reale di quello che l
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