Inchiesta Fanpage sui giovani di Fdi: nel silenzio di Meloni, gridano violenza, odio e omofobia

La seconda parte di ‘Gioventù Meloniana’, tra saluti fascisti e inni al Duce, mostra la doppia faccia dei militanti della futura classe dirigente del partito. Donzelli minimizza, Flaminia Pace si dimette, dalla premier tutto tace

di CHIARA CARAVELLI
27 giugno 2024

Inni al Duce, canzoni e simboli che rimandano al Ventennio, saluti nazisti e, in generale, il totale sdoganamento di ideologie e pratiche di stampo fascista. La seconda parte dell’inchiesta ‘Gioventù Meloniana’ di Fanpage fa emergere altre scioccanti e vergognose immagini riguardanti i militanti della futura classe dirigente di Fratelli d’Italia.

La seconda parte dell’inchiesta Gioventù Meloniana

Quasi nove minuti di video (che si sommano ai 12 della prima parte dell’inchiesta uscita nelle scorse settimane) dove, oltre ai saluti fascisti, non mancano anche cori razzisti e frasi contro arabi, ebrei e persone nere. Non è mancato poi lo scherno nei confronti della senatrice di FdI Ester Mieli, figlia di uno dei sopravvissuti all’Olocausto: “La cosa più bella – sono le parole di Flaminia Pace, presidente di una sede del movimento – è stata ieri a prendersi per il culo sulle svastiche e poi io che avevo fatto il comunicato stampa in solidarietà a Ester Mieli”. Il tutto accompagnato da diverse risate.

"Gioventù meloniana", inchiesta di Fanpage sui giovani militanti di Fdi (Ansa)
"Gioventù meloniana", inchiesta di Fanpage sui giovani militanti di Fdi (Ansa)

Poi le innumerevoli frasi contro i giornalisti e il fatto, lampante guardando l’inchiesta, che i militanti della futura classe dirigente di Fratelli d’Italia si mostrino in pubblico in maniera totalmente diversa da come poi vengono ripresi nel privato. Una doppia faccia che vede da una parte il porsi davanti alla stampa con una patina di rispetto per i valori istituzionali, dall’altra il rivendicare con fierezza il fascismo.

Il silenzio della presidente del Consiglio

‘Gioventù Meloniana’ ha fatto emergere il lato più oscuro ed estremista del partito della premier, intriso di rigurgiti fascisti e nazisti. Ma nonostante le immagini dell’inchiesta siano tornate al centro del dibattito pubblico, è proprio la stessa Giorgia Meloni a scegliere una via che, alla luce di quanto emerso, fa molto discutere: il silenzio. Né una parola, né un commento. Ormai da settimane. Ci aveva provato il ministro per i Rapporti con il Parlamento ed esponente di Fratelli d’Italia, Luca Ciriani, quando dopo l’uscita della prima parte di ‘Gioventù Meloniana’ aveva tenuto a precisare che l’inchiesta era basata “su di immagini frammentate, decontestualizzate e riprese in un ambito privato”. Ci aveva provato, ma forse era meglio se fosse rimasto in silenzio, anche Maurizio Gasparri dicendo che alcune delle persone presenti nel video potevano essere, anziché militanti di FdI, dei tifosi della Casertana.

Flaminia Pace (Agenzia Dire)
Flaminia Pace (Agenzia Dire)

Forse anziché sminuire e minimizzare delle immagini che parlano da sole, sarebbe il caso di prendere dei provvedimenti. Gli stessi che ha annunciato oggi Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione del partito, costretto possiamo dire a intervenire dopo la pubblicazione del secondo video. A questo si aggiungono le dimissioni della stessa Flaminia Pace, presidente del circolo pinciano della giovanile di Fratelli d’Italia, costretta a lasciare il Consiglio Nazionale dei Giovani.

Quello che emerge, anche in virtù delle frasi pronunciate dai giovani militanti, è il rivendicare con orgoglio le loro posizioni estremiste. Questo anche di fronte a personaggi di spicco del partito, il che presuppone che ci sia una promozione di determinati atteggiamenti e pensieri. E allora in questo senso, il silenzio assordante della Premier assume un ruolo ancor più preoccupante. È agghiacciante vedere come la futura classe dirigente di Fratelli d’Italia sia legata a doppio filo a ideologie fasciste e razziste. Di come la violenza, l’odio, l’omofobia, vengano manifestate e inneggiate con fierezza e orgoglio. Perché non importa come si appare fuori, importa come si è dentro. E l’inchiesta di Fanpage ce lo ha fatto vedere fin troppo bene.