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Inquinamento da azoto, la ricetta dell'Olanda divide gli allevatori

Il governo ha approvato la possibilità di vendere allo Stato le fattorie che le pagherà il 20% in più del valore di mercato. Ma solo per chi aderisce al programma entro aprile 2024

di DOMENICO GUARINO -
29 giugno 2023
La ricetta dell’Olanda per abbattere l'inquinamento da azoto divide gli allevatori

La ricetta dell’Olanda per abbattere l'inquinamento da azoto divide gli allevatori

Termine ultimo: aprile 2024. Entro e non oltre questa data, gli allevatori olandesi potranno vendere allo Stato le proprie aziende ricavandone il 20% in più del valore di mercato. La misura, di cui si parla da anni, è stata approvata qualche giorno fa. L’unico discrimine per accedere al beneficio, che mira a risolvere il problema dell’inquinamento da azoto dei terreni, è che l’azienda in oggetto generi ogni anno almeno 2.500 moli di azoto, circa 70 kg, in terreni adiacenti a riserve naturali.
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Nei Paesi Bassi ci sono 17 milioni di abitanti e 100 milioni di capi di bestiame

Un esproprio di Stato dunque (con compensazioni) che ha innescato imponenti proteste contro l’esecutivo, guidate da contadini e allevatori, i quali hanno anche dato vita a un vero e proprio partito, il Movimento contadino-cittadino (BoerBurgerBeweging, BBB) che è riuscito a eleggere dei propri rappresentanti alle elezioni provinciali nel Gelderland. Non a caso la provincia olandese dove si concentra il 60% delle aziende che potrebbero cadere nella casistica dell’esproprio volontario. Il partito ha criticato il lancio ufficiale del programma definendo “deplorevole", denunciando i pericoli per la produzione alimentare. "Per quanto ci riguarda, la salvaguardia della produzione alimentare nel nostro paese dovrebbe essere la priorità assoluta”, si legge in una nota stampa del partito.
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l governo ha approvato la possibilità di vendere allo Stato le fattorie che le pagherà il 20% in più del valore di mercato

Inquinamento da azoto, come abbatterlo

Nei Paesi Bassi in rapporto tra abitanti umani e capi di bestiame è sproporzionato: 17 milioni contro 100. Insomma, una densità altissima che è alla radice dei processi di azotofissazione, che determinano una sovrabbondanza di ammoniaca nei terreni con conseguenze pesanti sull’ecosistema, la produzione agricola, e, in modo indiretto, anche sulla salute umana. La decisione del governo va inquadrata in questa prospettiva, e rappresenta un tentativo di arginare il problema riducendo l’azoto in ingresso nei terreni, attraverso meccanismi premiali che limitino al diffusione degli allevamenti. limiti all’allevamento.
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“Ciò che è buono per l’economia, non è buono per la Terra” ha affermato l’allevatore biologico Jaring Brunia

A questo punto gli allevatori hanno di fronte a loro tre strade. La prima è accettare l’offerta del Governo e vendere volontariamente realizzando un guadagno non indifferente. Secondo, adottare metodi di allevamento più sostenibili. Terzo, spostarsi altrove. Le ultime due misure sono però sotto il vaglio della Commissione Europea che deve decidere se sono conformi alle regole sugli aiuti di stato. Il governo dell’Aia si trova di fatto stretto tra due fuochi: le proteste anche veementi degli allevatori e degli agricoltori contrari, e le necessità di rientrare nei parametri dell'Unione Europea. Già nel 2019, infatti, il più alto tribunale amministrativo olandese aveva stabilito che il Paese non si stava impegnando abbastanza per ridurre l’eccesso di azoto nelle aree naturali vulnerabili e dunque stava violando la legge dell’Ue. Tanto che l’anno scorso il “Memorandum per le aree rurali” aveva previsto di abbattere la produzione di azoto e ammoniaca fino al 70% a seconda delle zona, stanziando 25 miliardi di euro fino al 2030 per raggiungere l’obiettivo.

Le proteste degli allevatori

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la deputata Caroline van der Plas, fondatrice del Movimento contadino-cittadino

“Le automobili erano molto inquinanti, ma hanno avuto la possibilità di renderle meno dannose con l’innovazione. Questo è quello che vogliamo”, ha detto la deputata Caroline van der Plas, fondatrice del partito del BBB. La deputata, però, deve fare i conti con i gruppi di agricoltori che hanno sposato una filosofa green puntando ad un minore impatto sull’ambiente. “Ciò che è buono per l’economia, non è buono per la Terra” ha affermato l’allevatore biologico Jaring Brunia, che gestisce una piccola mandria da latte, nonostante abbia una vasta area di terreno per il pascolo e per lo smaltimento del letame.

La novità: la toilette per bovini

La toilette per i bovini inventata da Henk Hanskamp

Tra le innovazioni che si stanno sperimentando c’è anche la toilette per i bovini: attirandoli con dei granuli, gli animali entrano in un ingegnoso congegno che li fa fa urinare in un recipiente, aspirandone il liquido in un serbatoio. Secondo l'inventore, il designer Henk Hanskamp, anche se le mucche non le usano ogni volta, il 50% della loro urina verrebbe raccolto grazie a queste toilette, impedendo che si mescoli con lo sterco e che evapori nell'aria, e dunque riducendo le emissioni di azoto della metà. Gli studi effettuati finora sarebbero promettenti. Per altro l’urina, una volta raccolta e stoccata, può essere riciclata per fungere da fertilizzante naturale, abbattendo di circa il 65% l’uso di fertilizzante chimico.