
Instagram bloccato in Russia
La battaglia dei social va avanti. Dopo aver annunciato che saranno consentiti post e messaggi d'odio contro i russi per la guerra in Ucraina, Instagram e Facebook vengono bloccati in Russia. Lo ha annunciato la Roskomnadzor, l'Authority russa per le comunicazioni e i media: lo stop ai social di Meta, l'azienda di Mark Zuckerberg, avverrà da lunedì 14 marzo. Risparmiato invece WhatsApp, che non subirà l'oscuramento da parte del Cremlino.

Vladimir Putin, 69 anni, è presidente della Federazione Russa dal 7 maggio 2012
Facebook e Instagram: sì ai messaggi d'odio contro la Russia
Tutto è iniziato venerdì 11 marzo, quando l'agenzia stampa Reuters ha rivelato che Meta ha temporaneamente modificato le regole dei social sull'incitamento all'odio, permettendo a chiunque di pubblicare messaggi e post violenti contro la Russia nel contesto dell'invasione in Ucraina. "Come risultato dell'invasione russa dell'Ucraina, abbiamo temporaneamente concesso forme di espressione politica che normalmente violerebbero le nostre regole come discorsi violenti, tipo 'morte agli invasori russi'". Così si legge nella nota di un portavoce di Meta, riportata dall'agenzia Reuters. In seguito alla decisione di Meta, subito l'ambasciata russa negli Stati Uniti ha chiesto alle autorità di "fermare le attività estremiste di Meta e prendere misure per portare i responsabili di fronte alla giustizia. Gli utenti di Facebook e Instagram - si legge nel comunicato dell'ambasciata russa condiviso anche su Twitter - non hanno dato ai proprietari di queste piattaforme il diritto di determinare i criteri della verità e di mettere le nazioni l'una contro l'altra".
Dmitrij Peskov, 54 anni, è dal 2012 portavoce del presidente russo Vladimir Putin
La prima reazione di Mosca: aperto un procedimento penale contro Meta
Dopo la decisione di Meta, il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha così commentato: "Speriamo non sia vero, perché se lo è, dovranno essere prese misure più decisive per porre fine alle attività di queste società". E in effetti le misure più decisive da parte di Mosca sono arrivate. Ieri l'ufficio del procuratore generale russo ha chiesto che Meta e tutte le realtà che rappresenta (Facebook, Instagram, WhatsApp, Messenger, etc.) vengano riconosciute come "organizzazione estremista". "Quello che Meta sta facendo è chiamato 'incitamento all'odio razziale' che nella legislazione russa si qualifica come estremismo", ha dichiarato il vicecapo del comitato russo sulle tecnologie e le comunicazioni, Anton Gorelkin. E così, sempre ieri, il Comitato investigativo russo ha aperto un procedimento penale contro Meta, l'azienda di Mark Zuckerberg, "in relazione alle richieste illegali di omicidio e violenze contro cittadini della Federazione russa.
Mark Zuckerberg, 37 anni, è presidente e ceo di Meta dall'aprile 2013