All’ultimo minuto il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha rifiutato un'intervista con la Cnn perché la famosa giornalista Christiane Amanpour si è rifiutata di indossare il velo. Lo ha raccontato la stessa giornalista e inviata di guerra britannica di origine iraniana, 64 anni, che avrebbe dovuto intervistare il leader iraniano. Dopo il rifiuto di Raisi, la giornalista – sui suoi profili social – ha pubblicato la foto della sedia vuota nel luogo in cui si sarebbe dovuto tenere il colloquio, a margine dell'Assemblea generale dell'Onu a New York. “Le proteste stanno spazzando l'Iran e le donne stanno bruciando i loro hijab dopo la morte di Mahsa Amini, la scorsa settimana, a seguito del suo arresto da parte della 'polizia della moralità'. I gruppi per i diritti umani dicono che almeno otto sono stati uccisi” scrive la reporter. E aggiunge: “Ieri sera (lo scorso 21 settembre, ndr), avevo intenzione di chiedere al presidente iraniano Raisi di tutto questo e molto altro. Questa sarebbe stata la prima intervista in assoluto del presidente Raisi sul suolo statunitense, durante la sua visita a New York per l'Unga (Assemblea generale delle Nazioni Unite, ndr)”.
La giornalista di origini iraniane spiega poi quello che le è stato ‘gentilmente’ chiesto: “Dopo settimane di pianificazione e otto ore di allestimento attrezzature per traduzione, luci e telecamere, eravamo pronti. Ma nessuna traccia del Presidente Raisi. 40 minuti dopo l'inizio del colloquio, è venuto un assistente. Il presidente, ha detto, mi stava suggerendo di indossare un velo, perché sono i mesi santi di Muharram e Safar. Ho gentilmente rifiutato. Siamo a New York, dove non c'è legge o tradizione per quanto riguarda il velo. Ho precisato che nessun precedente presidente iraniano lo ha richiesto quando li ho intervistati fuori dall'Iran. L'assistente ha chiarito che l'intervista non sarebbe avvenuta se non avessi indossato un velo. Ha detto che è ‘una questione di rispetto’ e ha fatto riferimento alla ‘situazione in Iran’, alludendo alle proteste che spazzano il paese. Ancora, ho detto che non potevo accettare questa condizione senza precedenti e inaspettata”. La giornalista a quel punto a deciso di stoppare tutto: “E così ce ne siamo andati. L'intervista non è avvenuta. Mentre le proteste continuano in Iran e le persone vengono uccise, sarebbe stato un momento importante per parlare con il presidente Raisi”.
Nella serata del 22 settembre – quasi a risposta del post della giornalista - il presidente iraniano ha dichiarato che la morte di Mahsa Amini, che ha causato proteste “sarà oggetto di indagine”. Da New York, inoltre, Amini ha fatto sapere di aver “contattato la famiglia della vittima e ho assicurato che continueremo a investigare velocemente l'incidente. La nostra preoccupazione è la salvaguardia dei diritti di tutti i cittadini”.