Arezzo, 30 novembre 2024 – Nel luglio 2023 è stato salvato con un defibrillatore, oggi Marcello Amadori donerà alla città uno di questi strumenti salva vita. Ha scelto l’associazione Pronto Donna; il suo gesto rientra nel programma “Forward Hearts”, che permette ai superstiti di un arresto cardiaco di salvare potenzialmente altre vite donando un defibrillatore. “Sarà una giornata carica di emozioni. Ho chiesto ad Alessandro di essere al mio fianco. Del resto se sono qua oggi è grazie a lui” spiega Marcello.
Alessandro Dioni è il 16enne che nel 2023 gli ha salvato la vita. E’ una giornata di luglio di due anni fa. Siamo a San Marco, in via Romana, nel cuore di una chiesa dove i giovani impegnati sono tanti. “Ero sul muretto di confine, stavo parlando con degli amici: ho sentito alle spalle un rumore secco”, ha raccontato più volte Alessandro. Si volta e vede Marcello a terra. Capisce che non c’è tempo da perdere. Intorno è il panico, ci sono urla, qualcuno grida: “Sta morendo, sta morendo”.
Si mobilitano in tanti. Ma è Alessandro che “Mi sono avvicinato e poi sono corso a prendere il defibrillatore e gli ho dato tre scosse. Ho imparato a scuola a usare il defibrillatore scolastico e grazie alle lezioni sono riuscito a mettere in pratica quello che avevo fatto sul manichino” ha spiegato Alessandro nelle numerose occasioni in cui è stato premiato. Alessandro oggi in Piazzetta delle Logge del Grano, ci sarà, nonostante un compito in classe. Non poteva mancare.
“Dal giorno in cui sono uscito dall’ospedale, siamo rimasti sempre in contatto, sono andato a cena a casa sua, e poi insieme a Roma alla Rai, a Forlì con il presidente Mattarella. E ogni estate mio figlio frequenta i campi solari nella chiesa di San Marco in cui è impegnato anche Alessandro. Da quel luglio del 2023 io ho un altro figlio - racconta il signor Marcello -. È stato un grande. Gli adulti, compresi i miei amici, quel giorno difronte al mio malore sono rimasti bloccati. Alessandro, a 16 anni, mi ha fatto il massaggio cardiaco, poi ha attivato il defibrillatore, non è da tutti. Sono stato quindici minuti senza ossigeno al cervello, oggi se sono qua posso dire grazie a lui” continua Marcello.
“Alessandro ha dimostrato grande coraggio, oltre che competenza grazie ai preziosi corsi attivati al liceo classico cittadino”. Da quel giorno quasi tutte le domeniche Marcello va in quella chiesa, “E’ un luogo che mi ha toccato. Mi considerano parte della loro famiglia”. Oggi si scrive un altro capitolo di questa storia a lieto fine. Un capitolo importante per tutta la città.