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allattamento
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La cestista canadese Kim Gaucher è tra le atlete che ha lanciato l'appello per poter avere sua figlia Sophie con sé nel villaggio olimpico, per poterla allattare
"Kai e suo padre sarebbero dovuti rimanere chiusi in una stanza d'albergo, fuori dal Villaggio Olimpico. Per venti giorni non avrebbero potuto lasciare la loro camera e ogni volta avrei dovuto mettere a rischio la salute della mia squadra per andare ad allattare mio figlio. Ho dovuto prendere la decisione di non portarlo con me", continua la campionessa. "Per queste settimane userò il tiralatte. Spero solo che al mio ritorno avrò ancora latte, che Kai vorrà ancora essere allattato e che il mio video possa servire a normalizzare qualcosa che dovrebbe essere normale per le prossime Olimpiadi e per altre future competizioni", conclude l’atleta, chiedendo alle colleghe nella sua stessa situazione di alzare la voce. Per quanto sia il gesto più naturale che possa esistere, per tante donne allattare al seno è ancora inconciliabile con la vita lavorativa. Basti pensare che solo a marzo di quest’anno il Parlamento italiano ha allestito una stanza dove le deputate possono allattare i loro bambini. A sollevare la questione, nell’estate 2019, fu la pentastellata Paola Carinelli, neomamma che aveva chiesto di poter allattare durante le sedute in Aula. Nel 2019 a respingere la proposta fu Giorgio Trizzino, compagno di partito di Carinelli e pediatra, definendo il clima dell’aula "insalubre" per l’allattamento. Ma, a quasi due anni di distanza dalla mozione, Montecitorio inaugura una stanza che permette alle parlamentari di allattare con più comodità, anche se – come hanno lamentato le deputate – "mancano ancora i pulsanti per il voto". "Siamo ben consapevoli che c’è una pandemia in atto - ha dichiarato a marzo Carinelli - ma chiedo al presidente della Camera Roberto Fico di accelerare su questa pratica: è passato tanto tempo ormai, basta qualche firma o poco più per questo sacrosanto pulsante". Per la verità, a Montecitorio, una Sala delle donne esisteva già dal 2016, ma si trattava di un ambiente decisamente poco pratico, voluto ai tempi della presidenza alla Camera di Laura Boldrini. L’importanza di allattare ogni volta che il bambino ha la necessità di mangiare è stata sottolineata dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità, che suggerisce di farlo, se possibile, per i primi 6 mesi di vita del neonato. Viene quindi da domandarsi perché le donne che decidano di farlo in pubblico debbano ancora subire discriminazioni, giudizi o occhiatacce. Ma, strano a dirlo, anche su un social network come Instagram spesso le foto di donne che allattano al senoi propri bambini vengono censurate perché l’algoritmo riconosce il gesto come sessuale e osceno, senza vederlo per quello che è: un’azione naturale nella vita di una donna. Un diritto di ogni bambino, tutelato – fra gli altri – dalla Convenzione dei Diritti del Bambino.Visualizza questo post su Instagram