In 5 anni 74 ragazzi morti sul lavoro. Veneto maglia nera

Il report dell'Unicef presentato in occasione della Giornata internazionale contro lo sfruttamento minorile. Il monito di Mattarella: "Il futuro dell'umanità è legato alla capacità di proteggere i bambini"

di BARBARA BERTI -
12 giugno 2023
Anche in Italia troppi ragazzi e bambini iniziano a lavorare presto

Anche in Italia troppi ragazzi e bambini iniziano a lavorare presto

Anche in Italia troppi ragazzi e bambini iniziano a lavorare prestonorileSono 74 i minori morti sul lavoro in Italia nell’arco di cinque anni, tra il 2017 e il 2021. E l'occupazione con under 18 continua a crescere. È quanto emerge dal report “Lavoro minorile in Italia: rischi, infortuni e sicurezza sui luoghi di lavoro”, realizzato da Unicef, sulla base dei dati dell’Inail e dell’Inps, e pubblicato in occasione della Giornata Internazionale contro lo sfruttamento del lavoro dei minori che ricorre il 12 giugno. Questa giornata è stata promossa nel 2002 dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Oil), un’agenzia delle Nazioni Unite che si dedica alla promozione dei diritti dei lavoratori.
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Il rapporto Unicef rivela che è in crescita il numero dei baby lavoratori

L’Oil ha posto l’eliminazione del lavoro dei minorenni come uno degli obiettivi principali sin dalla sua fondazione nel 1919. Questa giornata mira, dunque, a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle gravi conseguenze dello dell'impiego degli under 18 e a promuovere azioni concrete per porvi fine.

Unicef, i dati della strage: 74 morti in 5 anni

I dati del report parlano chiaro: 74 morti in cinque anni in Italia. La maggior parte (67 minori) aveva un'età compresa tra 15 e 19 anni, gli altri 7 meno di 14.
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Dati Unicef

Nello stesso arco di tempo, le denunce di infortunio presentate all’Inail da parte di lavoratori di età inferiore ai 19 anni, a livello nazionale si attestano a 352.140 di cui 223.262 per i minorenni fino a 14 anni (contro le 31.857 nel 2021 e le 18.534 nel 2020) e 128.878 nella fascia di età 15-19 anni (contro le 18.923 nel 2021 e 11.707 nel 2020). Le regioni con le percentuali più elevate di denunce totali di incidenti dei lavoratori sotto i 19 anni sono Lombardia (76.942), Emilia Romagna (40.000), Veneto (39.810) e Piemonte (31.997), che da sole ricoprono più del 50% delle denunce di infortunio nazionali. In particolare il Veneto risulta la regione in cui si è registrato il numero più alto di morti sul lavoro nella fascia under 19.
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Il 12 giugno ricorre la Giornata Internazionale contro lo sfruttamento del lavoro minorile

Abruzzo, Basilicata, Sardegna, e Valle d'Aosta sono le regioni, che con la Provincia autonoma di Trento, nel quinquennio non hanno registrato nessun infortunio con esito mortale.

Occupazione minorile in crescita

Il rapporto Unicef rivela anche che è in crescita il numero dei ragazzi lavoratori. Nel 2022 sono 69.601 i lavoratori minorenni 15-17 anni, in aumento rispetto ai 51.845 del 2021 e ai 35.505 del 2020. La posizione di “dipendente" raccoglie la maggiore percentuale di lavoratori, seguita da “operai agricoli” e “voucher”.
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Dati Unicef

Nella fascia di età entro i 19 anni nel 2021 i lavoratori sono 310.258, in salita rispetto ai 243.856 del 2020. Le cinque regioni con il maggior numero di ragazzi fino a 19 anni occupati complessivamente nell'arco dei cinque anni sono Lombardia (240.252), Veneto (155.987), Emilia Romagna (134.694), Lazio (119.256) e Puglia (108.867).
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Dati Unicef

Differenze di genere anche tra i 'baby' lavoratori

Per quanto riguarda il genere, dei 310.287 minorenni fino a 19 anni coinvolti nel lavoro nel 2021, 193.138 sono maschi e 117.149 sono femmine (in aumento rispetto ai 154.194 maschi e le 89.674 femmine nel 2020). Il maggiore impiego di lavoratori di sesso maschile entro i 19 anni rispetto a lavoratrici di sesso femminile, mostra la tendenza delle donne a essere più istruite degli uomini; il 65,3% delle donne ha almeno un diploma (rispetto al 60,1% degli uomini); le laureate arrivano al 23,1% (rispetto al 16,8% degli uomini).
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Le bambine sono meno occupate rispetto ai coetanei maschi

Il divario di genere nel tasso di occupazione (55,7% contro 75,8%) si riduce al crescere del livello di istruzione (31,7 punti per i titoli bassi, 20,3 per i medi e 7,3 punti per gli alti). Ma per le giovani donne che decidono di abbandonare gli studi, ottenendo al più un titolo secondario inferiore, le possibilità di occupazione rispetto ai loro coetanei maschi sono di gran lunga minori (20,8% rispetto a 41,9%).

Il monito di Mattarella

“Il futuro dell'umanità è legato alla capacità di proteggere i bambini” afferma in una nota il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “La protezione sociale di cui dovrebbero godere - diritto alla salute e all'istruzione - indipendentemente dal luogo in cui si è nati, è ben lungi dall'essere una realtà. In tutto il mondo, a milioni di bambini viene negato l'avvenire” continua il presidente della Repubblica.
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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

E spiega: “Inseriti nei processi produttivi dell'economia globalizzata, prime vittime delle guerre e dei disastri naturali, viene loro sottratta l'infanzia e vengono costretti a lavorare in tenera età”. Sono “schiavi invisibili - come denuncia l'Organizzazione Internazionale del Lavoro - di una spirale inammissibile di violenza e abusi” prosegue il capo dello Stato. Anche in Italia i numeri sulla baby occupazione fanno riflettere: “sono espressione del disagio sociale presente in troppe aree del Paese e trovano connessione anche con manifestazioni della criminalità organizzata” continua Mattarella. “È necessaria una presa di coscienza della pericolosità dell'ingresso in età precoce nel mondo del lavoro di bambini e ragazzi che, senza alcuna tutela, vedono compromettere irrimediabilmente il proprio futuro e del danno che questo reca all'intera società” conclude il presidente commentando i dati del rapporto Unicef.